Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON GLI STATI UNITI D'AMERICA 1859-1866; STATI
anno <1966>   pagina <680>
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Libri e periadici
i piovani democratici cristiani di fronte (dia compressione ufficiale fi esigenze ritornili- essenziali o alla prospettiva di dover condarre ovanti, isolati, una autonoma battaglili in difesa delle proprie idre Egli tuttavia, alieno da posizioni di radicale protesta, preferi attuare una personale i non sempre coerente) sintesi delle aspira­zioni e dei motivi prevalenti nel suo ambiente. Sono cosi esaltati in articoli e saggi il laminoso progresso dell'umanità sotto la guida della Chiesa; il federalismo, rimedio alle sperequazioni Era Nord e Sud; la proprietà coltivatrice: un nazional cattolice­simo suscettibile di evoluzioni impcrialistiche etc.
Un intero rapitolo è dedicato ad un problema, quello del sindacalismo cristiano, che serve da cartina di tornasole per evidenziare la frattura presente nel mondo catto­lico. La reazione integrista succeduta alla condanna del modernismo si andava mani­festando sempre più ostile ad ogni novità culturale e sociale, tanto da far pensare a una tendenza ad omnia diruere in Leone XIII . Ad un articolo della Civiltà Catto­lica (febbraio 19141, in cui si attaccava la solidarietà operaia in nome della pace so­ciale e della proprietà privata minacciate, il Caissotti reagiva in modo veemente, bia­simando quella che gli sembrava accettazione del laisses /afre (ed alleanza più o meno inconscia con il liberalismo economico). Ben al corrente dell'impressione pe­nosa generata in Italia e all'estero fra i cattolici sociali (specie in Belgio e Germania ove già si lottava efficacemente all'interno di organizzazioni sindacali), redigeva un memoriale denso di argomenti in confutazione del noto articolo. Non valevano, se­condo lui, le cautissime proteste del Toniolo, timoroso di suscitare scandali e repri­mende della S. Sede (le lettere riportate dallo Zussini rendono bene l'impressione del­l'atmosfera di sospetti regnante in Vaticano): bisognava, cessare la politica remis­siva , facendo valere la santa libertà dei figli di Dio di fronte a un'impostazione retriva dei rapporti sociali presentata come dottrina ufficiale della Chiesa.
Le autorevoli e numerosissime felicitazioni che vennero all'opuscolo del Nostro giovarono certo a rendere chiara negli ambienti più autorevoli la consistenza di orien­tamenti sociali progressivi.
Una posizione originale Caissotti assunse in merito all'intervento: par condan­nando l'atteggiamento bellicista a tutti i costi dei nazionalisti, riteneva che fosse neces­sario muoversi contro una Germania negatrice non solo della legge cristiana, ma anche della legge naturale in nome di una Kultur di predominio (frutto dell'assolutismo neopagano generato a sua volta, secondo lui dal Luteranesimo, distrattore della li­bertà dell'Europa medievale).
Dell'attività di Caissotti in guerra (richiamato alle armi, presta servizio come officiale per tutto il conflitto) e nel dopoguerra si danno brevissimi cenni. Deluso giù prima del '15 da manifestazioni di meschinità nei suoi confronti in seno al movimento cattolico; ostile all'antimilitarismo e all'aconfessionalità del nuovo Portilo Popolare (assai lontano dal partito guelfo da lai e da molti vagheggiato); di fronte al falli­mento nel 1923 della Federazione Agricola Torinese, in cui aveva profuso le sue energie giovanili, preferiva uscire dalla vita pubblica per dedicarsi alla amministra­zione de! suoi fondi.
Tutto ciò lo Zussini ha illustralo con ricchezza di dati e sensibilità: tuttavia la personalità di Caissotti avrebbe potuto essere più precisamente delineata con mag­giori accenni olla sua vita privata e al suo ambiente. L'esame dell'interessante corri­spondenza e degli scritti del nobiluomo piemontese infatti non riesce ad esaurire molte domande sull'uomo, tempra forte e acuta, ma nel quale, a volte, sembra attuarsi una scissione tra motivi ideali e atteggiamenti pratici.
MAKIU BKI.AIIIINEI.U