Rassegna storica del Risorgimento

BOVIO GENNARO; MAZZINIANESIMO
anno <1966>   pagina <56>
immagine non disponibile

56 Alfonso Scirocco
di tener conto delle esigenze del paese provenivano da un attivista àwFAueanza Repubblicana Universale! Ciò dimostra pianto fosso debole l'influenza di Mazzini sui democratici delle nuove generazioni, i quali subivano ancora il fascino del vecchio cospiratore, ma in realtà non trovavano nei suoi insegnamenti soluzioni adeguate ai problemi politico-sociali sorti con l'Unità.
La discussione auspicata dal Bovio non ebbe luogo, anche perchè nel '70 le iniziative mazziniane e la guerra francoprussiana con gli avvenimenti che ne derivarono fecero volgere gli animi dei democratici all'azione. Gennaro Bovio, evidentemente uomo di penna più che di spada, non partecipò ad alcun moto, ma nel settembre inviò un suo articolo a Mazzini, imprigionato a Gaeta. La caduta di Napoleone III aveva rallegrato i democratici italiani, ma le proporzioni del trionfo militare prussiano e la spietata continuazione della lotta contro la repub­blica francese avevano modificato l'orientamento dell'opinione pubblica, che cominciava a vedere nella guerra una lotta di razze, più che di Stati.l) Gennaro Bovio volle dissipare questa preoccupazione, vedendo nella guerra non la perdi­zione di una razza per la prevalenza di un'altra, ma invece l'aiuto e il benessere reciproco, perciocché giammai una parte dell'umanità soffrì per oppressione di un'altra parte, se non quando questa o fu barbara o barbaramente guidata. La razza germanica non era certo barbara, come Bovio dimostrava con largo sfoggio di erudizione, e quindi un atto di oppressione poteva essere fatto solo dalla mo­narchia contro la Francia repubblicana, ma di ciò non poteva essere incolpato il popolo tedesco, cosi come il popolo francese non era stato incolpato delle prepo­tenze di Napoleone. La Francia, caduto il tiranno, cominciava il suo rinnova­mento civile con una grande riforma dei costumi e del carattere, e proponeva una generosa e nobile pace, che la Germania doveva accettare, perchè tra le due razze non c'era rivalità, ma collaborazione. La razza latina doveva prendere per punto di partenza quello che per la germanica è punto di arrivo; la razza latina doveva muoversi dalla rivoluzione politica, ossia dalla repubblica, per giungere al suo rialzamento civile; la razza germanica è destinata a tenere il cammino inverso, cioè partirsi da un punto di civiltà e di scienza per giungere con naturale progres­sione all'ottima costituzione politica, cioè alla confederazione repubblicana. La razza germanica giungerà per evoluzione a quel punto medesimo al quale la razza latina si slancia per rivoluzione, e però la razza latina vi giunge più subito, ma meno civile e matura, la razza germanica più tardi, ma matura; lo slancio e la precocità necessaria dell'una gioverà all'acceleramento di direzione del cam­mino dell'altra, e il ritardo maturo e civile dell'altra gioverà al cammino di per­fezionamento e svolgimento dell'una. Cosi le forze delle due razze si uniscono e si stringono fortemente e mercè un forte e reciproco scambio di aiuti cospirano, si incamminano e giungono a un medesimo destino Nel suo ottimismo Bovio già vedeva vicina la Repubblica universale e federativa fra le nazioni e concludeva il suo scritto con un'esaltazione di Mazzini, di quel maggiore e più temuto ne­mico del tiranno della Francia, di quel libero cittadino di ogni nazione, di quel­l'eterno cospiratore contro ogni monarchia . *)
In verità gli avvenimenti della seconda metà del '70 avevano entusiasmato Gennaro Bovio, fermamente convinto dell'avvicinarsi di un grande e decisivo
') F. GBABOO, Storia dalla politica estera italiana dal 1870 al 1896. Le premesse, Bari, 1951, parte 1, eap. L
2) Le due razze e la repubblica. In // Popolo d'Italia, 21 e 22 settembro 1870.