Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
anno <1966>   pagina <643>
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Libri e periodici
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scompare come meteora, nel suo officio militare, per finire sepolto in un'isola al largo di Taranto. Meritevole di approfondimento appare a questo ponto la circo­stanza del vivacissimo carovita che, a differenza dell'anno precedente e per motivi che gioverebbe indagare, affligge Terra d'Otranto al cadere del 1803, dopo la seconda occupazione francese: mentre non può passarsi sotto silenzio l'inizio della lunghis­sima permanenza alla macchia e alla campagna da parte del famoso don Ciro Annie-chiarico, in seguito ad un sanguinoso contrasto con i Motolese, una storia di prepo* tere locale e di violenta protesta individuale con estesissime e durevoli ramificazioni contadine che si amerebbe poter seguire nel dettaglio al di là di certi schematismi del pur di li pentissimo ed appassionato Lucarelli. Ed ancora la prima loggia masso­nica organizzata a Lecce dal generale Lechi. il truce retroscena familiare della madre di Giuseppe Pisanelli (altri episodi di conflitti ed arbitri locali che non si dovrebbero del tutto trascurare), la definitiva occupazione napoleonica con conseguente rapido ascendere della stella del Capecelatro proprio mentre ed è sintomatico il gregge dei suoi fedeli, da lui disertato da parecchi anni, affronta le fucilate francesi in un moto di rivolta contro i benestanti giacobini che trascende di gran lunga il localismo borbonico tragicamente e torbidamente incarnato dal Rodio. Poche altre cose ci restano da segnalare, a parte la notizia della morte del Galanti ottimo uomo ed utilissimo allo nazione a giudizio del suo amico Tanza, prossimo a rientrare nel­l'ombra mentre al Capecelatro è conferito dal Marat il dicastero dell'interno. Queste morti, questi tramonti, questi successi, sembrano definire emblematicamente l'atmosfera aristocratica e conservatrice onde la vittoria borghese prendeva legislativamente forma nel Mezzogiorno all'ombra delle baionette francesi.
RAFFAELE COLAPIETRA
3. C. L. SisMONDI. Recherches sur les consti!utions des peuples libres* Texte inédit, edizione ed introduzione di MARCO M INERBI; Genève, Librai rie Droz, 1965, in 8, pp. 384. S. p.
È questa un'opera giovanile del Sismondi, iniziata dal ginevrino nel 1796, ossia a ventitré anni, durante il suo primo soggiorno a Pescia, dove i Simonde sì erano rifugiati l'anno prima; e dal suo autore abbandonata, per così dire, al sno destino, dopo alcuni vani tentativi di pubblicarla effettuati nel 1801, al suo rientro in patria. Conservata presso la Biblioteca Comunale di Pescia, la sua esistenza non era ignoto, dato che Pasquale Yillari, come ricorda il Minerbi nella sua lunga ed approfondita introduzione, ne aveva fatto menzione, sulla Revue Hislorique, fin dal 1876. Tut­tavia, non aveva mai attirato l'attenzione dei pur numerosi studiosi di Sismondi, mentre senza dubbio offre un non piccolo interesse per la biografia intellettuale di quest'ul­timo. In queste Recherches, osserva Minerbi, troviamo i giudizi espressi dal giovane Sismondi sulla Rivoluzione francese, vediamo formarsi la sua ideologia polìtica, pro­gressista e moderata* antigiacobina e antiassolutista, al conlatto con gli avvenimenti rivoluzionari .
L'opera è divisa in quattro libri: De la liberto en general; Du gouvernemeni: Des rèpùbliques d'Italie dans le Moyen A gè; Des royaumes d'Espagne et. pnrticuliè-rement de FAragnn avnnt le righe de Ferdinand le Ciilholique. Ad una prima parte di natura eminentemente dottrinale, segue cioè una seconda a carattere più propria­mente storico, in col l'elaborazione teorica trova costantemente i suoi punti d'appoggio nell'analisi di istituti e consuetudini particolari, sia repubblicani, sia monarchici.
11 filo conduttore delle Recherches e costituito essenzialmente dall'affermazione, a pio ripreso ribadila, della inconciliabilità fra libertà ed eguaglianza e della neces­sita dell'elemento aristocratico, convenientemente istituzionalizzalo, in ogni libera e bene ordinata società. Un'affermazione ohe, spcciulmenle nella prima parte, si arti­cola e trova lo snu elaborazione in un ideale dibattito con Rousseau, che rappresenta nn capitolo non irrilevante nella storia della fortuna e dell'influenza del pensiero del grande compatriota di Sismondi. Nel complesso, tuttavia, si tratta di un dibattito che ha importanza più per un'adeguata valutazione della personalità del Sismondi e