Rassegna storica del Risorgimento
REPUBBLICA BATAVA 1795-1806; REPUBBLICA CISALPINA 1797-1799 --
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1966
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Democrazia direttoriale e autoritarismo consolare 23
adattarla alle nuove esigenze, cede oramai II passo davanti alla preoccupazione più grande di conservare la Rivoluzione. E poiché nella carenza generale dei poteri, la Rivoluzione s'identifica con l'armata che l'esprime e la protegge e ne interpreta le esigenze e all'esterno e all'interno ne difende le conquiste contro l'Europa monarchica e il vecchio mondo coalizzato, è all'annata che la nuova società francese incomincia a volgere gli sguardi in cerca di una strada che ne difenda e ne consolidi l'autorità e il potere.
Il primo vero contatto con l'esercito risale alla fine del 1797 e ai primi del '98. Il 13 Vendemmiaio e il 18 Fruttidoro l'armata aveva salvato il regime direttoriale minacciato dalla reazione monarchica e moderata e in cambio aveva ottenuto mano Ubera nella guerra rivoluzionaria e di conquista e nelle trattative con l'Austria. Ora non si accontenta più di essere uno strumento di governo: chiede perentoriamente di spartirne il potere. Non è un colloquio facile quello che si apre a Parigi tra Sicyès e Bonaparte all'ombra compiacente di Talleyrand e sotto gli sguardi sospettosi di Barras, al ritorno del generale dal Congresso di Rastadt. Pieni entrambi di una prepotente personalità, rappresentano con pari intensità il senso e il peso delle forze che esprimono ed è chiaro che fin dal primo momento si soppesano e cercano di sopraffarsi a vicenda. Anche se apparentemente sembrano tendere verso gli stessi obiettivi, in realtà profonde differenze li dividono, perfino di carattere. Sieyès è una forza ideologica, Bonaparte ima forza militare. Il primo simboleggia il prestigio e la stretta obbedienza rivoluzionaria; il secondo la conquista armata, la vittoria, ed ora la pace. Sieyès è un teorico, pieno di un incommensurabile orgoglio, in conflitto permanente con tutti gli individui coi quali viene a contatto, intrattabile, solitario; si considera al di sopra delle opinioni e dei giudizi della gente e non si acconcia facilmente a subire la volontà e il pensiero altrui; Bonaparte, un uomo d'azione, realista per eccellenza, assetato di gloria e spinto dall'immaginazione, che disprezza gl'ideologi, guarda al concreto e sa quello che valgono gli uomini. A Sant'Elena Napoleone dirà un giorno che fin dal 13 Vendemmiaio Sieyès gli aveva fatto un certo discorso per incitarlo a prendere posizione contro il governo direttoriale; *) ma la cosa non ci sembra attendibile e credo sia da attribuire unicamente al desiderio dell'imperatore di far risalire all'anno HI l'intesa dell'anno Vili. Documentata invece è l'avversione di Sieyès contro la pace di Campoformio. Fautore della politica rivoluzionaria, l'ex-* abate non tollera il sacrifìcio di una repubblica rigenerata, che permetteva all'imperatore di far sentire nuovamente il peso della sua presenza in Italia, né le clausole relative al Reno, secondo cui ad un aumento della potenza francese in Germania doveva corrispondere un eguale aumento della potenza austriaca -sella penisola, e le sue parole al Consiglio dei Cinquecento suonano aspre accanto a quelle dei giacobini. Più tardi, sul problema italiano, entrerà in conflitto anche con Talleyrand, che Aveva come lui criticato il trattato, contrario, per ragioni di opportunità, alla guerra di rigenerazione, e non esiterà ad invitarlo a far parlare il sentimento al posto della ragiono.2'
-9 NAPOTitow, Cornmentairss, Parla, 1867, T, pp. 97-99; P BASTI, Sioyès et sa pensée* pp. 172-173.
*1 G. PAI.I.AIN. Le Ministèro do Tatteyrund sous le Directaire, Paris, 1897, pp. 392-395: dispaccio di Sieyès a Tnllryrand. Berlino, IO ottobre 1798; P. BASTIO, Sieyte et sa pensi*, pp. 208-209: C. ZACHI, Bonaparte a il Direttorio dopo Campoformio, pp. 8-11.