Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
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Lecce e Lucerà. L'elenco vale a dote un'idea dell'ampia diffusione del niovimentot ma soprattutto dell'ansia di rinnovamento delle popolazioni meridionali. Vari progetti avrebbero patrocinato a cupo di un movimento unitario Ferdinando II di Borbone; il 2 luglio 1844, uno dei fratelli Bandiera, Attilio, scriveva dal carcere al ministro di polizia borbonico Del Carretto: <Sta in voi più che In nessun altro di lare di Ferdinando IT, re delle Due Sicilie, il Luigi XIV del Regno d'Italia s>.
S'intende che erano sogni di utopisti, che prescindevano dalle reali possibilità del re Ferdinando e dalle sue capacità personali, ma è un segno del notevole peso clie aveva nelle coscienze il concetto di un'Italia meridionale, iniziatrice e protagonista degli avvenimenti del 1799 e del 1820.
L'esame degli avvenimenti relativi al lungo regno di Ferdinando 11 si concentra poi sul periodo più notevole e cioè quello relativo ai fatti del 1848. Acute osservazioni puntualizzano gli aspetti caratteristi ci della politica borbonica' 'anteriormente " tale anno. In realtà il sovrano si preoccupò dello sviluppo econòmico del suo Stato e non fa insensibile agli effetti che potevano avere sull'opinione pubblica napoletana le notizie di quanto avveniva nel vicino Stato Pontificio. Sonò infatti del 1848 l'abolizione del pesante balzello, detto tassa sul macinato, che gravava sui ceti più poveri nonché le altre misure di carattere economico, atte a migliorare le condizioni di vita di talune zone, come in Puglia, ove per risolvere il problema delle saline venne fondato il centro denominato S. Ferdinando e si cercò di provvedere al rifornimento di acqua potabile. Tali misure non erano però adeguate alle necessità del paese che non erano tanto ili carattere economico, quanto politico. Cosi la ribellione allo stato endemico provocò la sanguinosa cattura di Pietro Ariostco e l'uccisione di Domenico Romeo in Calabria. Fu questo uno degli episodi più dolorosi dei moti calabresi del settembre-ottobre 1847. Ad esso seguirono nel 1848 i moti del Cilento organizzati da Constabile Carducci e repressi con eguale rigore. Si giunse cosi alla concessione della Costituzione. Gli avvenimenti che seguirono e la repressione del 15 maggio sono troppo noti perché sia necessario dilungarsi ad illustrarli. La repressione particolarmente sanguinosa, le pesanti condanne segnarono Ut fine della dinastia borbonica. Personalmente Ferdinando II mori sul trono, ma bastò ben poco per far crollare la dinastia nel 1860. Il processo di disgregazione fu affrettato dalla lotta condotta non solo all'estero ma anche all'interno del paese. Si possono individuare ben tre linee di azione che operarono in tal senso. La prima è quella che faceva capo a Filippo Agresti ed al suo tentativo di riprendere il programma. sia pure riveduto, degli antichi Carbonari. Sosteneva e diffondeva le idee mazziniane e della Giovine Italia Settembrini e se ne faceva diffusore in Calabria Benedetto Musolino con la sua organizzazione denominata 1 figli della Giaiime Italia. Infine Silvio Spaventa cercava di conciliare e superare queste due tendenze con lu sua associazione denominata finità Italiana. Si ebbe cosi un nuòvo.; u-ntatìvo di insurrezione in Calabria* represso nel sangue, in cui furono massacrati dalle stesse popolazioni il padre ed il fratello di Benedetto Mugolino. L'episodio dell'offerta della corona siciliana a Ferdinando Alberto Amedeo di Savoia, il figlio minore di Carlo Alberto, dà la misura di quanto avveniva in quella parte del regno e del lento ma progressivo diffondersi nella penisola delle nuove idee e del convincimento che da casa Savoia poteva venire un valido aiuto ai popoli in rivolta, Il rifiuto di Carlo Alberto, dovuto n diversi e validi' motivi; non diminuisce in ogni caso l'importanza ed il significato del gesto dei Siciliani. È un sicuro segno ebe scende lentamente la sera per il regno delle Due Sicilie e la presuntuosa spedizione militare di Ferdinando II contro la Repubblica Romana* concludendosi ingloriosamente con una ritirata precipitosa e farsesca testimonia che hi dinastia borbonica si avvia inesorabilmente al tramonto. Alcune grandi potenze sono ormai entrate in questo ordine d'idee ed i progetti per una soluzione muraiiana del problema dell'Italia meridionale ne costituiscono una conferma. Lo stesso Cavour ritiene per un momento che il frutto sia maturo già nel 1854 e aderisce addirittura al progetto di uno sbarco in Calabria comunicatogli per mezzo del La Cecilia dai calabresi Romeo, Platino e Mauro. Questo plano non venne