Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
anno <1966>   pagina <672>
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672 Libri e puHodwi
rapii e rJie poteva condurci a Trento, Tu * pessima meni e eseguita e quindi non portò ad ninni risultato.
La parie più ampia ed interessante del libro è quella dedicala a Cuporctto.
Sono note a tulli le questioni largamente di hai tuie sulle cause di quella rotta; e cioè se esse siano di ordine morale, o dì ordine militare, 6e le prime siano essen­zialmente politiche, ossia atirihnihili al Governo e consistenti nel mancato freno al e disfattismo provocato dagli avversaci alia guerra* oppure disciplinari, e cioè attribuìbili all'alta gerarchia militare e consistenti nel malgoverno degli nomini; in secondo luogo a ehi precisamente siano da attribuire le responsabilità di ordine militare.
Ora è noto il giudizio di Cadorna, espresso nel famoso bollettino del 28 otto lire, nel quale la responsabilità della rotta veniva attribuita a reparti della IX Armata vilmente ritiratisi senza combattere e ignominiosamente arresisi al nemico; e nel telegramma del giorno precedente al Presidente del Consiglio Boselli. nel quale affermava: Esercito non cade vinto dal nemico estemo, ma da quello interno. Ma questa condanna pronunciata da Cadorna sull'esercito italiano, e da lui ripetuta anche in seguito, prescindeva completamente dall'aspetto militare ed equivaleva al rigetto delle proprie responsabilità. Ossia un giudizio in causa propria!
Ora che lo spirito delle truppe non fosse più quello del 1915 è noto, ma ad indebolirlo avevano contribuito in primo luogo fattori militari, dei quali il primo responsabile era proprio Cadorna. Accenno solo: esonero degli alti comandi che dimi­nuivano la fiducia in essi da parte degli ufficiali in sottordine e dei soldati; attacchi frontali che si risolvevano in enormi perdite con scarsi risultati; per esempio l'of­fensiva del maggio 1917 si risolse nella più grande ecatombe di tutta la guerra ita­liana con 36.000 morti; decimazioni; fenomeno degli imboscati presso i Comandi e le retrovie, e si trattava generalmente di figli di papà, fenomeno che aveva un effetto deprimente sui soldati. Ora che i soldati, dopo mesi ed anni di sacrifici e di soffe­renze e di disagi di ogni genere, senza un risultato tangibile, senza una prospettiva della fine, fossero stanchi è innegabile. Perù combattevano lo stesso. Il Gatti ricorda ufficiali e soldati che andavano all'assolto piangendo, ma vi andavano. Il conte Ales­sandro Sforza, che nei mesi del settembre ed ottobre 1917 era ufficiale addetto al Generale Badoglio, parlando di una scena vista personalmente pochi giorni prima dell'offensiva nemica, scrìve (Astrolabio, 25 dicembre 1964): I reparti si trasci­navano su una linea di resistenza che non esìsteva... Camminavano in fila indiana curvi, sfiniti, avevano marciato di giorno e di notte, dormito a terra sotto la pioggia . Ora tutto questo è vero, ma a deprimere il morale dei soldati avevano maggiormente influito gli avvenimenti militari che non il disfattismo dell'interno. Quindi dobbiamo tener presente che Caporetto fu una battaglia, e cioè un fatto militare e come tale va spiegato.
Ora è proprio questo che il Papafavu si è proposto di studiare e cioè ricercare le cause militari della sconfitta. In questo esame egli si busa sopra tutto sulle memorie di Cadorna è di Capello e sulla Relazione dell'inchiesta, servendosi di altre fonti come conferma. La sua analisi è mimila e particolareggiata, anche se qualche volta un po' lunga e con ripetizioni. Quello che gli interessa è di giungere a conclusioni sicure.
Dopo un esame breve delle condizioni morali delle truppe conclude che è ormai pacifico che molto notevoli furono le cause strategico-tattiche . Preminente il contrasto fra i propositi dei Generale Cupelio e quelli del Generale Cadorna, circa il modo éi affrontare la minaccia dell'offensiva nemica >. Che questa offensiva fosse probabile era chiaro alla mente di molti. Basti pensare alla situazione del 1917. Nella primavera vi era stata la rivoluzione russa, che, anche senza prevedere il suo sbocco finale, era chiaro che inde ho li va gravemente quel fronte; in aprile c'era stato il fallimento dell'offensiva Nivelle, che portò una grave crisi nell'esercito francese, e cioè l'ammutinamento di Intere divisioni, la marcia su Parigi e il ristabilimento dell'ordine mediante le truppe di colore. Però in Francia non fecero lauto chiasso