Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
anno <1966>   pagina <678>
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678 Uhri e periodici
Ustica della guerra inutile e disastrosa per tutti e causa soltanto di rovine economiche e morali.
Se l'idea del connubio franco-tedesco non nasce nel Ni iti da infatuazione per la forza della Germania e da diffidenza Verso la democrazia! come era avvenuto dopo la travolgente guerra del *70 per tanta parte del nostro moderatismo, anche il suo europeismo si discosta dalla tradizione moderata. L'unione europea, che deve com­portare la ricostituzione della democrazia nei paesi europei, prima che sopra una base ideale-politica, deve fondarsi per lui sopra una- base economico-produttivistica. Ogni unione polìtica non può venire che da precedenti unioni economiche realiz-znniisi attraverso unioni doganali. Da studioso di economia, il Nitti sa bene che il progresso tecnico e le moderne forme di produzione richiedono mercati sempre più ampi.
Per concludere, anche se alcune valutazioni dello scrittore lucano erano desti­nate a dimostrarsi errate (negli anni in cui Adolfo Hitler andava codificando nel suo Meta Kamph i capisaldi dell'ideologia e del programma nazisti egli considerava il fascismo fenomeno isolato ), è sorprendente alla luce dei successivi tragici svi* loppi della storia europea la validità di molti suoi giudizi, come la concretezza di molti suoi mòniti e timori.
GIUSEPPE LOCOROTONDO
At.EssA.NiiM) ZtrssiNt. Luigi Caissotti di Chiosano e il movimento cattolico dal 1896 al 1915 (Pubblicazioni dell'Istituto di Scienze Politiche dell'Università di Torino, n. 13); Torino, ed. Giappichelli, 1965, in 8, pp. 235. L. 2.800.
Nel 1879 G.B. Paganuzzi (il futuro presidente dell'Opera dei Congressi), nella relazione, tuttora inedita, al Comitato Permanente di Bologna di un suo viaggio-inchiesta in alcuni centri dell'Italia Settentrionale, lamentava la vita assai stentata del movimento intransigente a Torino e scriveva: Torino, che ha fatto l'unità d'Italia rivoluzionaria, è forse la causa principale che impedisce l'unità italiana cattolica! . Egli indicava, quali cause di tale stato di cose, la devozione dei piemontesi alla dina­stia sabauda e allo Statuto (e perciò la loro ostilità ad ogni tendenza antiistituzionale), ma soprattutto il timore di dover collaborare ad attività illegali : I Piemontesi sono gli Inglesi dell'Italia. La legalità è tutto per essi. Rassicurati su questo, forse si pò* irebbe ottenere molto . Molto in effetti si attendeva il Paganuzzi da Torino, ove < abbondano i cattolici che studiano seriamente e forse negli studi politici, economici e sociali anche dal punto di vista cattolico (piò o meno esatto) avanzano tutte le parti, che io conosca, d'Italia. D'altronde Torino è il Piemonte e... guadagnato il Piemonte al movimento intransigente, si otterrebbe... moltissima autorità.
Noi periodo successivo tuttavia il Comitato Piemontese dell'Opera (fondata nel 1877) sopravvisse, grazie specialmente al padre Schlapparelli, tra molte difficoltà e le attività dei comitati diocesani, come documenta il Gambasin, furono incerte e di­scontìnue: facevano ostacolo la mancanza di entusiasmi temporalisti e le speranze di conciliazione nutrite da! vescovi, dal clero, dalla maggioranza dell'aristocrazia.
Dal '95 però, anno del XIII congresso, svoltosi proprio a Torino, si ebbe una derisa ripresa dell'Opera, che accolse nel suo seno vari grappi di giovani, già da al> cimi anni impegnati nello studio < serio della questione Boriale alla luce degli inse­gnamenti della < Rerum No vii rum .
Ad una delle piò entusiaste e rilevanti tra queste personalità, Luigi Caìsotti di Chiusami (Torino, 2868 Cuneo, 1963), è dedicato il lavoro dallo Zussini, che coglie, attraverso l'attiviti colto nule, organizzativa e giornalistica del conte piemontese tra il 1896 e il 2915, momenti significativi delle vicende del movimento cattolico in quo* gli anni.