Rassegna storica del Risorgimento
BOVIO GENNARO; MAZZINIANESIMO
anno
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1966
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Gennaro Bovio e la crisi del mazzmianesimo dopo la COITI imo 71
dell'impossibilità di allearla alle correnti tradizionali della democrazia risorgimentale, come testimonia un. suo scritto del 1875. II Bovio, infatti* per guadagnarsi da vivere si era laureato in giurisprudenza ed aveva cominciato ad esercitale l'avvocatura; l) nel 1875 fu tra i difensori degli internazionalisti nel pio-cosso celebrato presso la Corte d'Assise di Trani per i latti di Castel del Monte* *) e presentò una difesa a stampa che è rimasta allegata agli atti processuali. 3> Prima di giungere all'esame dei fatti imputati ai suoi assistiti, il Bovio, secondo il suo solito, faceva largo sfoggio di cultura storica e filosofica e tratteggiava lo svolgimento dell'economia politica da Senofonte ai socialisti della cattedra e dell'ideale comunistico dai Greci ai tempi suoi, per concludere che il socialismo era il frutto dell'evoluzione della scienza e come tale non poteva cadere sotto la sanzione delle leggi penali. Per quanto riguarda l'Internazionale egli la presentava come ala coalizione delle classi lavoratrici contro il monopolio e le violenze dei capitalisti, a nome della Verità, della Giustizia, della Morale su queste massime:
I Emancipazione del lavoro dalla tirannia del capitale come fine. Il capitale... si forma dai frutti del lavoro, rinnegando, tiranneggiando il lavoro medesimo, o non retribuendogli o male retribuendogli la mercede. È il vecchio servaggio dei vassalli soggetti alla tirannia feudale riprodottosi con la forma della borghesia.
II L'Associazione o solidarietà della classe operaia come mezzo unico per asseguire il fine.
HI Vemancipazione essere d'interesse universale, quindi universale l'as~ sociazione, ossia VInternazionale.4)
Nell'Italia l'idea fu indigena. Nata fin dal 1864 nell'XX Congresso dette Associazioni operaie, non ismenti mai la sua origine, il suo fine, la sua natura economica, il bisogno di svolgere scientificamente il problema sociale, il desiderio di evitare piuttosto che di promuovere e istigare rivoluzioni quasi sempre procedenti dalla miseria della classe più numerosa stretta a strappare con la forza ciò che non può ottenere col diritto e con la ragione. Non poteva essere più nobile l'intendimento, più lodevole il desiderio e più giusto e utile il fine a cui partecipavano le menti elevate nelle scienze economiche, politiche e sociali.5)
E proprio questo, cioè il miglioramento economico e morale come fine, l'associazione come mezzo, formava tutto il programma della Sezione napoletana dell'Internazionale e delle altre Sezioni italiane. ) In definitiva, secondo Bovio, l'Internazionale si proponeva l'emancipazione degli operai fatta dagli operai stessi. E fin qui niente di male commentava il nostro Autore Ma il socia-
l) t>. GIUSTO, op. eh.
~) Sull'episodio fifr. A. ROMANO, op. di., voi. Ili, Roma, 1956, p. 161 sgg. Ibidem, a p. 179 sgg., notìzie iul processo. Cfr. ant'lie G. TIIKYI-SANI, II processo di Troni contro gli internazionalisti, Hi Movimnnto operaio, 1956, il. 5.
3) Avvocato G. Bovio, Difesa per Biadetto Catervo, Giovanni Palanca, Pietro Rende e altri, imputati del reato di cospirazione art. 156 C. P. Alla Sezione d'Accusa detta Corte di Appetto di Trani, Trani, Tipografia Giuliani, 1875 (Ancmvio nt STATO DI 8Ani, Córte di Assise di Tram, Processi Penali, f. 30).
*) Ibidem, p. 11.
5) Ibidem, p. 23 sgg.
6) Ibidem, p. 24.