Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
anno <1966>   pagina <635>
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Libri e fii'viodìrì
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fumilo liiliiiogmli idi biografi o ricercatori ili edizioni rare o ili curiosità storielle letterarie; ma al nini affidarono il noinc loro a memorie storico-critiche di non comune pregio, cinti i tempi, intorno ut quali il Cortese discorre a lungo con la consueta sere* nita ili giudizio e larghezza di sicure informazioni. Di essi ricorderemo due almeno: Lorenzo Giustiniani* per il suo Dizionario geograficostorìco-fuico in parecchi volumi : un pò1 negletti nello stile, mu che non Inni perduto neanco oggi della loro importanza -in per lo storico sia per ti geografo; e Francesco Antonio Soria. autore delle Memorie degli istorici-, di circa 2S0 biografie in due volumi con un elenco di scrittori creola-nesi e vesuviani ; opera tnttora utili- ad onta di qualche lacuna e di scarsa investi­gazione del pensiero dei biografati. Su di lui. come ben avverte il Cortese, ebbe note­voli influenza il Genovesi, poiché par che il (ine della suu ricerca sia stato quello di ricavarne notizie dei prodotti della natura e dell'attività e industria delle genti della regione per formare (son sue parole) un piano generale da migliorare lo stato del­l'agricoltura e del commercio di tutte le nostre provincia >. E in effetti il Genovesi, assai men dottrinario del Filangieri, come giù feci presente alcuni anni or sono su questa rivista, si occupò nei snoi scritti particolarmente di problemi economici (e anche economico, ciò che pochi sanno, fu per lui il problema educativo) inquadran­doli entro i principi generali della vita con vivo senso di aderenza alla realtà. Par-troppo l'abbondanza di eruditi, di cui molti andarono in cerco degli stessi mano­scritti, fa causa di gravi malintesi e di bisticci, come afferma il Cortese, con la conse­guenza deplorevole della mancanza di una mutua collaborazione e di un comune accordo; e ciò spiega, tra Peltro, la mancanza pure, in quegli anni, di una biblioteca pubblica e di un'Accademia e di idonei archivi con grande meraviglia e delusione degli studiosi nostrani e stranieri che di frequente si recavano nel Regno per com­piervi i loro lavori faticando a trovare 1 documenti lor necessari, poiché di solito essi giacevano incustoditi e accatastati in disordine, per lo più nei conventi. Nel Sette­cento però le librerie furono abbondanti, e ben provvedute anebe di libri stranieri che venivan dalla Francia soprattutto e dall'Inghilterra. Il più rinomato libraio fu però uno straniero, il Bulifon, nato nel Delfinuto. ma che, capitato a Napoli olla line del Seicento, vi rimase per lunga pezza conseguendovi presto fortuna e amicizie potenti. Fu anche scrittore ; ma il suo nome merita di essere rievocato per il Cronica-meroiie, cui dedicò molti anni della sua vita e da cui sperava grande fama. Quasi del tutto inedito (il Cortese ne pubblicò il primo volume), narra le vicende del Regno dalla natività di Cristo sino al 1690 con dovizia di particolari (specie dai primi anni del Seicento in poi), affidati in genere ad una seria documentazione.
Il Settecento fu in Italia il secolo dei giornali e soprattutto dei giornali lette­rari, che si ornarono spesso, come dice il ninni1, di titoli europei per lo spregiu­dicato interesse alle cose dei dotti . Anche a Napoli sorsero presto, ma dapprima solo con notizie di natura utilitaria e tutti di breve durata. Convien giungere almeno al 1783 per trovare a .Napoli una propria vera rivista, secondo il Cortese. In quell'anno un canonico, Giovanni de Silva, dava alle stampe la e Scelta miscellanea * in opuscoli mensili, con poesie e laudi e dissertazioni storiche. Durò solo un anno; ma altre ne osarono sino alla fine del secolo, ili cui indubbiamente la migliore fu il Giornale letterario di Napoli, a cui collaborarono gli ingegni più eletti del Regno e nel quale ebbe pur parte non trascurabile la politica.
Valgono questi miei cenni buttati già alla meglio a richiamare sui saggi del Cortese una benevola attenzione, poiché, oltre al lor merito intrinseco, come si è visto, soti condotti tutti' con purezza linguistica e con leggiadria di forma.
MARINO GIRAVEGNA.
> Vedi WALTER BINNI, l giornali letterari del Settecento, in Critici e poeti dal Cinquecento al Novecento, Firenze, 1951.