Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
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Libri e periodici
impossibile fino a quando non si potesse coniare sn una parte almeno dell'esercito; o convenne che l'episodio non era la giornata storica che egli aveva sperato. Altre non meno interessanti opinioni ci fa conoscere PA, comprese quelle di Panini e di Salvemini.
Ma poi come osserva PA. medesimo nello stesso anno un'amnistia cancellò anche le conseguenze penali della Settimana Sossa e nella nuova atmosfera di guerra, i fatti occorsi dal 7 al 10 agosto rimasero lontani e sfocati.
Restarono però conseguenze di incalcolabile portata in campo politico, e proprio nel tempo in cui il nostro paese si preparava a partecipare all'immane conflitto.
Infatti proprio allora, e per effetto della Settimana Rossa, il partito socialista venne a trovarsi su posizioni intransigentemente rivoluzionarie, ed il proletariato a sua volta almeno quello che la Settimana Rossa aveva esasperato col tema deiPàn-timilitarismo non si aUontò minimamente da tale avversione.
Di qui l'opposizione alla guerra, legata non solo ad un'ideologia, ma anche ad una recente esperienza; e di qui il convincimento sull'altra opposta sponda che il socialismo fosse la negazione di ogni idealità patriottica e che così pensavano i più accesi interventisti convenisse affrontarlo, occorrendo, con la violenza di piazza. Fermenti che rimasero anche dopo la guerra.
Questo, a ragion veduta, ci ha detto lo storico di Settimana Rossa.
Dal canto nostro, uscendo da questo piano della storia e porgendo ascolto esclusivamente a umani sentimenti di dolore, potremmo rilevare che la Settimana Rossa coi suoi sedici morti (pochi se la pensiamo come rivoluzione, ma troppi, sempre troppi) è la dimostrazione non prima né ultima che le conquiste civili, in regime di civiltà, di libertà e di vera democrazia, hanno la loro forza nel libero dibattito e non nella violenza, nelle idee e non nel sangue.
Sedici morti più o meno ignari e casuali in quelle sette giornate insurrezionali fra drammatiche e grottesche! Troppi, ripetiamo, per un'esplosione così confusionaria ed incongruente nel programma e nell'azione. Né fu poi ascoltata la lezione che i responsabili avrebbero dovuto trarre.
Tutto allontanato e sfocato: ci voleva questo libro per ricordare i morti; e lì dimenticheremo ancora.
Dovremo invece ricordarli, e non solo quelli di allora, ma anche quelli di poi: e con eguali sentimenti di umanità e di fraternità: si tratta di vittime.
Accade invece che anche oltre tomba si abbarbichi la mala pianta della discriminazione, non in onore dei morti ma per comodità dei vivi i quali mettono gli uni contro gli altri anche se tutti ebbero una loro fede e se per essa diedero il sangue. E così vengono sollevati gli uni in celebrativa ricordanza, mentre gli altri giacciono in crudele dimenticanza.
Questo senso di umanità che noi se ci è consentita ancora la parola chiameremmo patriottismo, non è mancato all'A. il quale non ha usato parole, e tanto meno parole accentate, per manifestarlo, ma lo palesa con l'onestà e sincerità del suo dire, e con l'ansia così viva e costante di verità, di sicura e provata verità, che non fa difetto nemmeno quando egli e con garbo tutto suo procede o dall'una o dall'altra delle opposte sponde.
Forse è ingenuità la nostra; ma noi osiamo credere che tale documentatissima verità non possa trovare ragionevole opposizione nemmeno da parte di alcuno degli attori di allora, il quale, ( usiamo parole dantesche, et absit maligna intarpretotìo) non morì unquanchc, - e mangio, e bee, e dorme, e veste panni.
PIGRO ZASU