Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
anno <1966>   pagina <663>
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Libri a perioditi 663
'.NICLA CiVP,rriNi-MAccwRVNU La Camera del lavoro nella vita politica e amministrativa fiorentina (dallo origini ni IVQO): Firenze, OUnki, 1965, ini '<V PI. 307, * j00.
La parte che il soeiausmo ha avuto ai fini della democratizzazione del Paese è del riscatto delle popolazioni piò povere delle compagno e delle officine, trascende ormai i termini politici ed Ò acqui silo alla storia.
Questo volume, il secondo della serie Biblioteca di storia contemporanea, costituisce un valido contributo per la determinazione delle origini del moto riforma­tore di sinistra in Toscana ed illumina fenomeni e situazioni sociali e politiche co­muni un po' a tutta l'Italia, È inoltre condotto su documenti inediti ed è arricchito d'una appendice bibliografica.
La frase scritta dal Salvemini all'autrice, e da questa riportata nella premessa al saggio, costituisce un pò1 il tema generale: Non si può capire il movimento socia­lista nelle sue origini se non sì tiene conto delle Camere del lavoro. Antonio Labriola nel suo Materialismo storico, se la memoria non mi inganna, dice che le Camere del lavoro erano destinate a fare nella società borghese la funzione che ebbero i Comuni nel Medioevo. Erano cioè centri di leghe di resistenza, cooperative, attività culturali, campagne elettorali e centri veramente democratici*.
La provincia di Firenze prima dell'80 era in preda ad una gran confusione poli' dea. Esaurita l'effimera funzione di capitale d'Italia, la città era in gran parte domi* nata dai liberali conservatori e dai cattolici, ma non mancavano folti gruppi di gari­baldini (come lo Zati ed il Curzio) e di mazziniani (come il Minuti ed il Giannelli). Nell'anno 1876, dodici moderali toscani, tra cui il Peruzzi ed il Ricasoli, avevano determinato la caduta della Destra; nel '77 sorse PAssociazione dei conservatori nazionali di Augusto Conti, il cui organo era la Rassegna nazionale, notissimo perio­dico ancor oggi assai consultalo.
Gli aneliti e le speranze del Risorgimento rappresentavano ancora una molla fondamentale, quando Federico Campanella (uno dei fedelissimi amici di Mazzini, già direttore del periodico //- Dovere stampato a Genova, che tredici anni prima aveva provato la durezza delle leggi delia consorteria >) l'anno successivo fondò nella città del giglio il Comitato per l'Italia irredenta .
Erano gli anni del Congresso di Berlino e delle mani nette e la Triplice era di là da venire. Poco dopo sorsero : la Società Garibaldi ad opera dei radicali sotto la guida del prof; Còrsi, ed un Comitato per la lega della democrazia senza la partecipazione dei repubblicani. Questi ultimi erano raggruppati infatti nella intran­sigente Consociazione repubblicana toscana che manifestava particolare attenzione ai problemi sociali.
I liberali costituivano l'< Associazione liberale-costituzionale con a capo il Malenotti, da cui sarebbe scaturita l' Unione liberale-monarchica con finalità dissi* denti che aveva per presidente Fon. MarazzuoB. In pratica questo partito era diviso in due. correlili : dei moderati e dei progressisti. Tra questi ultimi troviamo il nome di un personaggio che avrebbe fatto parlare mollo di sé in questo, secolo : il barone Sidney Sennino.
Quanto ai cattolici essi militavano nella Associazione democrutica-eostiiuzio-naie del marchese Alfieri di Sostegno. Gli anarchici, infine, dopo In visita del Mala* testa a Firenze neU'84 (che ril'ostimi la federazione) se ne stavano appartati, riunen­dosi in un caffè di San Frediano.
Questo il panorama un po' complicato della vita politica fiorentina prima che il Danieli ed il Pescettl formassero con ex garibaldini, lavoratori ed intellettuali la prima sezione del partito socialista e che fosse fondata una Camera del lavoro. Fu appunto nel 1893 che, nei locali della Camera di commercio, che aveva patrocinato il convegno, l'assemblea, comune di ben ventisette società operaie diede vita a quest'ali ima as* sociazlone.
Fino all'80 circa, le sorti degli operai erano legate alla sodata di mutuo soccorso dominate da clerico-moderali ed avevano quindi fini essenzialmente assistenziali; nel decennio successivo le stesse società passarono ai rudical-tnazzinìani e servirono più