Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
anno <1966>   pagina <623>
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Mirri e periodici
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clic aveva inquadrato il segretario fiorentino in un temilo di decadenza militare e politica e di massimo folgore artistico e civile.
Il Cervini.* aveva acrennato dal canto suo alla modernità, alle profonde istanze innovatrici insite nel pensiero machiavellico: l'autore del Principe avrebbe desiderato ardentemente una riforma generale delle leggi e dei costumi, nel quadro di Un nuovo Stato. Aveva compiuto tra l'altro un curioso parallelo tra il principe nuovo che avrebbe dovuto reggere quest'ultimo e Napoleone.
Ansai prossimo a quello dello Zambelli è il giudizio del Ferrari, l'insigne scrit--KgEe federalista. In un suo scritto del 1849 questi notò che v'era una continaia sto* rìca tra il Rinascimento e le grandi rivoluzioni dell'età moderna (Riforma e Rivolu­zione francese) e che il Machiavelli fn figlio del suo tempo. Come tale ne rappresentò i pregi, ma anche i vizi : l'individualismo, l'assenza ili grandi ideali e la tipica astuzia italiana d'ogni tempo, la decadenza morale. Per il Ferrari egli fu l'emblema d'un decadimento storico e delle rivoluzioni future.
La più significativa e la più azzeccata definizione la dobbiamo invéce al De Sanctis: il Machiavelli fu il più autentico fondatore dei tempi moderni.
Non molto diversamente la pensano oggi gli studiosi del pensiero politico occi­dentale. Lo stesso autore della Storio delta letteratura scrisse all'indomani della defi­nitiva caduta dello Stato pontificio: Il potere temporale crolla. E si grida all'unità d'Italia. Sia gloria a Machiavelli ! .
GIANFRANCO DE PAOLI
ADRIANO BAUSOLA, Filosofia e storia nel pensiero crociano; Milano, Casa Editrice Vita e Pensiero , 1965, in 8, pp. 254. X. 4500.
Gli studiosi di storia, i quali non possono non impegnarsi nelle riflessioni meto­dologiche e critiche relative alle condizioni e ai caratteri generali delle ricerche sto­riografiche, troveranno in questo libro del Bausola (specie nella seconda parte di esso, più particolarmente dedicata ai temi della epistemologia della conoscenza sto­rica in Croce) molteplici motivi di interesse.
Si tratta di un libro sul Croce scritto da un autore non crociano; ma si può pur osservare che il metodo seguito, scrupolosamente storico, preoccupato dì collocare le varie prospettive crociane nel loro svolgimento, con una precisa e pertinente docu­mentazione, da un lato, ed insieme teoreticamente impegnato (con una sollecitudine di serena collocazione teoretica altrettanto assidua) dall'altro, permette di dire che Croce è stato studiato, ci si perdoni il gioco di parole, crocianamente.
Noi non ci soffermeremo sugli aspetti più propriamente speculativi del libro (non è questa la sede per farlo), e punteremo L'attenzione sui temi riguardanti più da vicino le dottrine crociane sulla struttnra della storia e la conoscenza storica. Un punto, però, e necessario richiamare dell'esame compiuto dal Bausola della filosofia teoretica crociana. Ci riferiamo alla lesi del Bausola, per la quale la posizione logica fondamentale del Croce è quella che si esprime in un radicalo immediazionismo : nel rifiuto, cioè, di ogni logica dimostrativa. Il Bausola mette bene in visto, come tratto-tipico del discorso rocia.no, il fatto che il Croce rifiuta ogni deduzione, ogni dimo­strazione per inferenza, ogni collegamento su base dimostrativa, cioè, tra elementi della realtà. Solo tra i concetti < i quali per il Croce colgono gli aspetti universali del reale, e cioè le quattro forme universali, imprescindibili dello spirito che è tutta la realtà) sono affermabili implicazioni reciproche necessarie; al di fuori di essi (al di fuori anche delle forme spirituali nella loro purezza) non sono Affermabili che colle­gamenti di fatto, e mai relazioni necessarie, che possano essere scoperte deduttiva­mente (pp. 33-52).
Uno degli impegni interpretativi più rilevanti del Bausola, portato a termine con profondità, e non risultati illuminanti per molte questioni, è quello di provare che questo hnmediazionlsmo ha un peso molto forte nel determinare alcune delle più-note tesi crociane in sede di teoria dello storiografia* Prima di illustrare tutto questo, ricorderemo le pagine efficaci (pp. 181*192') nelle quali il Bausola esamina, partendo-