Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
anno <1966>   pagina <655>
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Libri t> periodici
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Linci RÌSERO, Bicordi di prigione 1951-1853 con prefanone di Antonio Fradelelto ; ristampa a cara del Conrituto di Treviso dell'Istituto por la Gloria del Ritorni* mento italiano; Treviso, Editrice Trevigiana, 1966, in 8, pp. 186. S. p.
Degna di lode l'ini/.iativn del Comitato trevigiano dell'Istillilo d'aver ristampato in nella e nitida edizione < con l'imito di enti finanziari cittadini) le memorie del Pastro, oggi divenute rare o press'a poco, importanti tra le fonti della storia dei perseguitati politici dell'Austria. Il medico Luigi Pastro, che aveva partecipato alla difesa di Venezia nel 1849 e che dopo l'intervallo di prigionia raggiunse i gradi di tenente colonnello, fu infatti con pochissimi altri (tra cui Giuseppe Finzi) il sopravvissuto dei celebri proressi che l'Austria istituì, nei primi anni della seconda metà del secolo scorso, contro aderenti, membri e dirigenti di Comitati rivoluzionari, e simpatizzanti della Giovine Italia trovati in possesso delle cartelle del prestito mazziniano, di libri o armi.
Alessandro Luzìo fu lo storico appassionato e scrupoloso delle gesta dei patrioti, nobili sostenitori d'una causa disperata quanto giusta, che invano le corti austriache di Mantova (e d'altre città lombardo-venete, tutte sottoposte al giudizio statario mili­tare) si illusero di far scomparire per sempre, o rinchiudendoli in fetide prigioni da cui si usciva tarati, o punendoli con la forca. Ma più l'i. r. Governo perseguitavo, è ben noto, e più. gli ideali dei mazziniani acquistavano forza; costoro poi andavano alla morte o marcivano in ceppi, come i primi martiri del Cristianesimo, senza impre­care e senza aver paura, giganteggiando sempre sui loro carnefici.
Belfiore fu appunto il punto culminante di questa sinfonia eroica: l'Apostolo genovese aveva parlato di dovere religioso degli Italiani nel combattere l'Austria senza requie e gli adepti erano divenuti i romantici sacerdoti di questa legge, ch'era poi una suprema esigenza storica.
Le memorie del Pastro ci donno tutta la misura umana del sacrificio di questa genie eletta, di questa minoranza che si faceva impiccare cantando e calzando i guanti da cerimonia, che pur di non tradire i compagni e l'idea accettava con rassegnazione il carcere doro. Erano popolani, erano aristocratici, erano borghesi, erano preti, erano ebrei.
Il Nostro ebbe la ventura di vivere a contatto, o comunque di conoscere nomini come il conte Montanari, Giuseppe Finzi, Antonio Pasciti (il più dimenticato tra i martiri), Luigi Dottesio, Tito Speri, Don Grazioli, Giulio Sossi ed altri ancora.
Possiamo, quindi, ritenere preziosa lo testimonianza di questo patriota che dalla Mainolda a Theresienstadt, seppe tener fede agli ideali della sua gioventù, non dis­simili da quelli che animavano gran parte degli studenti di Padova, di Pavia e di altri Atenei italiani. Si può ben perdonare perciò al memorialista, lo stile romantico e talvolta un po' enfatico proprio del suo tempo, perché l'esperienza comunicata al lettore era stata vissuta con cuore saldo e con mente serena.
Morì nel 1915 giusto in tempo per vedere l'Europa ed in parlicolar modo la sua Italia, impegnata per il trionfo delle idee di nazionalità e per la cancellazione dell'Austria asburgica dalla carta d'Europa (di quell'anno è l'appendice scritta da Niccolò Rodolico nel trigesimo della morte e riportata integralmente nel volume ora ristampato).
Treviso ora onora l'uomo ed il cospiratore, nel centenario della sua unione all'Ita* lin; )a migliore commemorazione possibile di tutte le ricorrenze risorgimentali, assai più dei discorsi ufficiali, è appunto operare por la diffusione degli scritti e delle memorie degli uomini migliori di quegli anni. Cosi si porta nel mondo di oggi, sviato e distratto, un soffio della sublime idealità di un passato sempre attuale, un ricordo non solo retorico ma stimolante del significato reale che ebbero le due magiche parole patria e libertà]* presso i nostri maggiori. Esse non dovono assolutamente essere rinnegato mai, valgono oggi, come ieri o l'altro ieri; rappresentano valori validi anche e soprattutto nella futura Europa federativa di domani.
GIANFRANCO DB PAOLI