Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
anno <1966>   pagina <632>
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632 Libri e periodici
attuato, ma circa un lustro dopo il regno delle Due Sicilie cedevo il posto all'Itali* unita.
Troppo conosciuto ò l'apporto delle popolazioni meridionali alle seniore dei Mille dopo lo sbarco in Sicilia e cosi i gravi pronienti che si presentavano al nuovo Stato. Con malinconia un grande patriota, Carlo Poerio, rileva che il risultato non è quello da lui sognato e muore tra l'indifferenza universale nel 1867, mentre il Set* tembrini deplora l'ingratitudine di cui è etato fatto segno.
È questa la trama generale degli avvenimenti in cui vanno inseriti quelli che si riferiscono in modo specifico alla situazione politica nel cagno delle Due Sicilie tra il 1848 ed il 1860 ed a quanto accadde in Puglia. Particolare interesse presentano gli avvenimenti relativi alla mancata rivoluzione del 1848 in Terra di Bari.
Sotto gli Intendenti marchesi di Montrone e Winspeare la situazione in Terra di Bori si era venuta via via modificando in peggio. Il primo infatti era nomo di cultura, purista e maestro di Basilio Puoti ed aveva saputo farsi promotore di utili opere pubbliche. Il secondo invece ai era segnalato in modo negativo e fu accusato di aver tratto profitto dalla vendita dei tesori scavati ad Egnatia, suscitando lo sdegno del Mommsen.
Nel 1847 in occasione del viaggio di Ferdinando II a Bari nulla lasciava intra­vedere l'incendio che andava maturando. Tuttavia proprio uno dei gentiluomini che facevano ala al sovrano, il conte Giovanni de Ildaris di Bitonto, capo squadrone delle guardie d'onore del re, avrebbe avuto legami con i rivoltosi ed era candidato all'arresto, al processo e addirittura al confino.
Motivi vari confluivano a rendere particolarmente delicata la situazione del 1848. tra cui anche quelli dì carattere economico-sociale. Cominciava a delinearsi un movi mento contro il ceto medio che era il nerbo della rivoluzione; le occupazioni di terre demaniali e private ne costituivano il primo annuncio. Era chiaro che il con­flitto tra agrari e braccianti si sarebbe risolto a favore dell'assolutismo ed il re assisteva impassibile a quanto si preparava) nel paese. Dopo il 15 maggio si venne a determinare questa situazione. Il gruppo di sinistra guidato da Cozzoli e Del Drago avrebbe voluto proclamare un governo provvisorio insurrezionale paralle­lamente a quanto avveniva in Calabria. Il gruppo di moderati invece ebbe il soprav­vento ed impedi che ciò avvenisse. In questo conflitto si inserì il timore che i mode* rati avevano nei confronti degli esponenti di sinistra e dall'altra parte quanto avve­niva ad esempio ad Andria non era certo rassicurante. Qui accanto alle solite voci che auspicavano morte al tiranno ed inneggiavano alla repubblica, uno dei ribelli. Gaetano d'Alhore andato al palmento di Civita ove si teneva la seduta segreta, perdette la pazienza, impugnò un pistone e sbaragliò tutti perché gli avevano pro­messo delle terre senza dargliele fp. 243). Così si legge nei documenti dell'Archi­vio di Stato dì Bari ed è un esempio caratteristico degli umori della popolazione di Terra di Bari. pertanto facilmente spiegabile quanto avvenne il 18 maggio al con­vegno di Monopoli ed a quello notturno di Santo Spirito, nonché l'atteggiamento dei rappresentanti convenuti alla Dieta che si apri il 25 giugno a Potenza oppure alla Dieta convocata il 2 luglio a Bari.
A dò segui hi rea/ione promossa dall'Intendente marchese d'Afflino con l'au­silio delle truppe comandate dal maresciallo Marcantonio Colonna di Stigliano.
Nel 1860 l'Italia raggiungeva l'unità cui contribuiva validamente l'opera delle popolazioni meridionali. Giacinto Albini di Potenza si adoperò ad organizzare l'insur­rezione contro i Borboni. A lui facevano riscontro numerosi agitatori in Puglia: il leccese Giuseppe Libertini; i membri del centro di Altomura: De Laurentiis, Turco, Guerrieri,. Melodia, Sabini, Larario, Nicola Mignogna di Taranto. Quest'ultimo ebbe parte di notevole rilievo nell'organizzazione della rivolta nell'Italia meridionale e mantenne rapporti con Crispi, ''lo, Conno, Libertini, Fanelli, Fabrizi, Quadrio. Si UÌIHIM; all'agosti- 1860- alla vigilia cioè dello scoppio della rivolta in Capitanata (17 agosto) ed a Potenza con la nota giornata del 18 agosto.. Le truppe borboniche non riuscivano ad organizzare alcuna resistenza efficace ed fi fi settembre Bari veniva libe­rata dalle troppe della rivoluzione. GII avvenimenti che precedettero o seguirono