Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
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(die aveva ribadito il carattere sostanzialmente reazionario, e le poche eccezioni con fermano la regola, delle masse cattoliche e del clero), si è rifatto alla famosa omelia dell allora cardinale Cliiuramonti nel 1796, per sostenere la possibilità di distinguere nn parte eletta dei. attutici emiliani, sia dai sanfedisti, sia dai giacobini.
Altri interventi interessanti sono stati quelli di Frodili (sugli aspetti giuridico? costituzionali del nuovo regime) e di Rambaldi. Questi ha trattato (ampliando le sue argomentazioni con una successiva -memoria), la situazione di estrema tensione sociale esistente nelle campagne, foriera di insurrezioni dal 1797 in poi, a causa dell'istituii oc dei livelli e dell'alienazione dei beni ecclesiastici: si favori in tal modo la concentrazione delle grosse proprietà nelle mani di pochi e si instaurarono monopoli nel commercio delle derrate, a spese sempre del ceto contadino.
Passando alle memorie, è giusto ricordare innanzitutto lo scritto di Berti sui e Riflessi emiliani in Aldini e Marescalchi ministri di Napoleone ; operando su nuovi documenti, l'autore ha dato un buon contributo alla miglior conoscenza specie del* l'Aldini, la cui opera politica fu fondamentale nel Regno italico. Il Segretario di Stato a Parigi cercò, infatti, di collocare il nuovo Regno nel quadro della moderna Europa, ispirandosi alia struttura amministrativa e giuridica dello Stato francesej migliorandone le infrastrutture e dotandolo di. nuove. La sua politica ecclesiastica mirava a garantire alla Chiesa la sua piena funzione spirituale utile anche agli effetti civili, spogliandola nel contempo di ogni possibile presenza politica. Aggiungerà ora l'estensore di queste note (che ha avuto modo di studiare il ruolo dell'Aldini nella politica estera italica, alla luce di documenti inediti dell'Archivio di Stato di Milano) che Antonio Aldini non tralasciò mai alcuna occasione per ingrandire il territorio del Regno, itali guizzandolo sempre più (ed il Prina, il Testi, il Marescalchi collaborarono con Ini in tal senso). U Berti giustamente ha rilevato che tuttavia, nei confronti della politica egemonica della Francia di Napoleone, tanto l'Aldini quanto il Marescalchi non tentarono mai di contrastare la volontà del grande Córso, contrariamente a quanto aveva fatto sempre, l'onesto, l'italianissimo, l'irriducibile Melzi d'Eni.
D'altra parte essi dovevano tutto all'Imperatore e ben condividevano l'idea napoleonica secondo cui la proprietà era il più forte vincolo che legava il cittadino allo Stato: proprietari e militari avrebbero dunque garantito al nuovo Regno tranquillità e solidità (ed un giorno, chissà, Pindipendenza).
Solo il vincitore di Austerlitz e Wagram avrebbe assicurato insieme all'attua* zione dei principi più validi della Rivoluzione, la conservazione dei beni (ed entrambi erano direttamente interessati a quest'ultimo fatto), e dell'ordine pubblico.
Sempre in tema di Regno italico, la signora Anceschi Bolognesi ha trattato il tema : Attività come diplomatico dell'abate reggiano G. B. Venturi svolta in Svizzera dal 1801 al 18-13 , riferendosi a filze di documenti inediti e completando così i dati esistenti sulla suo attività diplomatica a Berna, specie in riferimento ai nego* ziati circa il Canton Ticino, che Milano avrebbe voluto annettere. Il Venturi era un uomo enciclopedico: professore di fisica, scrittore versatile, quanto politico di printer* dine. Mori nel 1822 a 70 anni, lasciando ben 74 opere edite e 34 inedite.
Il Pinzi ha svolto l'argomento: li tramonto di Giovanni Paradisi (da alcune lettere inedite) >, mentre Foschi, parlando a proposito della Municipalità di Cervia dal 1796 al 1805 > ha riportato una lettera inedita del Monti ed alcune notizie interessanti U. Adeodato Reset, lo sfortunato professore dell'Università di Pavia, vittima dèi moli del *21.
Sui Momenti di vito nelle campagne dei dipartimenti del Crostolo e del Panaro (1797-1811) > si è soffermato invece Rambaldi, sottolineando il pesante contributo di miseria e di sangue pagato dalle campagne.
Più circoflcriitc, naa sempre significative, sono state le memorie rimanenti e cioè quelle di: Fiori (su Bobbio), Spaggiari (sul diario inedito di un parroco), Marmirolt (sulla rivoluzione d'agosto), Sacco (sulla nuova classe politica nelle Romagna), Man* fredi (nll'occupazione francese a Parma e Piacenza), Gandolfi Fornaciari (sni cute* chiami repubblicani).
Concludendo, possiamo notare il considerevole contributo àuto dal Convegno non