Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO DI STATO DI ROMA FONDI ARCHIVISTICI; CONGREGAZIONI PAR
anno <1966>   pagina <112>
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Libri e periodici
o spccialmoatc nei loro contrasti sulla condotta generale delle operazioni: J offre, Foch, Petalo, Mangia ecc. ITA. appressa Foch e Potala, ma almeno sino al 1917 è assai critico verso il primo per il costante desiderio di traesti di fare attacchi (e lo definisce argutamente il maresciallo Vorwarts); con un sospiro di sollievo Favelle accoglie a fine luglio 1915 la disposizione di .[offro di non compiere operazioni offensive. Il comando supremo francese prepara un grande colpo contro i tedeschi in Champagne e in Artois per settembre; ma l'offensiva sostanzialmente fallisce e il nostro A. meditando su di essa osserva, il 12 nov. 1915, che gli alti comandi sono imbarazzati, non sanno che cosa fare. In verità lo stesso Fayolle partecipa di questo imbarazzo poiché, se è vero che continua a predicare In necessità di svolgere soltanto operazioni in grande stile con una preparazione minuziosa, non può non osservare la difficoltà per le nazioni dell'Intesa di superare i Te­deschi. Non mancano quindi nel diario, a partire dall'inverno 191516 annotazioni secondò le quali la guerra si risolverà per vie e con mezzi diversi da quelli militari (usura eco­nomica, vie diplomatiche) e comunque piuttosto sui mari e nell'aria che non per terra. Alla fine di febbraio 1916 Fayolle ottiene il comando della 6* armata ed alla testa di essa partecipa nell'estate successiva alla grande battaglia della Somme. Qui si può osservare una interessante analogia con la condotta delle principali offensive italiane del 1917: come poi sull'Isonzo, il successo della battaglia della Somme si esaurisce contro il parere di Fayolle dopo lo sforzo principale in attacchi parziali, con risultati assai esigui. Su questo problema anzi si verifica un contrasto abbastanza vivace tra il nostro A. e il gen. Foch, al quale egli continua ad imputare la mania di attaccare, mentre per parte sua Foch sembra aver rimproverato al Fayolle un eccesso di prudenza. A questa diver­genza l'A. fa risalire il suo trasferimento alla 1 armata nella zona dell'Oise il 31 dicem­bre 1916. Ma egli non è affatto messo da parte poiché nel marzo del 1917 viene nominato comandante del gruppo di armate di centro, restando per il momento in riserva. Alla testa dell'esercito francese è ora il gen. Nivelle, che, coadiuvato dal Manghi, prepara una grande offensiva di primavera; il Fayolle ha sempre sostenuto la necessità di cercare il grande sforzo che desse veramente un nnovo corso alla guerra, ma il piano di Nivelle non lo convince per le caratteristiche di astrazione e per l'eccessiva regolarità cronometrica dei tempi di lotta previsti. Non lo sorprende pertanto lo scacco dell'aprile allo Ghemin dee Dames ed è invece per lui motivo di valutazione positiva la nomina di Pétain al posto di Nivelle. Da questo momento, maggio 1917, la guerra francese è nelle mani di Pétain e di Foch, che divengono anche nei Cahier* i protagonisti della narrazione.
Anche nelle pagine del Fayolle si trovano, sia pure brevemente, ricordate le sedi­zioni di interi reparti e di grosse unità: nel corso del mese di giugno del 1917 egli registra fra le sue truppe gravi disordini a pio. riprese, tanto da esserne seriamente preoccupato. E interessante osservare che anche il nostro A., in modo analogo al Cadorna e ad altri capi militari italiani che si trovavano nello stesso periodo di tempo alle prese con gravi segni di insofferenza da parte delle truppe, accusa il proprio governo di debolezza e di eccessiva condiscendenza verso gli operai delle fabbriche e i socialisti. C'è come un parai-lelismo nei due paesi nell'atteggiamento degli alti comandi nella diagnosi dei tumulti fra le truppe e nel comportamento verso la direzione politica del paese, ma con la diffe­renza importante che per risollevare il morale dei soldati il Pétain, contrariamente al pia autoritario e chiuso collega italiano, compiva ben presto numerose visite alle truppe. Le repressioni tuttavia furono in Francia forse più. drastiche.
I successi dell'Intesa nell'estate del 1917 non appaiono al Fayolle decisivi; quando poi l'offensiva tedesca un Riga dà un grave colpo alla Russia già indebolita dalla rivolu­zione di marzo e dalle sue conseguenze, egli esprime l'opinione che nell'avviare la guerra alla conclusione sarà soprattutto l'opera della diplomazia se la Russia terrà ancora; in caso inverno invece gli imperi centrali si volgeranno contro l'Italia, riprenderanno il Ve­neto e forse la Lo tuba rdin; poi sarebbe la volta della Frauda (p. 238). H Fayolle scriveva queste cose il 27 settembre 1917; neanche un mese dopo l'offensiva austro-tedesca contro l'Italia rompeva il fronte dell'Isonzo e io duceva il comando francese a destinare al fronte italiano alcune divisioni di soccorso* il cui comando veniva affidato proprio al Fayolle. In verità questi non aveva alcun desiderio di lasciare il teatro di operazioni francese; nel