Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
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Libri e periodici
A quieto criterio ha ubbidito il Lazzari; ed fi siala -- anche per questo -- opera saggiti trarre dall'oidio tu sue pagine.
Ricordiamo che soltanto due resistenze 1 celebrato Corso ha dovuto sostenere *=* non fu pìccola sorpresa:-- in terra romagnola: Logo (luglio 1796) e Faenza (febbraio 1797). Né Luna né l'altra deve essere derisa, come è stato fatto allora e poi, con animo e stile giacobino, da scrittori italiani.
PIERO ZAMA
NICOLA VACCA, Terra d'Otranto fine Settecento inizi Ottocento ; Bari, Società di Storia Patria per la Puglia, 1966, in 4, pp. 298. S. p.
A primo acchito, l'epistolario su cui bu messo le mani un erudito instancabile ed elegante come il Vacca appare quanto mai stimolante : al centro una personalità jirandcggiante ed estremamente rappresentativa dell'epoca rivoluzionaria e napoleonica come il notissimo Capecelatro arcivescovo di Taranto; al suo fianco, uno scialbo omino di legge, lo Spezzafcrri, che scrive però dall'irrequieta ed interessante Lecce, ed il vicario generale Antonio Tanza, strappato letteralmente dal Vacca alle tenebre di un totale oblio. Avvicinandoci peraltro alle lettere, che, dopo qualche assaggio poco significativo, s'infittiscono con una certa regolarità a partire dai primi dell'anno 1800 per lo spazio di nove anni continui. Io stimolo, a dire il vero, non viene nutrito abbastanza. Ed il Vacca se ne deve esser reso finemente conto se Ita intitolato la sua raccolta alla terra d'Otranto anziché ai tre protagonisti dell'epistolario. Assai più, infatti, delle figure fisiche e delle vicende biografiche di questi personaggi, balza alla nostra attenzione la storia della Puglia meridionale, seguita con gran cura (e dili-gentissimo apparato di note erudite approntato dal Vacca) lungo un decennio ricchissimo di capolavori e di colpi di scene, popolalo di personalità altamente e variamente suggestive, che si susseguono in queste pagine con rilevata plasticità, ponendo completamente nell'ombra i protagonisti nominali dell'epistolario. Senza dubbio, le notizie sul segreto presente di un servizio di posate d'argento al marchese di Valva, inviato per inquisire sui rei di Stato all'indomani della reazione di fine secolo, o sulle migliaia di ducati profuse dal Capecelatro, tradotto a Napoli, per corrompere sorveglianti e giudici, tutto ciò può umanamente ed ambientalmente interessare ma, sotto il profilò storico, nell'ambito della tradizionale venalità della burocrazia napoletana, non sorprende certo. Giova viceversa a precisare meglio l'atmosfera culturale ed ideologica in cui il Capecelatro vive ed ha cosi gran parte l'essere informati intorno alle sue relazioni d'amicizia con funzionari prestigiosi come Domenico A celavi o, di cui il Petrocchi ci ha fatto conoscere il rigido giurisdizionalismo anti-ecclesia-stico, o con distinti scrittori di economia e di governo come il duca di Montejasi, sulla cui opera concreta di proprietario illuminato e riformatore 11 Vacca porta notevolissime notizie. Ed il lungo ed aggrovigliato periodo di occupazione militare francese in quel lembo estremo della penisola riceve conveniente luce dalla conoscenza dei principali protagonisti, il Soull la cui savia moderazione politica si salva armoniosamente- con l'eccellenza e la vigile cura nell'arte militare, lo Chabert tempestoso e collerico' contro l'ostentato ffloborbonismo dell'aristocrazia leccese (e di molto interesse, confermanti vecchie osservazioni del Pieri, sono le notizie concernenti la diffusa prosperità e l'agile circolazione di capitale in Terra d'Otranto in seguito all'occupazione militare francese), le brevi, fulminee apparizioni di uomini come il Prorrio, il Winpeare, Troiano Marnili, che in vario modo avevano interpretalo o stavano per interpretare, con la penna e non la spada, lo spirito pubblico nazionale nel suo indistinto anelito a qualche sommovimento di novità. La carestia, la mancanza di sicurezza pubblica, le incursioni piratesche, sono flagelli tradizionali che non tardano a riemergere in terra d'Otranto durante i quattordici mesi di assenza disile armi fran* cesi. E, allorché queste riappaiono, nel luglio 1803, nuovi personaggi vengono in primo piano, il 5t. Cyr con la san consumata scaltrezza diplomatica, il generale Lochi burbanzoso e lunatico nei suoi ostinati conflitti col marchese Rodio, uno scrittore tra i più rappresentativi dell'epoca come lo Cboderlos de Laclos ebo appare le;