Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO DI STATO DI ROMA FONDI ARCHIVISTICI; CONGREGAZIONI PAR
anno <1966>   pagina <100>
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100 Libri e periodici
Come si vede* la prospettiva dei Frosiui è alquanto diversa da quella comunemente accettata, che fa incominciare la storta della critica del marxismo dall'opera del Labriola, e giustamente non dimentica le discussioni, le divulgazioni e magari i fraintendimenti che misero nondimeno a portata del pubblico colto temi marxisti, sia pure in una non esatta prospettiva. Ma anch'egli pone al centro dell'apprensione critica del marxismo, come in tutte le trattazioni classiche, l'opera del Labriola e del Croce, pur non dimenticando, e giu­stamente, la funzione che esercitò in quell'epoca la Critica sociale turatiana, operando un continuo accostamento e confronto tra teorie e fatti. Era libri e iniziative politiche . Il Labriola, osserva il Frosiui, si poneva insieme dentro Marx e fuori di Marx ; mentre la posizione del Croce, collega ta e insieme correttrice della sua, gli appare già pienamente quella di un avversario . E tale egli fu effettivamente per la maggiore e più. impegnata parte della sua vita; ma non vorremmo dimenticare che, fino alla prima guerra e all'av­vento del fascismo, continuò a ritenere la sua una semplice interpretazione, in reaitò la più coerente alla teoria marxiana, della originale posizione del Marx. La parte realisti­ca , politica della interpretazione del Croce autore, come ricorda il Frosini, della defi­nizione del Marx come il Machiavelli del proletariato è una sola delle due gambe (quella dell'autonomia della politica o dell'economia) su cui si regge il suo insegnamento liberale; ma è pure una di esse. Né il Frosini trascura, sottolineando con ciò l'impossibi­lità per i pensatori dì non prender posizione critica sul Marx in quel dato perìodo della vita italiana, di esaminare, sia por con maggior brevità, le critiche che il Gentile e lo spirito di orientamento antiliberale, diedero del teorico del materialismo storico.
Tutta finora non sistemata era la materia degli ultimi due capitoli del libretto; Il primo su Antonio Gramsci e il neomarxismo in Italia. La posizione del Gramsci viene determinata tra Croce e Lenin , fra totalitarismo e storicismo , e risoluta nella azione machiavellica, nella forza e nell'attivismo. Sebbene al Frosini diano fastidio le opere di natura agiografica scritte sul grande prigioniero, si può dire che nulla gli sfugga di essenziale tra i pensieri critici e le energie che il Gramsci ha realmente suscitato; ma appunto per questo, ai ritrovano nel. volumetto del Frosini piuttosto nomi di politici pratici, di militanti come il Sereni o il Togliatti, che di studiosi appartenenti alla sua parte politica. L'ultimo capitolo è dedicato a crìtici cattolici (come il Capogrossi), idealisti (come l'Antoni, o il Calogero), liberisti (come l'Einaudi) del Marx, o a testimoni morali e ideali dell'erica socialista, come il Silone, e alla trasvalutazione della dottrina alla luce del più recente pensiero non marxista, che accade nel Banfi; il problema della critica al mar­xismo nella cultura italiana gli appare, in conclusione, come un compito aperto e non chiuso , anche se forse è chiuso l'episodio gramsciano. Due recensioni, una di un libro del Santarelli sul revisionismo, e una che discute il mito gramsciano della rivoluzione con­tadina, della mancata rivoluzione contadina del mezzogiorno completano il nitido saggio.
Del quale il maggior appunto è forse anche il maggior elogio: la brevità. Ho detto come sia essenziale a uno scrittore di materia dottrinale non perdersi nei particolari, te­nersi alle lìnee maestre, dare come sfondo e precedente gli eventi politici e non calarsi troppo in essi. Il Frosini lo ha fatto, e ciò rende il suo contributo essenziale. Ma si vorrebbe che l'economia del suo volume gli avesse consentito di esaminare un po', per ciascuno dei problemi che con molto acume ha posto, ciò che è vivo e ciò ohe è morto nella critica; onde ne risultasse non tanto e non soltanto ciò che oppone concezione a concezione, ma lo scambio di problemi e di certezze tra l'ima e l'altra. Forse una simile prospettiva gli avrebbe consentito di indugiare un po' di più su due interpretì! critioi del marxismo, uno tuttora vivente, ma fiorito al principio del secolo, cui si accenna ma che non si affronta di proposito, il Mondolfo; e l'altro del tempo nostro, Leo Yaliani. Inoltre, se si citano quegli avversari del Marx ohe, a differenza del Croce, gli rimangono estranei, come i cattolici o l'Einaudi, perchè dare il bando al Pareto, il cui legame è evidente con il Sorci, con la critica libertaria, con i sindacalisti (che cui pure sono, in un certo senso, marxisti, e in altro, antimarxisti)?
Lacuna vere e proprie, malgrado la brevità, non ne vedrei che due, da attribuirai più al due deverai tempi in cui il libretto stato concepito e poi Hinmpnto, e ai mezzi di