Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
anno <1966>   pagina <626>
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Libri e periodici
inalimi nel -no spirilo la comparsa in fatta Europa (e iuim!i iti Italiat dei primi periodici politici d'opinione.
Con l'elfi napoleonica e l'accentuarsi deli e aspirazioni Tuaiiarìe in Italia e in Germania, il quudro .-i Fa più largo e vario. Possiamo seguirvi la lampa clandestina, speriti quella mazziniana ; i fogli romantici e popolari, i giornali agricoli, per fanriiilli. di moda, musicali, satirici e illustrati; i primi periodici operai e la vasta pubblicistica del *48. Di molti vengono ricordati articoli fumosi, fattori determinanti della storiai e la schiera dei fondatori, redattori e collaboratori più. in vista; e le innovazioni tecniche, numerose nel secolo XIX. con la nascita di nuove specializzazioni: dalla telegrafia alla rotativa, all'agenzia di stampa, alla stampa gialla, alla corrispondenza di guerra. Citiamo alla rinfusa, tra il cospicuo materiale offerto alla nostra considera* zinne dui volumi del Gliela, che sanno dirci molte cose nuove o Inaspettate o curiose, interessando vivamente il lettore a questo grande romanzo che è l'affermazione del giornalismo nel mondo.
Ancora è data giusta parte a manifestazioni d'opinione che giornalistiche prò* priamenlc non sono* canzoni popolari cartoline propagandistiche, manifesti e fogli volami. Venendo agli anni più recenti, è seguita con attenzione la nascita di agenzie e di giornali, come di enti radiofonici e televisivi nei paesi nuovi e in vìa di sviluppo. Con simpatia : vista soprattutto ogni manifestazione di libertà politica, economica e civile, ed il libro può concludersi con la rievocazione dell'opera insostituibile svolta dalla stampa durante l'insurrezione ungherese del 1956 - - che ha avuto una vicenda breve, ma certo (come oltre sconfitte e delusioni) non è stata vissuta invano.
Riesce peraltro difficile dar conto dei tanti motivi che l'Autore Ini voluto mettere in luce o anche solamente accennare currentì calamo. Talvolta avremmo desiderato un maggior ordine e precise indicazioni bibliografiche, anche a scapito della scorrevolezza della scrittura. Due accurati indici delle pubblicazioni e dei servizi giornalistici, dei personàggi storici e degli autori, sopperiscono invero alle nostre esigenze, mentre la bibliografìa che chiude il secondo volarne resta piuttosto scarna e non ci lascia soddi­sfatti. Molte e spesso acutamente commentate le illustrazioni, che sono per buona parte originali e poco note.
Complessivamente dobbiamo riconoscere che abbiamo davanti un libro assai utile e nuovo, frutto di ampia informazione et postante entusiasmo per la materia, che es­sendo immensa, spesso dispèrsa e mole ordinata in archivi e biblioteche, non è stato facile ridurre ai suoi caratteri salienti e comuni. É encomiabile lo sforzo compiuto, e quasi sempre riuscito, col piale il Gaeta ha tracciato la sua storia su una prospettiva universale nel tempo e nello spazio. Gli ulteriori studi e i contributi, che certo non mancheranno, e saranno anzi numerosi in una disciplina ai suoi inìzi come la storia lei giornalismo, dovranno tener conto a lungo di quest'opera che fa insieme il punto e la stimma delle nostre attuali conoscenze.
SERGIO CELLA
M. VITERBO (PEUCEZID), Conto del Sud; Bari, Laterza, 1959, pp. 429; Gente del Sud. Da Masaniello alla Carboneria, Buri. 1962, pp. X1I400- // Sud e l'Unità d'Italia Bari. 1966, pp. 595. L. 6.000; 6.500.
Se si scorrono, attraverso il volgere dei secoli, le vicende del Mezzogiorno con spirito di affettuosa comprensione si rileva che molti luoghi comuni sono diven­tati verità fondamentali.. iCtyti bisogna partire dallo origini della storia, dai tempi nebulosi della Magna Grecia, come fu M. Viterbo per comprendere come la soluzione dei problemi del Mezzogiorno va cercata sul luogo e deve essere trovata dalla sua steNfta gente.
Già dal sor. VI u.C. in poi, quando ancora la pianura padana era coperta di selvagge boscaglie in cui il Po si scovava il letto sinuoso, l'Italia meridionale era un territorio ricco e civilissimo. Le fiorenti citta delle costo ci hanno lasciato una splendida docnmeniozionc della loro opulenza e del vivo senso d'arie del loro abi­tanti negli splendidi tesori numismatici, autentici piccoli capolavori, che ci sono