Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
anno <1966>   pagina <629>
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Ma 1 ardente giacobino non dimenticava dì essere soprattutto napoletano e la nota più caratteristica ed onorevole del suo governo e data dalla resistenza olle richieste eccessive e spolatrici dei Francesi. Il commissario del governo francese Fuypoult e lo stesso generale Mac Donald urtarono sempre nella ferma e decisa resistenza del Cinja, quando cercarono di saccheggiare senza misura il regno di Napoli. Intanto le truppe del cardinale Ruffo avanzavano lentamente, ma decisamente e si ebbero i noti avvenimenti della resa e del patti violati. Il 29 ottobre 1799 Ignazio Ciaja con Dome­nico Cirillo, Mario Pagano e Giorgio Pigliacelli, veniva impiccato a Napoli, in piazza del Mercato. Già altri li avevano preceduti sul patibolo, tra col i salenti ni Francesco Astore, Oronzo Massa ed Ignazio, Falconieri.
A tale riguardo nòta con amarezza il V.: Poche targhe stradali sono a loro intitolate, e si è dato il caso come in una città pugliese per Ignazio Falconieri che qualcuna di esse sia stata sostituita con altro nome ( p. 198). Osservazione tanto più valida, in quanto la fervida fantasia di membri delle varie commissioni di topo­nomastica è sempre pronta a ricordare i nomi più peregrini e meno legati alle vicende storiche locali.
Dai fatti del 1799 si passa per logica conseguenza al periodo napoleonico e FA. non manca con grande abilità e profonda conoscenza delle cose meridionali di met­tere in particolare rilievo hi partecipazione degli uomini del Sud alle imprese napo­leoniche. Il valore dimostrato dal colonnello Mirabclli nella difesa di Amantea, il giudizio favorevole di Napoleone sui paysans de Calabre* i duelli tra Italiani e Fran­cesi in servizio nelle armate napoleoniche, come quelli che ebbero a protagonisti i generali napoletani Caracciolo e Filangieri, sono tutti elementi che permettono all'A. di intessere una trama sottile e convincente, atta a valorizzare le virtù militari dei meridionali, là dove potevano mettersi in luce. Così per tutti gli avvenimenti bellici napoleonici, dalle campagne di Spagna a quelle di Russia, è ricordata la partecipa­zione dei meridionali e sono indicati i nomi di alcuni volontari o coscritti di Terra di Bari che in Russia militarono nella guardia d'onore dell'Imperatore (p. 231).
In modo personale ed originale è poi vista l'opera di Marat, in cui il V. ritiene di scorgere un impulso ed un'iniziativa del regno di Napoli all'unificazione d'Italia e definisce la campagna del Murai come la prima guerra per l'indipendenza d'Italia. È una tesi suggestiva che vale soprattutto a caratterizzare la grande passione e l'amore dell'A. al suo tema ed alla sua terra.
Interessanti sono poi gli ampi squarci del diario del capitano pugliese Maliardi, di Poli guano a Mare, relativi alla campagna muratìana del 1815 e sarebbe sperabile si procedesse alla pubblicazione integrale del diario, di cui sinora sono state edite solo alcune parli.
Un'analisi fine ed acuta ci da poi FA. della Carboneria e della società dell'Italia meridionale di cui coglie Patteggiamento antimassonico ed antifrancese ad esempio nell'elezione del filo borbonico Carmine Sylos di Bitonto (p. 277). Lo sviluppo della Carboneria è ambientato nel mondo economico-sociale pugliese e l'A. ne traccia un profilo acuto ed informato, trattando delle dure condizioni di vita dei contadini pugliesi e del problema della terra, che costituì uno dei più scottanti problemi del mondo economico-sociale del sec, XIX nell'Italia meridionale. La narrazione è sempre resa vivace do aneddoti e note curiose. Così i divertenti episodi che provano l'igno­ranza di Emanuele Parisi, nominato nel 1817 ministro dell'Interno da Ferdinando I, o le voci che corsero e le illazioni avventate che circolarono quando il sovrano decise di tagliare il codino, simbolo di conservatorismo e reazione, 'Sono episodi che ren­dono più piano il discorso, che si allarga di respiro nella trattazione degli avveni­menti napoletani del 1820, nell'opera del primo parlamento napoletano e nell'atteg­giamento del re* di fronte alla Costituzione prima, al Metternich ed alle potenze della Santa Alleanza riunite a Lubiana poi Ma pur nel più ampio quadro della politica del regno di Napoli, la Paglia è sempre presente all'A., che non manca di ricordare ad esempio l'opera di Giuseppe Saverio Poli di Molletta, che fu precettore del prìn­cipe ereditario Francesco, duco di Calabria, o i deputati pugliesi al Parlamento napoletano.