Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO; GIORNALI FIRENZE 1893-1896; ITALIA POLITICA C
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1967
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19
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La Rassegna nazionale e Crispi (1893-1896) 19
ogni espansione neirAbissinia e nel Sudan; quindi disapproveremo che, nell'assenza del Parlamento, e col fomento delle vittorie, il Ministero s'impegnasse più in essa senza la più evidente necessità .
L'appoggio del Fea a Rudinì si rafforza dopo la dichiarazione rilasciata da questi a un redattore della Lega Lombarda sulla possibilità di una conciliazione eon la Chiesa, *> e Io stesso giudizio sul Crispi si ammorbidisce nel ricordo del discorso di Napoli.
U Fea può così scrivere: h La concordia di opinioni che circa un punto così capitale di politica interna, si nota fra due uomini considerevoli appartenenti ad opposti partiti, accresce il pregio delle dichiarazioni di entrambi perché dimostra meglio di ogni parola quanto potente e diffusa vada ormai facendosi nel nostro stesso ceto politico la convinzione della necessità di rialzare il sentimento religioso .
Altre dichiarazioni rilasciate alla Gazzetta di Venezia sono pubblicate dalla Rassegna sotto il titolo Documenti. s) Esse sono dclTon. Fusinato e del sen. A. Rossi e vertono sulla massoneria: quella del Rossi è particolarmente interessante per l'esaltazione che egli fa del Crispi. il quale alla massoneria ha inferto <c il colpo di grazia staccandosi così, se non di nome, di fatto, dalla setta e rivelando un altro dei suoi intuiti d'uomo superiore di Stato . *) Già nel 94 6> il Rossi aveva scritto al Da Passano: a. Siamo d'accordo che la persecuzione a Crispi fu ed è ima bassezza, ed io sarei felice se la sua causa fosse disgiunta da quella della massoneria, ch'egli anzi in qualche occasione seppe affrontare, sia pure essendo massone. Purtroppo gli è nel meridionale che si trovano i bachi negli intelletti superiori; quassù siamo più equilibrati .
i) Il Rudi ni aveva parlato di un Concordato, o della libertà recìproca; aveva inoltre parlato del sentiménto religioso come fattore di civiltà e di progresso lamentando che molte sedi rimanessero spesso per vario tempo vacanti e per effetto di difficoltà burocratiche non sempre disinteressate. Il Farini, riportando il testo di questa intervista, scrive nel suo Diario : Che dire di questi Italiani i quali, nel modo in cni ora sollevano la questione romana, pare gridino aita al Papa, pronti a concedergli tutto che voglia, purché l'altare li salvi dalle paure del socialismo? Quanto, male avvisato non fu Crispi accennando a Napoli a questo pensiero. Molti vi si sono precipitati diètro e se non si mette argine alla folla ed alle folli speranze, se non si ricorda, a tutti, che codesta pace non si potrebbe ottenere se non distruggendo l'unità, impossibile senza Roma, noi saremo perduti . D. FARTNT, Diario., voi. I, p. 645,
2) Ras, polita 16 marzo 95, pp. 365-370.
) In KJV., 1 aprile 95, pp. 359-364.
*) Il Farini annota nel suo Diario, voi. I5 p. 651: La lettera del sen. A. Rossi sulla, anzi, contro la massoneria è sintomo del come e quanto t clericali si ringalluzziscano e come, a poco a poco, si avanzino ad occupare lo Stato. E nessuno se ne commuove! Giudizio che, o parte l'accusa di clericale rivolta al Rossi, è indice della preoccupazione alla quale, in rampo <laico davano adito i salti di quinta del Crispi in senso conctliatorista.
W. Credo infatti che a tale anno vada riferita la lettera del Rossi, datata solo 26/9, senza anno e senza luogo, in A. DA P.S.