Rassegna storica del Risorgimento
BOVIO GENNARO; MAZZINIANESIMO
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1966
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Alfonso Scirocco
anche aver ragione a dissentire dalla Comune (ed in questo Bovio si differenzia dagli internazionalisti), ma attaccandola mentre è in corso la lotta danneggia la causa della democrazia. L una osservazione non originale, fatta anche da molti mazziniani di stretta osservanza; Bovio ha il merito di aver cercato di giustificare la contraddizione implicita nel restare fedele al sistema di Mazzini, mentre se ne condanna l'azione, ed in questo senso il suo articolo, staccandosi sia dal tono dei giornali mazziniani, sia da quello degli internazionalisti, testimonia il travaglio spirituale di molti democratici, turbati da una polemica di cui non afferrano i profondi motivi.
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Mazzini continuò per la sua strada, nella speranza di convincere gli antichi seguaci, che riteneva solo momentaneamente disorientati dalla drammatica lotta tra Parigi e l'Assemblea. Primo nostro dovere scriveva nel giugno è quello di separarci apertamente, dichiaratamente dalle due parti e provvedere a che non si smarrisca in Italia il senso morale perduto pur troppo oggi in Francia. Guai a noi se non sentiamo nell'anima ebe ogni nostro progresso futuro è a quel patto! Guai se la santa battaglia tra il Bene e il Male, tra la Giustizia e l'Arbitrio, tra hi "Verità e la Menzogna combattuta nella piena luce del cielo e sotto l'occhio di Dio in Europa si converte in guerra condotta nelle tenebre senza norma determinata, senza un faro che guidi i combattenti, senss'altra ispirazione che d'impulsi d'un'ora e delle misere passioni d'ogni individuo!. Il campo dell'opinione in Italia si era diviso in due, i simpatizzanti per la Comune e quelli per l'Assemblea. Noi dobbiamo, lo ripetiamo, separarci solennemente dagli uni e dagli abaci. Né cogli uni né cogli altri stanno la Giustizia e l'eterno Diritto; e noi non dobbiamo avere altra norma ai nostri giudizi. Era tempo che i repubblicani si mostrassero partito, collettività d'uomini raccolti intorno a un principio... E questo principio concetto della vita fondato sopra una Legge di Progresso morale, intellettuale, economico, da svolgersi per mezzo dell'Associazione di tutti gli elementi che formano Nazione e tra un Popolo e l'altro è sola sorgente d'autorità per noi, solo criterio per giudicare dei programmi e degli atti che via via si succedono in questo periodo di transizione: la forma repubblicana non è che mi mezzo unico a senso nostro per tradurre in rapida realtà l'associazione alla quale accenniamo. Nei termini di questo principio sta la nostra solidarietà con quanti si dicono repubblicani. Ogni tentativo di rinnovamento politico e sociale che non muove da quel principio o hi viola col predominio dato alla sovranità dell'io o chiude il varco ali1'Associazione smembrando l'unità della più alta forma d'asso* ciazione, la Patria o contamina la bandiera con atti d'ingiusta e non necessaria violenza funesti al progresso morale del popolo, non è nostro e lo respingiamo. Mazzini esponeva quindi la sua concezione della repubblica pura d'errori, di menzogne e di colpe, rinnovava le critiche alla Francia, che aveva smarrito il senso morale per colpa del materialismo, e terminava ammonendo le classi elevate, da cui veniva al popolo il cattivo insegnamento. *)
Abbiamo francamente parlato ai nostri: era un dovere e a rischio di spiacere a molti che militano sotto la bandiera da noi venerata, l'abbiamo compito. Con queste parole Mazzini indicava lo scopo essenziale dell'articolo, rivolto a ri-.
*) Il Comune e VÀsstmbha, In La Roma del Popolo 7, 21 o 28 giugno 1871 (SEX, voi. XCII, p. 265 gg.).