Rassegna storica del Risorgimento

REPUBBLICA BATAVA 1795-1806; REPUBBLICA CISALPINA 1797-1799 --
anno <1966>   pagina <28>
immagine non disponibile

Carh Zagfti
dittatura vera e propria. Il paladino della sovranità nazionale non. si smentisce, né rinnega i principi essenziali del suo pensiero.
Nonne fondamentali del sistema di Sicyès noi '95 come nel '99 sono la difesa degli interessi rivoluzionari, il regime rappresentativo e la volontà d'im­pedire, mediante l'introduzione d'istituti particolari, il sopravvento di forze personali sogli interessi generali del paese. La nazione non e una moltitudine amorfa, ma iuta entità eterna, unitariamente organizzata, dalla quale derivano tutti 1 poteri attraverso una duplice azione ascendente e discendente, espressa dal Sicyès nella famosa regola che la fiducia viene dal basso e l'autorità dal­l'alto. Tra il dispotismo dell'aristocrazia e l'anarchia delle masse, popolari egli trova la difesa della libertà civile in una divisione razionale, controllata e ben dosata dei poteri, in modo da evitare usurpazioni o da neutralizzare ambizioni di chicchessia, la quale aveva la sua massima espressione nel Collegio dei Con­servatori (il giurì costituzionale dell'anno IH), organo preponderante posto al vertice del potere, dotato di una aristocrazia di funzioni pubbliche e attribu­zioni vaste e delicate (come il perfezionamento graduale dell'atto costituzio­nale e il diritto d'assorbimento). Partendo da questa premessa, egli vuole dei funzionari scelti dalla fiducia di coloro sui quali doveva esercitarsi hi loro fun­zione, ma non dipendenti da coloro sui quali doveva pesare la loro autorità, capaci di mantenere ciascuno nei limiti dei propri diritti e dei propri doveri. Di qui la necessità di un potere forte, strumento vivo e operante della vita del paese, munito di tutti i mezzi necessari per affermare dovunque l'esecuzione e l'applicazione delle leggi, ma non fino al punto da schiacciare l'individuo, da limitargli l'esercizio delle sue libertà e da compromettere la proprietà e hi sicurezza delle persone. Avversario dichiarato del bicameralismo esemplato nella costituzione dell'anno III, Sicyès reclama la partecipazione del governo al potere legislativo mediante il diritto conferitogli di presentare progetti di legge e la divisione dell'iniziativa e del voto delle leggi tra due assemblee do­tate di funzioni interamente diverse: il Tribunato, considerato come rappre­sentante della volontà popolare e della socialità, e il Corpo Legislativo elevato ad organo giudiziario inappellabile tra i bisogni dei governati e quelli dei go­vernanti. La stessa divisione troviamo nel potere esecutivo. Le vecchie costi­tuzioni avevano ristretto il governo al potere esecutivo e preso i due termini per sinonimi. Sieyès invece tiene a dissociare i due termini, attribuendo ad essi funzioni ben distinte: il primo tutto pensiero, dotato di capacità deliberati­va, affidato ad un Consiglio di Stato operante attraverso i ministri, che non era ne un tribunale amministrativo, uè un organo di governo, ma il governo stes­so; ') il secondo tutto azione, affidato ad un grande elettore (con l'assistenza di due Consoli) irresponsabile, inamovibile, rappresentante l'unità della na­zióne eletto dal giuri costituzionale (o Senato conservatore).
Spirito essenzialmente razionalista, ossessionato dalla paura che la sovra­nità nazionale potesse degenerare in tirannide o della moltitudine o dell'indi­viduo investito dei poteri della democrazia, Sieyès si difende dalla minaccia
*) Cfr, ira questo punto foiidainentalu del sistema di Sieyès le pagine polemiche di J. BOUKDON, La Conatitittion de fan ', pp. 49-60, e P. li ASTI t, op, ai., pp. 434-452. Cfr. anche il progetto di Sieyès, pubblicato dal MICNBT (ohe Io ebbe dal Damimi), nella sua Ilixtoire da la Revolution franati ite, l'ari*, IB37, II, pp. 263-265.
28