Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO; GIORNALI FIRENZE 1893-1896; ITALIA POLITICA C
anno <1967>   pagina <23>
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Là <c Rassegna nazionale e Grispi (1893-1896) 23
Ma la sconfitta di Amba Alagi sembra ravvivare il patriottismo del Fea, facendogli improvvisamente ricordare la ce missione che spetta ai popoli <t civili . Egli scrive infatti: x) ce Non è che in tesi generale condan­niamo ogni idea di espansione coloniale; non è neppure che fossimo parti­colarmente avversi alla spedizione del Mar Rosso ; si condivide <c il prin­cipio che ritalia dovesse ancor essa concorrere all'opera che incombe alle nazioni europee, di portare la civiltà nei paesi barbari 2) e non ci sareb­bero state obiezioni se <c le condizioni del paese fossero tali da consentirgli di gettarsi in un'impresa di tal natura . Il fatto di Amba Alagi, triste a un tempo e glorioso per le nostre armi , non ha recato ce meraviglia, né per spiegarlo troviamo necessario ricorrere a ragioni recondite e gravare la mano sui generali che comandano nell'Eritrea, dopo averli innalzati fino alle stelle ; runico errore è stato non aver compreso che 10.000 uomini non possono difendere da due nemici un territorio vasto come l'Italia . È necessario perciò mandare in Africa rinforzi necessari a colmare ec le per­dite subite , e ad assicurarci contro un nuovo rovescio senza profon­dere forze e denari per una ce grande politica africana .
Molto più duro il giudizio sugli avvenimenti espresso nella lettera che egli scrive quasi contemporaneamente al Da Passano da Roma il 20 dicembre 95 : ce Di politica non ti parlo; avrai visto che figura cretina ha fatto il ministero e più cretina la Camera. Le parole di Crispi contro Bara-rie ri sono un infamia. Dopo averlo gonfiato e spinto avanti ora lo sconfes­sano!,8) E la Camera invece di colpire il primo responsabile, Crispi, se
tere , il presidente del Consiglio non aveva perduto di vista il discorso di Napoli, comprendendo come il paese avesse bisogno di pace religiosa, Ross, polita, in RJf., 1 ottobre 95, pp. 601-608.
i) Rasa, polita 16 dicembre 95, pp. 837*846.
2) Al tema della civiltà , cosi caro ai conservatori, si contrappone il duro giu­dizio dell'Osservatore Cattolico : Con che diritto, afferma il giornale, noi andremo a conquistarla? Non ci secchino colla stolidi tà dell'i ncivilxrla. Abbiamo bisogno noi di essere inciviliti, cominciando dal capire che il pretesto d'incivilire un popolo non è nna ragione per violare il diritto di quel popolo . Cito da R. BATTAGLIA, op. ci"/., p. 671. Ma altri giornali cattolici, fino alla seconda meta del 95, continueranno a so­stenere l'opera di civilizzazione affidata all'Italia; cfr. Osserv. Romano, art. del 3 e 7 gennaio e del 19 dicembre 95: La vera Roma, art. del 21 luglio 95. Cito da A. D'AtEssANmtQ, L'opposizione cattolica alla politica coloniale negli anni 1895-1896 nella stampa delFepoca, estr. da Società, a. XHT, n. 5, ottobre 1957, pp. 901-903.11 disprezzo per la popolazione abissina, costituita da 3 o 4 milioni di neri, se cristiani di nome, barbari di fatto , affiora in P. TUIUEIXO, in La virilità nazionale e le colonie italiane (art. del 99, pubb. in li secolo XIX..., p. 116).
) Crispi. nella tornata del 19 dicembre 95, aveva affermato nei riguardi del Ba-rafcieri (al quale protestava, peraltro, ogni fiducia) che non erano sititi ponti limiti nella gnu richiesta di rinforzi: La Convenzione... non condannava Carnot che orga­nizzò la vittoria, ma condannava i generali che non chiedevano, per vincere, tutto dò che era necessario, . Cfr. Discorsi parlamentari di F. Crispi, voi. ITI, Roma, 1915, tornata del 19 dicembre 95, pp. 771-774. Il Rossi, in netta opposizione al giudizio del