Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
anno <1966>   pagina <673>
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Libri 6 ftcriodici
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Mi quei jiruvisinii cpiMidi. IH ogni modo anche il (rutili* francese divenne inattivo. Rimaneva quello italiano. Era chiaro che tanto la Gormania come l'Austria-Ungheria avrebbero approfittalo dello1 circoli un/.e favorevoli per concentrare le loro forze sol fronte italiano e tentare senz'altro la sua eliminazione. Abbiamo a proposito di quello che hi prevedeva una testimonianza autorevole: il 23 marzo 1917 la data è si gnì ricali va - - Salamini cri ve va a Bosetti: 1 giornali pia autorevoli trattano larga-mente "ipotesi della grande offensiva austro-tedesca contro l'Italia, ne discutono le eventualità, non ne attenuano la serietà ( Diario di Antonio Sa landra in Osservatore politico-letterario novembre 1965).
Se cosi la pensavano eli uomini politici quali erano le impressioni del Comando Supremo? Premesso che Cadorna non aveva strette relazioni con sii uffici di infor­mazione, nel suo ordine del 18 settembre ritiene probabile prossimamente un attacco sulla fronte Giulia... Un attacco tanto più risoluto quanto più ingenti forze 'il nemico) potrà distogliere dalla fronte russa , quindi ordina di rinunciare alla progettata operazione offensiva e di concentrare ogni attività per la difesa ad ol­tranza. E faceva presente che era questa una precisa direttiva. Proprio il giorno prima, in una conferenza ai comandanti dì Corpo d'Armata, il Generale Capello dichiarava che si stava preparando una poderosa offensiva , e che le linee si man­tengono con contrattacchi improvvisi, quindi portare forze in avanti e dare il colpo di clava e preparare la grande manovra controffensiva . Erano propositi nettamente in contrasto con quelli di Cadorna, ma Capello non li abbandonò. Senza entrare nei particolari il Comandante della II Armata continuò a disporre i piani secondo le sue concezioni, a mantenere l'artiglieria in posizione avanzata, a dare disposizioni che avevano l'apparenza di essere in armonia con l'ordine di Cadorna. E questi, pur cono­scendole, non richiamò il Generale Capello all'osservanza degli ordini dati, anzi adoperò un linguaggio generico che poteva interpretarsi anche come approvazione. Si creò così un equivoco die durò fino al 20 ottobre quando Cadorna condanna espli­citamente il disegno di Capello di una controffensiva di grandissimo stile , disegno che doveva essere abbandonato , 0 ordina che l'azione si riduca alla sola difesa entro U raggio tattico .
La spiegazione del .contegno incerto di Cadorna fino al 20 ottobre forse possiamo trovarla nelle stesse sue parole quando dice che in seguito all'esito vittorioso della battaglia della Bainsizza non mancarono giornali che accennavano a Capello come mio probabile successore al Comando Supremo . Quindi non volle urtarsi con lui. In Ogni modo Papafavu conclude che la discordanza fra Cadorna e Capello fu la fondamentale causa militare della disfatta di Caporetto .
Le disposizioni di Cadorna rovesciavano completamente i preparativi fatti da Capello e lo costringevano ad adottare uno schieramento completamente diverso, anzi opposto. Non era possibile effettuarlo in pochi giorni. A ciò va aggiunto che solo alle ore 16 del 23 ottobre Capello comunica ai comandi inferiori che la grande offen­siva era abbandonata. Quindi l'attacco nemico sorprese la 11" armata in pessime condizioni .
Nella progettata controffensiva il XXVII Corpo d'Armata aveva il compito prin­cipale a cioè attaccare il fianco sinistro delle forze nemiche a Tolmino. Questo sempre nelle intenzioni di Capello, mentre Cadorna aveva ordinato che le forze di quel Carpo d'Armata gravitassero prevalentemente nulla riva destra dell'Isonzo. Questo ordine non venne mai eseguito perché* tonte sostiene il Papafava, non venne mai trasmesso da parte del Comando d'Armata.
fu ogni modo il XXVII Corpo non solo non assolse il compito precedentemente affidatogli, ma fu il primo ad essere travolto e n determinare l'ulteriore cedimento del fronte della II0 Armata. E naturale quindi che l'attenzione degli studiosi si sia rivolta prevalentemente all'azione di Badoglio.
Il primo appunto fattogli è quello della mancata azione dell'artiglieria. Badoglio che proveniva proprio da quell'arma t si riteneva l'ini al li bile innovatore dell'impiego
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