Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
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del principe di Kauuiu. il brovelto di capitano nel reggimento Clerici e fio n'avvalse per partire volontariamente olla volta della Germania, partecipando alla guerra che la sua Impera ir ir e stava comi ii rendo contro Federica li (la guerra dei sette anni) olio acopo di sfuggire alla incomprensione e alla tirannia dei genitori e di vivere, un'esperienza del tutto nuovo.
11 14 luglio 1759 andò a Vienna, al quartier generale del maresciallo Daun (che avrebbe vinto i Prussiani n Torgau) e partecipò alla campagna militare fino al gennaio 1760. Ormai pago di quanto aveva veduto e vissuto sui campì di battaglia, il Verri si fermò per ragioni personali a Vienna e nel gennaio 1761, durante il viaggio di ritorno, fece tappa a Capodìstria presso il suo amico conte Gian Rinaldo Carli (che sulle colonne del Caffé avrebbe scritto il primo realìstico manifesto d'italianità.
Dalle lettere del neo-capitano balza fuori l'immagine d'un aristocratico di fresca intelligenza e di spiccalo talento letterario; la guerra pare abbia un lieve sottofondo di minuetto, più che i toni di tragedia e i rombi del cannone. In altre parole il contino Verri sembra aver vissuto la sua esperienza militare, press'a poco come uno dei protagonisti delle idilliache commedie goldoniane quali La guerra o < L'amante militare ( del resto Goldoni era uno dei suoi beniamini). Si legga ad esempio questo brano di lettera scritta allo zio il 4 agosto 1759 (p, 31): e...i Cacciatori Prussiani avendoci distinti per l'abito bianco (era io con un Francese mio amico) ci hanno fatto l'onore di crederci qualche cosa di più di quello che siamo, abbiam udito il fischio di diverse palle presso di noi, in fine poi una che fini al piede del mio Cavallo m'ha fatto risolvere a ritirarmi; tanto più che non avendo che la curiosità che ci riteneva era poi una pazzia l'esponi più lungamente.. . Ed altri esempi potrebbero facilmente essere portati.
Si tratta di un documento di piò, sul costume e sul carattere delle classi dominanti italiane del XVIII secolo (illuminate o meno) prima che giungesse il turbine napoleonico a mutare mentalità e slanci.
11 volume, esemplarmente curato, è completalo da settanta pagine di note erudite riguardanti nomini e cose della Lombardia di quel tempo.
GIANFRANCO DE PAOLI
GIOVANNI MASI, Strutture e società nella Puglia barese del secondo Settecento (Biblio-teca di cultura, Monografie, 3); Malera, Monlemurro, 1966, in 8, pp. 128. L. 2700.
La monografia del Masi, docente di storia del Risorgimento nell'Ateneo di Bari, è un'Acuta e documentata (fatta su fonti inedite) indagine a carattere prevalentemente economico-sociale, sulle conseguenze della lenta liquidazione della feudalità nel territorio barese, assai prima degli esperimenti storici della repubblica napoletana e dei regno muratiano.
Sulla base dei prezzi, dei redditi, dei profitti, ecc., Fautore giunge a precise conclusioni storiche: è indubbio principalmente che gli sviluppi delle trasformazioni fondiarie favorirono l'espandersi della proprietà borghese, a spese dei ceti contadini (e nell'epoca napoleonica, anche a spese dei beni ecclesiastici). In altre parole il fenomeno della privatizzazione graduale delle terre demaniali, se pose le premesse per l'estensione delle possessioni appartenenti olla nuova classe privilegiata, si risolse in un ulteriore peggioramento del tenore di vita dei braccianti. Questi ultimi, al contrario, consolidarono con II loro lavoro tale trasformazione economica.
Fu proprio per la rivendicazione dei diritti comunitari che sì verificarono qua e là sporadiche rivolte anti-borghesi; nel 1799 le plebi meridionali riunirono sotto la bandiera della reazione borbonica questo ed altri molivi di scontento ed insorsero contro lu Repubblica giacobina, scambiando i suoi dirigenti) in massima parte illuminati e sinceramente solleciti ai bisogni popolari, per i fautori del nuovo ed inusitato sfruttamento agrario.
In realtà, e l'autore ben Io dimostro, erano state proprio nel 1794 le riforme finanziarie del ministro Zurlo borbonico e poi napoleonico (nuove imposte, confi-