Rassegna storica del Risorgimento
CAPOMAZZA CARLO
anno
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1966
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pagina
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597
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// brigantaggio meridionale e il pensiero ili Carlo Cu pò mazza 597
quegli anni, ma anche la capacità di antivedere lo svolgimento che quegli stessi fatti avrebbero avuti in tempi non troppo lontani.
Mìo caro Padre,
sono interamente del vostro avviso, che la intemperanza e la imprudenza di taluni ci potrebbe guastare un bene così grande e così inaspettato. E questa è una ragione di più a convincere gli uomini di senno che non debbono tirarsi fuori dagli uffici pubblici, lasciandoli in mano di pochi pazzi. So che la cosa non è senza pericolo di perdere la stima e la pubblica fama per qualche tempo; ma per evitare questo male non grandissimo, s'incorre in un guaio peggiore. Del resto dovete convenire che il nostro governo dalla parte sua fa tutto per perdere sé e manda noi in rovina. Non ha la forza di resistere al torrente, che lo trascina; e non ha la prudenza di antivedere le cose che sarà costretto a fare, e mostrare di farle da sé di buon grado. Per esempio in quest'ultimo affare della Lombardia; vedendo tutta l'Italia gittata sopra i tedeschi, non doveva comprendere che un egual desiderio sarebbe sorto a Napoli? Anzi non doveva bramare che sorgesse? E che figura farà il Regno in Italia, se Carlo Alberto s'impossessa, solo, della Lombardia? Non sarebbe questo un gran passo a renderlo Signore di tutta Italia? E poi a me sembra che questa sia un'occa' sione bellissima da mandar fuori i cervelli più bollenti; o discreditarli, se non partano, colla mostra di viltà, che avranno data. H nostro governo, invece, se ne sta colle mani alla cintola a guardare, sente le grida di qualche centinaio di giovani china il capo e dice amen. Se questo non vuol dire mandarci all'anarchia, non so che cosa vuol dire. Se avete occasione di vedere qualcuno, fateglielo capire bene per la salute loro e nostra.
Vi bacio le mani
Vostro figlio Carlo
Come si rileva dalla lettura, nel Capomazza, similarmente a tutti i mode rati del tempo, c'era la preoccupazione che elementi estremisti prendessero in mano il governo, nel nuovo stato di cose creatosi con la concessione della Costituzione, guastando, con un comportamento intemperante, data l'assenza nell'agone politico di elementi moderati e di Sicura esperienza, il regolare avvio della nuova vita costituzionale del Regno. Su quanto egli vedesse esattamente le cose che stavano per accadere ci sono di valida testimonianza i fatti del 15 maggio 1848, dovuti proprio alle intemperanze di fazioni estreme, incapaci dì accettare una soluzione moderata e non preparati, d'altro canto, per forme più avanzate e diverse. *'
Per quanto, poi, concerne la posizione del Regno nei confronti dello Stato sardo c'è nel Capomazza chiara l'idea che una ulteriore assenza dell'esercito delle Due Sicilie dai campi di Lombardia, avrebbe concentrata tutta l'ini* ziativa della guerra allo straniero nelle mani di Carlo Alberto, dandogli, in* sicme con una immensa popolarità fra gli elementi liberali italiani, anche la possibilità di attuare la tradizionale politica del carciofo e di farsi signore di tutta Italia.
Sull'adesione del Capomazza all'unità, attuatasi nel modo esattamente previsto e paventato nel 1848, non abbiamo documenti che volgano a lumeggiarla
') Vedi anche Fi. Nmt, Vita italiana del Risorgimento, terza serie (1846-1849), Firenze, 1900.