Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
anno <1966>   pagina <679>
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Libri e periodici
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.Sono stati utilizzali nella ricerca l'archivio Caissotti alle Basse di Chiusane e il carteggio di Giuseppe Tomolo nella Biblioteca Apostolica Vaticana. L'A. si è inoltra giovato dei ricordi e delle impressioni fornitigli dal protagonista negli ultimi anni della sua vita. L'opera e gli orientamenti di Caissotti sono passo passo documentati da un attento esame dei suoi scrìtti (degli articoli e saggi alla fine del volume è ripor­tato nn elenco cronologico).
Ne risulta intanto un panorama del Piemonte cattolico tra la fine dell'Ottocento e la Grande Guerra, seppur non esaudente (come lo Zussini ammette: in effetti sono trattati soltanto gli aspetti riconducibili all'attività di Caissotti), certo capace di stimolare confronti e verifiche, di suscitare discussioni.
Si può constatare subito il mutamento di dima operatosi dal '79 (cui si faceva accenno nel documento citalo all'inizio) al '96. Per i giovani della generazione post-unitaria, che vengono a trovarsi di fronte ai problemi enormi dello sviluppo econo­mico e del progresso sociale e alle connesse strozzature politico-istituzionali, casa Savoia e lo Statuto non costituiscono più realtà intoccabili. Sono perciò sottoposti a rilievi critici severi. Ut prima per la sua azione secolare di compressione delle fran­chigie locali , il secondo, benché ottimo nella sua idea negativa di abolizione del­l'assolutismo , censurabile come instauratorc del regime che meglio si presta al dominio incontrastato della plutocrazia.
La questione del ridimensionamento delle strutture statali è affrontata in modo spregiudicato, ma ancora immaturo:-;, si denuncia la degenerazione del parlamento retto dai vecchi partiti, ma si indica quale rimedio un ordinamento anacronistico a base professionale; viene accettata senza riserve l'Unità, e poi, di fronte ai danni del centralismo, ci si vuole riallacciare alle tradizioni comunali medievali.
Emerge fra l'altro l'influenza delle correnti di pensiero francesi, alle quali sem­pre si prestava in Piemonte vivace attenzione per tradizione antica di rapporti cul­turali ed economici . Senonché l'accoglienza fatta alle idee del La Tour du Pin e in­sieme a quelle degli abbés démocraiiques, in modo affastellato e acritico, sotto il comune denominatore di pensiero cattolico, testimoniava la mancanza di un ampio respiro cultu­rale. Era questa l'eredità degli antichi atteggiamenti aristotelici e rinunciatari nei confronti della moderna civiltà, che si manifestava, nella carenza di strumenti cul­turali capaci di interpretare adeguatamente i problemi complessi della società in svi­luppo, di alcuni settori della quale pur si individuavano molti reali bisogni.
Per venire all'azione svolta personalmente dal Caissotti, non manca di suscitare notevole interesse il suo impegno (caratterizzato da attenti studi, anche di esperienze straniere) per la organizzazione degli agricoltori (Federazione Agricola Torinese) e per la fondazione di istituti di credito (Credito Cooperativo Piemontese). Questa atti­vità, propria di molti intransigenti, democratici e non, mostrava nel Nostro una ten­denza a svincolarsi dal paternalismo fino ad allora dominante, per suscitare un'azione volontaristica degli stessi agricoltori in proprio favore, e a questo fine si sosteneva la necessità assoluta per le classi contadine di istruzione ideologica e tecnica (< cir­coli di studio).
All'interesse attivo per le cose rurali faceva invece riscontro, in campo cattolico, una certa indifferenza (ostilità addirittura, dopo il '98) per l'ambiente industriale, che si dimostrava restio ad accettare l'organizzazione professionale cattolica, preferendo le leghe di resistenza animate dai socialisti. Il Caissotti lamentava tale disinteresse, come pare la. sempre maggiore chiusura di autorità ecclesiastiche e organizzazioni al­l'applicazione di concezioni sociali avanzate. L'atteggiamento negativo dell'arcivescovo Blchelmy verso le Idee nuove dopo i fatti del "98 (che pare non avevano dato luogo a Torino a particolari misure repressive), aveva favorito una involuzione del movi­mento cattolico localo uu posizioni conservatrici.
Caissotti non mancò di manifestare in più occasioni lo sconforto che investiva