Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO DI STATO DI ROMA FONDI ARCHIVISTICI; CONGREGAZIONI PAR
anno <1966>   pagina <102>
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Libri e periodici
Le voci di miracoli, spassa opportunamente a Soma e ad Ancona nel 1796-97 (un po' come in Francia ncll'89), servirono a questo scopo.
Un'altra costante per comprenderò il significato storico della Cisalpina ò poi questa: Napoleone ed il Direttorio si servirono a loro volta dello spauracchio giacobino per inti­morire i possidenti, i nobili ed i membri del clero e per ricattarli poi agevolmente.
Vollero inoltre che la Cisalpina fosse uno Stato limitato e satellite, buono per essere sfruttato; salvo eccezioni, al governo non v'erano autentici repubblicani, ma dei soggetti manovrabili ed arrendevoli.
In altre parole delusero le aspettative dei giacobini e sacrificarono i bisogni delle masse sull'altare dell'egemonia francese; questa sola considerarono come una cosa sacra. Lo stesso discorso vale per le altre Repubbliche, che talvolta servirono da baratto. Con l'avvento della seconda Cisalpina e poi della Repubblica italiana le cose andarono un po' meglio; ma il binomio Melzi d'Eril-Bonapartc garanti l'ostracismo alle forze rivolu­zionarie, che tanto avrebbero potuto giovare alla causa popolare.
Intanto l'alta borghesia rafforzava hi sua posizione dominante, notevolmente ar­ricchendosi con i beni della Chiesa alienati; la religione in se stessa non fu invece toccata. Esisteva è vero un piano di annientamento del Papato, sia come forza spirituale sia come forza temporale, e di una sua sostituzione con un Vescovo romano, uguale per autorità a tutti gli altri presuli della Cristianità.
Sostenitore a Roma di tale progetto anticlericale era l'abate evangelico-giacobino Claudio Della Valle, che dopo un avventuroso passato (era stato militare ad Ancona e prima ancora collaboratore in Lombardia dei fogli rivoluzionari: Il Termometro poli­tico ed // Giornale dei patriolti d'Italia aveva proposto una Costituzione Civile del Clero che avrebbe dovuto modernizzare hi Chiesa, democratizzandola. Era stato comunque il gcn. Bonaparte nelle sue Istruzioni al Serbelloni del 18 brumaio anno VII (su memoria del Sieyès), a patrocinare per primo questa soluzione radicale che poi passò nel dimenticatoio, con il mutare della sua politica: ecclesiastica.
Una più coerente opposizione al cesarismo napoleonico trovò sostenitori solo nel partito dei giacobini estremi: del Buonarroti, del Renza, del Ceracchi, del Matera, ecc. Giuseppe Ceracchi, scultore romano, con i congiurati: Arena, Dennerville (ed altri ancora) al principio del nnovo secolo attentò alla vita del primo Console con hi famosa macchina infernale che per poco non centrò il prezioso bersaglio. Era stato uno dei protagonisti della prima Repubblica romana ed andò al patibolo con coraggio il 31 gennaio 1801.
Pasquale Matera, già che siamo in argomento, era un giacobino siciliano che aveva militato fin dal 1792 nell'esercito francese, venendo a contatto con Agostino Robespierre. il Buonarroti, il Saliceti, il Ronza, il gcn. Biron, il Basville (e hi lista potrebbe allungarsi); era stato tra i democratizzatoli della Romana e della Partenopea, appoggiando la sua azione politica olla salda autorità dei generali francesi (come lo Joubert). Finì anch'agli impiccato a Napoli l'8 ottobre 1799 dal capestro borbonico.
Cosi finirono due idealisti, due oppositori all'ordine sociale esistente; quanto al Della Valle, egli ritornò nel grembo della Chiesa e divenne un buon parroco. Tornando all'Italia del Nord, hi successiva sostituzione dell'Aldini con il Melzi significò in un primo momento un passo indietro agli effetti del progressivo sganciamento dell'Italia dall'Assillanle tutela francese, che tutti i patrioti, moderati e rivoluzionari, sognavano. Fin qui l'autore.
In compenso il Regno dilatò i suoi confini prima inglobando il Veneto e la Dalmazia, poi le Marche e l'Umbria, poi il Trentino Alto Adige; e si sarebbe espanso ben presto anche sul Po, sulla Sesia, net Canton Ticino e nel Lazio se le circostanze lo avessero permesso.
La creazione napoleonico aveva dato corpo a idee prima solo letterarie, aveva ri­parlato di libertà ed unità d'Italia, aveva formato un'amministrazione italiana, una ban­diera ed un esercito, una diplomazia, un Codice, dei tribunali. Qui sta l'importanza pre­cipua di diciassette anni di dominio napoleonico in Italia; non sappiamo fino a qual punto Napoleone volesse o non volesse un'unità d'Italia, ma quel che importa di più è che ne mise le premesse. A parte l'epoca del caotico triennio. Napoleone pose le basi dell'Italia moderna e lasciò dovunque In impronto del ano genio.