Rassegna storica del Risorgimento
CAPOMAZZA CARLO
anno
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1966
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pagina
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599
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Il brigantaggio meridionali e il pensiero di Curio Capo mazza 599
dell'iniziativa popolare e della repubblica. In effetti, con una politica conciliante, e per fondere i partiti mezzani, i difensori moderati di Francesco II ed ì difensori moderati dell'Italia, si era irritato l'elemento garibaldino, ossia la classe popolare e viva che rimaneva nel paese... I Borbonici inasprivano i rancori e compiangevano Garibaldi di gran cuore. Si mascheravano da patrioti avanzati, anche da mazziniani, per cominciare il tumulto, dividere e porre in collisione il partito nazionale . u II comitato legittimista di Napoli, presieduto prima dal conte dì Camaldoli e poi, dopo l'arresto di questi, da Achille Cosenza, agì, tramite il suo rappresentante Ferdinando Galizia, in modo da impegnare il Partito d'azione in un programma comune; rappresentava tale ultima corrente a Napoli Giuseppe Ricciardi, repubblicano convinto, assertore della necessità di mantenere al Napoletano la sua antica autonomia. Dei rapporti fra il Ricciardi ed il Galizia ci fa fede una lettera citata dal Nisco, tratta dagli incartamenti del processo contro Achille Cosenza. La lettera del Galizia è indirizzata al Cosenza. La riportiamo integralmente: ÀI primo mio arrivo a Napoli non cessai di portarmi dal Signor Giuseppe Ricciardi e lo trovai molto cortese ed amabile e dopo diversi discorsi volle essere informato di tutto il mio operato con il partito realista, e dopo avergli esposto rutto mi diceva di presentarmi davanti il comitato, onde esporre il programma del nostro principe.
Il giorno appresso ho veduto Cattabene, -> che vi assicuro con tutto l'animo che ora è più nostro che del partito d'azione, il quale mi ha messo a giorno di tutto il loro piano di movimento e mi assicurò, sul suo onore di galantuomo, che non vi era nessunissimo inganno da parte loro, come io gli assicurava che non vi era da parte nostra. Ma sembra che essi non sono sicuri di quanto mi promettono, e perciò sono un poco esitante. Questo l'ho rilevato da mia visita che feci ristesso giorno all'altro capo del partito, il quale mi ricevè molto bene e mi assicurò che essi tutti erano sicuri della riuscita e della loro lealtà, ma temevano che non fosse lo stesso dalla nostra parte, però dietro le mie assicurazioni mi sembrò convinto .31
Abbiamo detto che nel 1860 i fatti, le lotte e le rivalità politiche non erano molto dissimili da quelle che avevano reso impossibile l'avvio della vita costituzionale del Regno nel 1848. Ma vi erano due elementi nuovi: da un lato l'iniziativa cosciente dei moderati che non erano restati ai margini dell'agone politico, ma vi si erano inseriti con un ben preciso programma; dall'altro la sollevazione armata nelle campagne.
Il brigantaggio non era un fatto nuovo per il meridione d'Italia: si può dire, mutuando un termine medico, che esso, quando non raggiunse stadi dì
i) MARCO MONNIKII, Notista Marietti documentale sul Brigantaggio nelle provincia napoletane dai tempi di Fra Diavolo fino ai giorni nostri. Aggiuntovi Finterò giornale di Borie** finora inedito, Firenze, Barbera, 1862, pp. 77-78.
2) Nella lettera non i riportato il prenome; trattasi, probabilmente, di uno dei fratelli C. Battista e Vincenzo Cattabanì dello Marche. Vincenzo ebbe gran parto nell'organizzazione della spedizione garibaldina conclusasi ad Aspromonte e curò amorevolmente Garibaldi ferito, accompagnandolo a La Spezia. Rinchiuso nel forte di Fene-strette, diede agni di alienazione e moti pazzo nel manicomio di Aversa. Sai Catta-Beni vedi: D. SPADOIU, / Cairoti delle Marche, Macerata, Libreria editrice marchigiana, 1906.
*) N. rsrsco. Storiò civile del Regno il'linliii, Napoli, Morano, 1890, voi. V, pp. 120-
121.