Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
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650 Libri e periodici
documentatici ma riguardante uno ilei suoi più tormentati momenti <Ii vita politica: unti stori che rispetto allo altre può offrire soltanto alcune differenze più formali che distanziali.
Ma poi è doveroso rilevare che l'A. ha saputo e potuto esplorare o raccogliere con ampiezza di conoscenze e con scrupolosa obbiettività di scelta.
Fra le fonti da cui ha attinto e delle quali ci dà preliminare notizia, possiamo ricordare il copialettere del Gonfaloniere e di altre personalità, e le delibere del Comune custodite nell'Archivio di Stato di Livorno, carteggi vari e cronache e diurii dello Scalpellini, del VivoU, del Cerconi e del Oneri conservati nella Biblioteca Labronica, e numerosi giornali del tempo, e pubblicazioni coeve, ed altre seguite nel tempo, fino a noi.
Tale ricchezza di testimonianze ha consentito non solo di tracciare e sviluppare ud diligente e sicuro disegno architettonico costruttivo, ma anche di avvivare il disegno medesimo con efficaci pennellate di colore. Inoltre si può dire che il quadro è stato presentato nella, vera cornice del tempo, e che giovano a questo effetto le innumerevoli illustrazioni che si incontrano quasi in ogni pagina: ritratti, caricature, allegorie, scene, località, documenti inediti ed editi, testate o pagine di giornale, e stampe- di ogni genere: tutti accompagnati dalla rispettiva didascalia.
Quindi se le pagine documentarie hanno particolare interesse per lo studioso, le medesime non mancano di diletto per il lettore: s'intende per il lettore che non abbia perduto se stesso fra gli orrori e le insulsaggini di una narrativa celebrante gli eroi da palcoscenico e da montagne di cartapesta, ma che abbia conservato l'umano bisogno di conoscere il nostro passato, la verità su ciò che fummo, per comprendere ciò che siamo e che dobbiamo essere.
Una particolare benemerenza hanno dunque conquistato insieme con Aldo Guerrieri - la Rivista di Livorno che negli anni ] 061-1963 ha dato alle stampe l'opera, e bi Camera di Commercio che col suo contributo ha reso possibile il presente: wolumc>
PIERO ZAMA
ROLAND MARSHALL, Massimo d'Azeglio. An urtisi in Politici 1798-1866; London, Oxford University Press, 1966, in 8, pp. VHI-327 con ili. 50 s.
11 centenario azegbeno ci presenta un volume nutrito e scorrevole, una di quelle biografie così caratteristiche della storiografia anglosassone, tutta intessuta di sode letture, impostata su un'interpretazione acuta e penetrante (e persuasivamente ragionata) nel seno della quale l'adesione sentimentale al protagonista o la disinvolta spi* gUatezza del discorso non si scompagnano mai, o ben di rado, dalla vigilanza critica, ove occorra, alle riserve ed anche alle stroncature quando i canoni del liberalismo e del moralismo, questi due canoni così preziosi ma così ardui a mantenersi genuini, ad evitare le secche del precettiselo e dello schematismo, vengono abbandonati dal personaggio biografato, o tali appaiano all'aguzza rritica dello storico novecentesco. Azeglio, si sa, non è uomo da poter ricondursi agevolmente nell'alveo di una direi* trice qualsivoglia, ticn fede allo Statuto ma con una sprezzatura ed una nonchalanae arist or rat iehe tutte sue {lo stesso lealismo dinastico ha qualche sfumatura cavalleresca che lo diversifica cosi dall'enfasi carducciana come dui rigorismo .un po' arcigno e teutonico del Sonnino), parla di educazione sociale, di psicologia ed elevamento delle moltitudini ma un po' alla larga, con scarso spirito di convinzione, nell'ambito di una politica che dal Gabinetto (e dall'alcova) sa diffondersi in un'opinione pubblica selezionata e qualificata già in un corto senso, ma disdegna il contatto con masse incontrollabili, strumento di manovra per la demagogia mazziniana e, perche no?, per quella del Cavour. La social suobbcry> che l'oppone pertinacemente a Hat lazzi è qualcosa di caratteristico di un'epoca, in sostanza la Restaurazione, gli anni della giovinezza romana e piemontese, un periodo fondamentalo per l'uomo Azeglio, e non soltanto per il pittore o l'osservatore di costume, come quelli che gli conferiscono un falbi iti* mentale incancellabile, alia stessa gufo ondo ai può diro che Cavour ala;