Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
anno <1966>   pagina <648>
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I-litri . periodivi
ìntimamente il Pencolo, ma anche per vivere nel MI montiti, e quindi per intenderlo '"> talli i SUOI valitii le sue manifestazioni. Dovremmo anche confermare che III lettura Ini acquietato, per mie corredo, un'attrattiva che in tanta misura prima d'ora noti conoscevamo.
Anche in questa parte seconda figura naturalmente l'Indice dei nomi.
Al Comitato per l'Edizione, presieduto - - come è noto - - da Mario Fubini. va dunque riconosciuta anche per questo XÙi volume la maggiore benemerenza da parte degli stadio di letteratura e di storia.
PIERO ZA MA
Ono Fast PECCI, La vita del Papa Pio Vili ; Roma, Herder, 1965, in 8, pp. XV-289. S. p-
Dopo la preziosa quanto insufficiente monografìa del canonico Malazampa un altro sacerdote di Cingoli si è accinto, sotto la guida sapiente e discreta dell'Alberi pò. a ricostruire le vicende terrene dell'illustre concittadino i cui venti mesi di pontifi­cato coincisero drammaticamente con la rivoluzione di luglio. Accorato e diligente com'è, condotto su rilevanti fondi archivistici anche privati (ma come mai così sòbrio è il sondaggio nel carteggio col Severoli, conservato nell'archivio Castiglioni, che costituiva il nerbo della ricostruzione del Malazampa, e che in effetti illumina nel modo migliore l'ispirazione rigorista dello zelo pastorale del Nostro su cai a ragione FA. di preferenza si sofferma? e come mai sono trascurati i carteggi medesimi del Baraldi. cosi suggestivi per intendere l'impostazione culturale del Castiglioni - - an­ch'essa seguita con attenzione, ma anche troppo generico ottimismo, dalI'A. =" cosi nel difficile ambiente cesenate come soprattutto quale prefetto del l'Imi ice?) questo lavoro esaurisce pressoché ogni esigenza biografica, gettando luce anche sa particolari che solitamente sfuggono agli studiosi (a due di tali precisazioni vado debitore io stesso, e faccio di ciò volentieri ammenda: la distinzione tra Francesco Saverio, ve­scovo di Moni al io, il futuro Pio Vili, ed il cardinal Giovanni Castiglioni, vescovo di Osimo e già commendatore di S. Spirito, la specificazione della qualità laica e dell'avvocatura come professione di Antonio Tosti, incaricato d'affari pontificio a To­rino durante la Restaurazione). Tutto ciò che concerne l'attività episcopale ed il pre­cedente noviziato collegiale è dall'A. ricostruito con minuziósa perseveranza, spesso alla luce di suggestivi documenti inedita, specie per quanto attiene all'irruente e ca­pricciosa adolescenza, ed all'edificante fermezza manifestata dinanzi all'invasione fran­cese. Meno bene vanno le cose quando si passa all'esame della vera e propria prepa­razione culturale e teologica del Nostro. La nota collaborazione col Devoti è qui ricordata ma non si scende a fondo nell'atmosfera canonistica dell'ultimo decennio del secolo donde scaturì VAuctorem {idei, quel clima erudito e controversislico, su solide basi giuridiche, nel quale si erano affinati futuri protagonisti della politica moderata come Consalvi e Spina, ed alle cui origini, tra gli altri, è quel gesuita Zac­caria, influente anche sul futuro Leone XII, circa il quale si amerebbe poter sapere di più. Anche sul Castiglioni prefetto dell'Indice negli anni che assistono alla con­danna del Gioia ed alla veemente polemica sull'opera storica del Botta ed alle con­trastanti reazioni degli ambienti cattolici dinunzi al capolavoro manzoniano si potrebbe e dovrebbe dire qualche cosa di più rilevante e preciso, anche per inquadrare l'av­versione al giansenismo transalpino e lombardo < quest'ultimo conosciuto de visti durante il forzato soggiorno a Pavia, die trascorre anch'esso nell'ombra) quale com­ponente priricipali.ssima, squisitamente ideologica e settecentesca, e perciò inevitabil­mente attardata, della prospettiva culturale del Castiglioni. Ma è sotto il profilo poli­tico che le insufficienze si fauno pia avvertibili e sensibili. L'A. vede nel Nostro es­senzialmente uno zelante, ancorché indipendente o moderato, personalmente legato al Consalvi. Su ciò si può concordare, u grandi linee, ma- senza che per questo il problema possa considerarsi chiuso.. Esso si accentra, com'è noto, noi rapporti tra Chateaubriand ministro degli Esteri nel 1823 ed ambasciatore nel 1829 di cui il Casti­glioni fa candidato in entrambe le circostanze, salvo mi infliggere al nobile visconte la più cocente delle delusioni, con la nomina dell'Albani a segretario di Stato, e, per