Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
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Libri e periadici
dai primi scrìtti in cui esse compare (ad es. il saggio del 1895 Intorno ulta filosofia aètta storia) fino alle prese di posizione pia recenti, l'efficace crìtica crociana alla filosofia della storia. Particolare interesse riveste, dal nostro ponto di vista, il capitolo dedicato dal R a usala alla Contemporaneità della storia. Che ogni storia sìa sempre contemporanea è tesi notissima del Croce; ciò che il Bansola qui apporta di originale, può essere condensato (a parte molte ani te osservazioni particolari) nei seguenti termini. La dottrina crociana ha, rome sua più importante conseguenza il superamento dello scetticismo e dello agnosticismo storici: contro chi osserva che delle testimonianze altrui non ci sì può fidare, e che noi conosciamo solo una minima parte dei fatti storici, il Croce risponde utilizzando la sua dottrina della contemporaneità della storia. Per il filosofo napoletano < ciò che ci muove all'indagine storica è un presente interesse a rivivere in noi esperienze del passato analoghe a quelle che ora viviamo, ed a conoscere lo spirito nelle individue realizzazioni delle sue forme universali . Secondo il Croce, ciò che ci spinge all'indagine storica è l'esigenza di riper-correre nella loro individualità le determinate forme che lo spirito assume nel tempo. Ora, da questo punto di vista, osserva il Bausola, viene ad essere irrilevante il fatto bruto della esistenza effettuale di ciò che è stato narrato, o l'effettivo credere in ciò che scrìveva, da parte del filosofo che stiamo studiando: a noi interessa quella determinata individuazione dell'universale che attraverso i segni esterni ora riusciamo a penetrare.
Se questo è vero, risulta poi comprensibile che, -rispetto a questo tipo di interesse, si possa considerare risolta facilmente la questione della conoscibilità del passato anche di fronte all'obbiezione agnostica: se un fatto ci è stato tramandato, esso ha la sua intelligibilità (esso è unità di individuale e universale), e, quindi costituisce qualche cosa che è capace di soddisfare, per questa sua pienezza, il nostro attuale interesse. Se qualcosa dei fatti passati non è stato da noi o da altri registrato, vuol dire che questo qualcosa non risultò importante, al di là dell'attimo in cui fu vissuto.
Il Bausola riconosce che il Croce mette in luce un effettivo aspetto della conoscenza storica, e per un certo lato contribuisce a togliere via il temuto scetticismo; ma egli osserva anche (ecco il contributo interpretativo del Bausola) che la posizione crociana finisce per cadere in un puro contemplati vismoi se la conoscenza storica deve aiutarci a capire meglio il passato effettuale, nella sua complessità, per agire meglio nel presente, allora non è certo indifferente sapere se i fatti narrati dagli storici siano autentici o no, se le dottrine proposte dai filosofi fossero véramente da questi credute, o no. Il Bausola individua però ne La storia come pensiero e come asiane una proposta crociana che permette di superare il contemplativismo sostenuto in precedenza (soprattutto in Teoria e storia della storiografia). Nella Storia come pensiero e come azione, H Croce riesce a mantenere il riconoscimento deU'insicnrezza delle testimonianze e della illimitatezza delle fonti, sostenendo insieme la funzione illuminatrice dell'azione attribuita alla storia: è, questo, un punto finora sfuggito agli interpreti del pensiero crociano, che il Bausola sa mettere bene in luce.
Come si vede, per una adeguata comprensione delle stesse più, note, ed apparentemente più facili dottrine storiografiche crociane, è necessario un approfondimento filosofico notevole. È merito del Bausola il saper dare soddisfazione a questa esigenza di approfondimento. Non si può, in questa sede, seguire il Bausola in tutte le pieghe del suo discorso; basti qui aver dato qualche esempio del suo stile di ricerca; noi qui ricorderemo ancora, come particolarmente interessanti, le analisi bausoliane di alcuni importanti temi crociani: ad esempio, quello consistente nella negazione del progresso di opera in opera (pp. 225*232); oppure le considerazioni sul nesso tra filosofia e .storia, della filosofia (pp. 140-145), o ancora quelle sul carattere autobiografico di ogni storia (pp. 232-285), Interessanti sono anche i rilievi sulla negazione crociana ilei (a Kulturgeschichte (pp. 242-246) e sulla critica crociana del determinismo storico /pp. 185-187).
TI bilancio sol libro del Bausola, si deve concludere, è decisamente positivo.
EMILIO COSTA