Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
anno <1966>   pagina <652>
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rute all'influenza dì Cenare Bulbo ed ai rapporti con Curi AI berlo; quei; nodi interpretativi esuenziuli senza lo scioglimento dei quali il < confidente ingegno rischia davvero dì apparire, in Azeglio, tiu'impru vvisaziouo ili leti Mesca e temeraria. Non tnptemmo dar torto ulTA. allorché moltiplica le sue riserve a proposito deU'estrc-micino alberitela o della tendenziosa idealizzazione di Pio IX coki caraneristici deb l'Azeglio quarantottesco su una prospettiva politica (pianto mai circospetta o mode* rata, la cui votazione ai fallimento per asfissia VA. non manca di sottolineare. Ma siamo sempre alla realizzazione, alla milizia politica, e sìa pure netta fase fragorosa della propaganda, al di sotto della quale deve pur esservi nn nucleo di concetti, un aggancio con la pùbblica opinione più solidi di quanto FA. non mostri di ritenere. Certo, e questa l'epoca dei letterati e filosofi che salgono a gravissime responsabilità di governo, né soltanto in Italia. Ma compito dello studioso sarebbe quello di storiciz­zare al massimo queste ligure, di calarle il più possibile in mezzo ai loro simili, di svelarne l'inettitudine professionale al tempo stesso che la strapotente carica tribu­nizia ed innovatrice. Azeglio non è Guerrazzi né Gioberti né Lantani ne: pure senza dubbio s'apparenta a loro in un clima comune schiettamente romantico senza che ciò necessariamente significhi grandeggiare rutilante dell'individuo su una folla più o meno burattinesca. Ogni Azeglio ha. e non può non avere, il suo Cavour: ma la sua rispondenza insostituibile al momento storico, che può ben essere fuggevolissimo ma di crisi suprema, costituisce tutto il problema critico del personaggio, dopo di che non vi è che la sopravvivenza, e magari il meritato oblio. Tutto preso com'è dalla sua elegante andatura biografica FA. trascura alquanto quest'approfondimento fonda­mentale, vi gira intomo, indulge a svolazzi temperameli!ali. qua e là abbozza il chia­roscuro mazziniano (senza peraltro mai delinearlo con fermezza), più di rado accenna a quello savoiardo e clericale che tanto impaccerà il Cavour, ma mostra insomma di non porsi il problema, di non guardare alla Torino azegliana dell'emigrazione lom­barda e napoletana, di tener fede, in una parola, strettamente al suo sottotitolo, per cui la politica non è che una parentesi capricciosa ed un po' ostinata nella persona-lini e nini tanime * dì un Italiano esemplarmente rappresentativo come l'Azeglio.
RAFFAELE COLAPÌETRA
PIER CARLO Boccio, Stoto e Chiesa in Piemonte dal sec. XVlll al 1854, con un saggio di ALFREDO DE DONNO, Vita, pensiero e azione di Pier Carlo Boggio, e prefazione di Roberto Cantalupo; Roma, Editrice Roberto Cantalupov 1961, in 16, pp. VIII-1S7 con ili. L 1600.
La personalità e l'opera di Pier Carlo Boggio (1827-1866), al di fuori della stretta cerchia degli specialisti di storia risorgimentale subalpina, sono oggi poro cono­sciute. Dotato di fervida intelligenza, di stile vivace, di robusta eloquenza, il Boggio era giunto giovanissimo (appena ventenne) a meritare la stima del Cavour, ebe lo volle tra i fondatori del Risorgimento nel novembre del 1847. Poco tempo prima, a Parigi, strinse amicìzia eoi Massari, con la Belgioioso e con altri illustri esuli. Il suo convinto liberalismo cattolico trovò molivi di affiatamento con quel clima di rinno­vamento etico e sociale che fiori in Piemonte con l'avvento della politica azegliana. La questione romana e i rapporti tra Stato e Chiesa trovarono in Boggio un attento seguace della parabola della politica ecclesiastica cuvouriana, la quale cercava il proprio appoggio, a seconda del clima diplomatico europeo, nelle tesi del regalismo e del separatismo. Quando perì nelle acque di Lissa, Boggio era ormai giunto alle soglie della grandezza, come dotto giurista e come esperto politico: a trentanove anni il sao bilancio operativo contava un'attività singolare di giornalista e di docente. Si era rilevata in luì, in ricca misura, l'eredità cavourinna.
La biografia di Ermanno Amicucci, Pier Carlo Boggio caduto nella battaglia di Lista '.Torino, 1937) è l'opera più documentata e conclusiva, anche se lu visuale cri­tica dell'Autore non riesce a superare alcune costanti limitative,
Alfredo De Donno, nel suo saggio introduttivo, ha utilizzalo le ricerche del*