Rassegna storica del Risorgimento

BOVIO GENNARO; MAZZINIANESIMO
anno <1966>   pagina <73>
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Gennaro Bovio e la crisi del mazzinianesimo dopo la Comune 73
Comitato promotore della Federazione democratica, formato a Trani por riunirò in una federazione le società popolari delle Puglie; '' il patriota tranese mantenne inoltre rapporti epistolari con vari rappresentanti della Sinistra.2) Nel 1886 Bovio si propose di raccogliere in vari volami i suoi scrìtti pubblicati in opuscoli e giornali.s) Nel volumetto introduttivo (che restò Punico), egli tracciò una rapida autobiografia politica e ribadì le sue vecchie idee: ritalia era chiamata a svolgere tra i popoli europei una missione democratica, ma prima doveva innalzare mo­ralmente il tono della vita politica climmando il trasformismo sfacelo della co­scienza, dissolvimento del carattere, stravolgimento della ragione, pervertimento degli animi, confusione universale ...; una società democratica poteva fondarsi solo con l'educazione del popolo e la sua elevazione per mezzo dell'associazione, né si poteva sperare di conseguire il socialismo senza prima attuare la vera demo­crazia; erano necessari perciò una radicale e vasta riforma civile, un riordina­mento sociale, una riedificazione legislativa, onde avere la cosciente partecipa­zione del popolo alla vita politica.4)
Erano in sostanza gli ideali mazziniani, a cui Bovio restò fedele anche negli ultimi anni della sua vita, passati a Napoli, dove nel 1894 aveva aperto uno studio di avvocato e dove morì il 25 luglio 1920;5) anzi, ancora nel 1904, in polemica con i socialisti volle rivendicare a Mazzini il merito di avere per primo propu­gnato in Italia le associazioni dei lavoratori,6) e riferendosi alla situazione poli­tica del primo Novecento così scrisse:
Di vero se le due grandi sfere del penderò e dell'azione oggi in Italia, il Socialismo e il Repubblicanesimo, si riconcentrassero l'una nell'altra, cesserebbe anche il bisogno di trasportare, con una diversione di forze, fuori il campo della lotta tra capitale e lavoro, quello sciopero generale dei lavoratori, che è sempre sacrificio del frutto del proprio lavoro con la soppressione di quello degli altri, e quindi danno generale e comune; mentre lo spirito di associazione è onnipotente, centuplica le forse, fa proprie le idee, proprio il progetto altrui, innalza, migliora, santifica la natura umana, e possiede quindi tutti i mezzi diretti e più efficaci e della manifestazione semplice e anche dell'imposizione costringente della volontà generale... Se dunque da una parte la bandiera d'una vasta e unica Associazione Nazionale portasse scritta la grande idea e dall'altra il motto mazziniano la nostra impresa è prima d'ogni altra cosa educatrice, il problema potrebbe dirsi fin da ora risoluto.7)
Bovio, quindi, nel rievocare la sua giovinezza, ascriveva a suo vanto il fatto che l'unione dei due moti, mazziniano e socialista, era stata sempre una idea
1) Cfr. A. Saffi a G. Bovio, Bologna 5 aprilo 1889, BIBLIOTECA NAZIONALE DI NAPOLI, manoscritti* b> 3Vt A, 54.
2) Ibidem, lèttere di F. Cavallotti a Bovio, del 1889 e del 1894; in BIBLIOTECA NAZIO­NALE m NAPOLI, manoscritti, Archivio Imbriani, b. XIX, lettere di G. Bovio a M. R. Im brjani del 1801-92.
3) G. Bovio, Scrini politici me, cit.
*) Alla democrazia italiana, ibidem, p> 41 sgg.
.) Cfr. V. PAHMBNTOLA, Edito inedito nell'epistolari mazziniano, lu Bollettino della Donni:: mazziniana, I960, n. 2.
*) G. BOVIO, Rivendichiamo Mattini, cit.
V Ibidem, p. 8 sgg. Le due frasi in corsivo ano citazioni mazziniane.