Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVIO DI STATO DI ROMA FONDI ARCHIVISTICI; CONGREGAZIONI PAR
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1966
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Libri e periodici 103
Questo lento processo di rinascita italiana, purtroppo fu accompagnato dallo sfaccio economico, con le conseguenze ricordate dal De Felice.
Ma, come s'è detto agli inizi, non possiamo interpretare l'epoca napoleonica unica mente alla luce dei fatti economici che ne costituiscono il sottofondo, né sulla base delle Corrrespondances spesso poco tenere verso gli Italiani. In sede di ricostruzione storica è giusto non basarsi sui limiti e ricercare la realtà di una situazione politica-sociale. ritrovando tematiche antiche; ma non si può prescindere dalla personalità eccezionale di un uomo come Napoleone. Ciò che quest'ultimo ripetè a Sant'Eleua: aspettare la maggior età del re di Roma per incoronarlo re dell'Italia unita, è un alibi per la storia o è la rivelazione d'un pensiero a lungo accarezzato?
Bimane uno dei dilemmi più affascinanti della storia italiana.
Ma ritorniamo al nostro volume; ci resta da considerare il saggio relativo agli Ebrei in Italia. Anche quest'argomento è pressoché sconosciuto dal gran pubblico e meriterebbe un ulteriore approfondimento.
La condizione degli Israeliti era rimasta quella dei secoli precedenti, prima che irrompessero i battaglioni francesi. Dopo tale evento gli Ebrei collaborarono coi nuovo regime che prometteva di redimerli da uno stato d'inferiorità politico e civile (il sacco del ghetto di Sinigaglia avvenuto nel 1799, mostra d'altra parte che i pregiudizi popolari, alimentati dall'odio degli Austro-Russi, non erano ancora spenti).
In seguito, la convocazione nel 180607 a Parigi d'Assemblee e Sinedri di Israeliti francesi ed italiani, fu salutata dagli interessati come l'inizio d'una nuova era sotto gli auspici di Napoleone. Di fatto furono promulgate nel 1808 norme giuridiche, per mezzo delle quali gli Ebrei dei due Paesi acquistarono il diritto di cittadinanza; l'autore lamenta che le successive limitazioni all'attività economica, colpendo l'usura (o meglio il prestito ad interesse, che oggi è praticato dalle banche) abbiano rovinato le non già flòride finanze degli Israeliti italiani.
Nel recente volume a carattere divulgativo di E. Pietri (Napoléon et les Ismélites, Paris, BergerLevrault) leggiamo la notizia che il decreto napoleonico d'emancipazione, trovò forti opposizioni in Alsazia ed altrove. Ciò obbligò l'Imperatore ad ordinare emendamenti limitativi del decreto stesso, ch'erano di natura transitoria. In ogni caso la legislazione napoleonica fu la prima ad assicurare agli Ebrei i diritti di tutti gli altri citta?. dini, legò al regime del nuovo Carlo Magno gran parte delle comunità israelitiche e servì di modello anche dopo la Restaurazione. GIANFRANCO DE PAOLI
R. FASANARI, Le riforme napoleoniche a Verona (1797-1814); Verona, Comitato dell'Istituto per la storia del Risorgimento, 1964, in 8, pp. 202. S. p.
Lo studio del periodo rivoluzionario e napoleonico in Italia ha avuto illustri cultori, aia per i più. appariscenti aspetti militari e politici, sia per quelli legislativi e più propriamente riformistici. Sono stati così esaminati con cura i provvedimenti di carattere generale, introdotti nel campo amministrativo, giudiziaria, fiscale ed ecclesiastico, che ebbero tanta importanza innovativa nella vita civile del nostro paese da risentirsene spesso l'effetto fino ai nostri giorni. Ciò non toglie che molti particolari del grande quadro dell'età napoleonica siano rimasti nell'ombra, imperfettamente conosciuti, o valutati piuttosto nelle premesse che nelle' concrete conseguènze, più da vicino. Quindi ci è parso assai opportuno il presente lavoro di Raffaele FasOnari ormai veterano di questi studi il quale considera attentamente i riflessi ohe le riforme d'impronta francese ebbero nel territorio di Verona; e del paci opportuna ci è parsa l'iniziativa del nostro Comitato veronese di farsene l'editore.
Singolare posizione quella di Verona, città ragguardevole della terraferma veneta, al confine tra la Cisalpina e il territorio annesso all'Austria, anzi in un primo periodo che va dal 1797 ul 1806 divisa essa stessa tra i due Stati dall'Adige che l'attraversa. Perciò Io studio riveste il doppio interesse di mettere in luce la precìsa situazione veronese e di intendere, attraverso un'esperienza locale, il significato d'un avvenimento di portata