Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
anno <1966>   pagina <671>
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Libri e periodici
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NOVELLO PAPAPAVA DEI CARRARESI, Da Caporetto a Vittorio Veneto; Milano. Musei del Risorgimento e di Storia contemporanea 1965, in 8, pp. XXIV-213. S. p.
Da umiche anno l'interesse degli studiosi di storia contemporanea, che si era concentrato quasi esclusivamente sulla seconda guerra mondiale, è ritornato di nuovo alla prima, e non solo in Italia, ma anche in Francia, Germania, Inghilterra, Amo* xico. Naturalmente l'esperienza e la conoscenza della seconda guerra mondiale, come sempre avviene, contribuisce a meglio conoscere la prima, sempre che non si pre­tenda confondere moventi, circostanze, modo di svolgersi degù' avvenimenti. Per quanto riguarda l'aspetto militare la condanna espressa, per ciò che si riferisce all'Italia, sulla seconda, si tende ad estenderla anche alla prima, e cioè a considerarla imperia* lista. Non che manchi del tutto questo aspetto, ma non è il solo e nemmeno il prin­cipale, e si dimenticano i motivi ideali che ispirano l'intervento italiano.
L'attenzione si è rivolta sopra tutto al periodo della neutralità, nel quale venne preparato l'intervento, e alla rotta di Caporetto. I due argomenti sono stati affron­tati con intendimenti diversi, e a volte contrastanti, o per approfondirli o per fare il processo all'intervento e alla guerra. L'attenzione si è rivolta sopra tutto a Capo-tetto, e lo si capisce, poiché quella rotta si presta sia per sostenere che in definitiva non fu decisiva e gli Italiani seppero riprendersi, come, d'altra parte, offre qualche argomento per condannare la guerra in blocco. Quindi in questi ultimi tempi abbiamo avuto, tanto per citare i più significativi, Caporetto, dal diario di guerra di Angelo Gatti, ricordato anche su questa Rassegna, Isonzo 1917 di Mario Silvestri, Capo-retto del Seth, le insistenti richieste della pubblicazione della Relazione dell'Ufficio storico dello Stato Maggiore, e ultimamente si è aggiunto il libro di Rino Alessi, Dall'Isonzo al Piove. Le lettere clandestine della guerra, A queste pubblicazioni si aggiunge ora il libro del Papofava, nel quale, oltre a studi nuovi, pubblica anche le relazioni da lui tenute all'Accademia Patavina di Lettere, Scienze ed Arti, negli anni dal 1951 al 1962. E la pubblicazione è stata curata dalla Direzione dei Musei del Risorgimento e Storia contemporanea di Milano, in occasione del cinquantenario del' l'entrata in guerra dell'Italia.
L'A., ufficiale di complemento di artiglieria, e che ha prestato servizio durante la prima guerra mondiale, cominciò ad occuparsi di essa fin dal luglio 1919 con un articolo su L'Unità di Salvemini, e due anni dopo pubblicò il libro Appunti mili­tari, al quale ancora dopo due anni seguì l'opuscolo Badoglio a Caporetto. La pub­blicazione avvenuta nel 1951 delle postume Pagine polemiche di Cadorna gli ha dato l'occasione per fare le relazioni già ricordate all'Accademia Patavina, pubblicate in gran parte sugli Atti di essa. Tutto questo dimostra chiaramente l'interesse che egli porta allo studio di quella guerra nella quale ha combattuto, e sopra tutto alla battaglia di Caporetto, che avendo costituito il momento culminante della guerra, è stata maggiormente studiata e si capisce sia nei libri di memorie sia. nelle trattazioni.
Il libro incomincia con una lunga premessa nella quale il Papafava esamina e critica il libro del Gatti, ne rileva molte contraddizioni, osserva che i giudizi sono caratteristiche manifestazioni del culto della personalità, e quindi anche le valuta­zioni sul morale dei combattenti coincidono con quelle di Cadorna. Però su questo punto, il Gatti si contraddire spesso e l'A. mette in evidenza queste eontruddizioni. Segue quindi uno studio sulla Cavalleria italiana nella guerra 1915-18, nel quale mette l'accento sopra rutto sugli esoneri dei generali e la difficoltà per non dire l'impossi­bilità di impiego della cavalleria in una guerra di posizione. Essa ebbe ancora la sua funzione nell'ottobre 1917 quando fece il possibile, nella confusione di allora, per proteggere la ritirata della 3" armata. Quindi viene un secondo studio sull'episodio rhe prende il nome da Carzano. Facendo leva BUÌ sentimenti irredentistici delle nazio­nalità soggette all'impero absburgico venne tentato un accordo con elementi czechi per penetrare nelle difese austriache nel fondo della Vulsugana e prendere olle spalle le linee austriache dell'Altipiano di Asiago. Ma l'operazione degnamente con-