Rassegna storica del Risorgimento

GALLARATI SCOTTI TOMMASO
anno <1966>   pagina <610>
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Leopoldo Marchetti
perché l'Italia pò [tessei riprendere il canini ino sulla via della sua tradi­zione liberale e [fosse] ancora pronta a riprendere con ogni sacrificio la sua indipendenza in armonia coi popoli liberali .*)
L'indomani dell'8 settembre, riparò in Svizzera e di li continuò la lotta contro le forze negatrici della libertà.
Assolse, successivamente alcuni incarichi diplomatici: fu, nel 1945, amba­sciatore d'Italia a Madrid e, quindi, a Londra. A simili incombenze non era nuovo: già nel 1919 era stato a Versailles con il generale Luigi Cadorna.
Studioso attento ed acuto, indagatore metodico ed instancabile, talora lo interessarono uomini e vicende risorgimentali. Soprattutto, senti l'attrazione di una delle più spiccate personalità milanesi vissute fra il Sette e l'Ottocento: Francesco Melzi d'Eril, duca di Lodi. Fra l'altro, gli era pervenuto per eredità materna uà cospicuo fondo di carte melziane conservate a Bellagio, nella villa dove egli amava ritirarsi e dove solevano convenire le personalità più eminenti di ogni parte del mondo.
Nel 1956, al fine di far conoscere nella giusta luce, nelle reali dimensioni l'opera del suo ascendente suggeriva, d'intesa col Museo del Risorgimento na­zionale di Milano, una nuova edizione della corrispondenza politica, diploma­tica e privala del Melzi, essendo quella pubblicata nel 1865, a cura di Giovanni Melzi, disorganica, frammentaria e incompleta. I risultati di questa sua pro­posta sono tangibili; nel volgere di circa dieci anni sono stati pubblicati otto volumi che comprendono 3492 documenti e riguardano l'azione di Fran­cesco Melzi durante la vice-presidenza della repubblica italiana e il regno d'Italia e sta per apparire il nono ed ultimo volume relativo al congresso di Rastadt. Un corpus davvero cospicuo, alla cui realizzazione Tommaso Gallarati Scotti non ha mancato in più congiunture di dare un apporto considerevole sotto ogni profilo.
La sua produzione naturalmente, come storico non è abbondante: ricordiamo Giuseppe Mazzini e il suo idealismo politico e religioso (1904), Adamo Mickietvicz (1915), Cadorna (1921), Italia e Inghilterra nel Risorgimento (1952), Il '59 e Milano (1959), Il conclave del 1800 (1961), Idee e orientamenti politici e religiosi al Comando supremo: appunti e ricordi (1962). Lavori di non grande mole, ma validi per le intuizioni, per le interpretazioni, oltre che per l'effettiva padronanza della materia.
Membro della Commissione consultiva del Museo del Risorgimento nazio­nale di Milano, del Consiglio direttivo del Comitato milanese dell'Istituto per la storia del Risorgimento, nel lontano 1906 aveva egregiamente lavorato, quale segretario del Comitato esecutivo del Primo congresso e saggio di mostra siste­matica per la storia del Risorgimento italiano. L'iniziativa, promossa nel gen­naio di quell'anno dal l'ali ora sindaco di Milano, Bassano Gabba, si realizzò a novembre. Nel capoluogo lombardo si riunirono, tra il 6 e il 9, illustri rappresentanti del patriottismo ed insigni storici i quali, a conclusione dei lavori precisamente nella seduta del 9 pomeriggio costituirono la So­cietà nazionale per la storia del Risorgimento italiano, trasformata nel 1934 in Istituto per la storia del Risorgimento italiano. II Gallarati, naturalmente, fu tra i fondatori.
l> La lettera è stata pubblicata integralmente da Alberto Giovannlni cfr. Un do* aumento inedito, hi Stato sociale, 1966, . 7, pn. 651 gg.