Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
anno <1966>   pagina <654>
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Libri e periodici
ai codici, sia per condurre aventi le trattative con Roma. Cavour ri era espresso esplicitamente intorno alla convenienza di continuare a trattare con Bontà, anche perché l'opinione pubblica inclinava per un accordo onorevole tra il Piemonte e la Santa Sede. Nel discorso del 10 maggio 1854, Cavour aveva tentato di richiamare dalla sua parte i fautori della separazione, prospettando i provvedimenti laici e le tratta­tive di tipo concordatario, ma aveva anche sottolineato la possibilità di transigere con Roma, introducendo la soluzione di Ubera Chiesa in libero Stato, e dando alla separazione un tono meno aspro di quanto lo avessero fatto il Valerio e il Mellana. (Forse Cavour era sollecitato da una manovra del cardinale Antonelli, il quale aveva dichiarato al rappresentante sardo che avrebbe preferito hi totale separazione ad una difficile coesistenza). La politica di Cavour era costretta a limitarsi ai provvedimenti realistici sul patrimonio ecclesiastico, perché non poteva impostare una soluzione laica. Egli era costretto a svolgere due politiche: quella della separazione e quella del controllo regalistico sul patrimonio ecclesiastico (Rattazzi seguiva questa seconda politica). Il Conte pensava che la politica regolistica bastasse a persuadere Roma ad accettare la sua nota formula di libera Chiesa in libero Stato, ma non conosceva a fondo le questioni ecclesiastiche e non 6apeva che a Roma la politica della separa­zione era stata condannata dai tempi del Lamennais e de L'Avenir; ciò che invece non sfuggiva al Solaro della Margarita e all'armonio.
L'opera del Boggio usci, dunque, in un momento particolarmente difficile, quando l'atteggiamento della Chiesa e della stampa clericale era più che ma! contrario alla separazione. Le tesi clericali ebbero il contributo dello stesso Pio IX e in Piemonte dal Solaro della Margarita (seduta della Camera dell'8 maggio 1854); e YArmonia del 25 ottobre 1854 attaccava i sostenitori della separazione: Melegari, Gioia, Ronconi-pagni, Cavour. La voluminosa opera del Boggio recava un notevole contributo all'as­sunto del liberali subalpini. Contro di essa mossero all'attacco L''Armonia (13, 24, 26 ottobre 1854) e la Civiltà Cattolica (a. VI. II serie, voi. IX, 1855, p. 310 sgg.). In favore della separazione, pochi mesi dopo il Boggio, si levarono in Piemonte Dome­nico Buffa con l'opuscolo La crisi (Torino, 1855) e Domenico Berti. I clericali subal­pini diedero battaglia a Boggio e ai separatisti: il conte Ignazio Della Torre pubbli­cava Sulla necessità dell'influenza della Chiesa nella legislazione dei popoli cattolici (Torino, 1855), e don Giovanni Margotti usciva con Alcune considerazioni intorno alla separazione della Chiesa dallo Stato (Torino, 1855). In tali opere non soltanto si esprimeva un giudizio totalmente contrario alla separazione e alla libertà religiosa, ma à ribadiva l'esercizio non limitalo del potere sovrano del papa sullo Stato.
Sul pensiero del Boggio è ancora interessante il giudizio di Mauro Macchi che ci riporta alle particolari esigenze del tempo (cfr. M. MACCHI, Scritti vari sulla que­stione italiana, in Rivista Contemporanea, 1859, voi. I, pp. 82-304). Nel dibattito tra liberali e clericali su Stato e Chiesa nell'Italia post-unitaria, i principali teorici sepa­ratisti (attaccati a fondo dai teologi e dai cultori di Diritto canonico) furono Marco Mingbetti, Carlo Cadorna, Terenzio Marni ani, Bartolomeo De Binaldia, Stefano Casta­gnola ecc. L'opera del Boggio fu dimenticata dai separatisti e dai clericali: essa non è neppure citata nel grosso volume del sacerdote Felice M. Cappello, Chiesa e Stato (Roma, 1910, pp. 760) nella quale si fa riferimento ad un'ampia bibliografia.
Meritò del Boggio fu quello di restare conci li azioni si a, pur appoggiando il sepa­ratismo (vedeva la necessità della formulazione di una legge sul matrimonio civile che appagasse lo Stato e la Chiesa; ed è interessante in proposito il suo orticolo pub­blicato il 25 giugno 1852 sul Risorgimento).
Nella sua posizione di cattolico liberalo separatista, Boggio è stato visto esatta­mente dal Passerin d'Entrèves iop. ci/., p, 662), il quale afferma che si rivelava anch'agli più tenace del JiIterali di tradizione giurìsdizionalìstu nel tener fermo all'esi­genza di ritrovare la via degli accordi con Roma, e cercava di difendere in modo nuovo, attraverso il separatismo, la libertà della Chiesa.
EMILIO COSTA