Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO; GIORNALI FIRENZE 1893-1896; ITALIA POLITICA C
anno <1967>   pagina <27>
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del ministero di inviare rinforzi. Può cosi scrivere al Da Passano: l* Spero che la rassegna sarà di tuo gusto. Mi sono mostrato quasi ministeriale!! Infatti, per il momento, dopo la riconvocazione (un po' tardiva però) delle Camere, una crisi sarebbe troppo dannosa perché darebbe troppa audacia a Menelik . Lo stesso giorno il ce Crispino conte Grabinski scrive al Da Passano, a proposito della propria recensione a oc La fine di un Regno del De Cesare: Ha sempre [il De Cesare] la mania del pessimismo; secondo lui tutto va male in Italia, non si capisce proprio cosa voglia. In fondo è grande ammiratore del di Rudinì e in ciò io sono proprio per 1 opposto. L'incapacità dei Rudinì e del gruppetto moderato, che lo circonda, è qual­cosa di fenomenale. Invece di appoggiare, frenandolo dove occorra, l'attuale ministero, Rudinì e compagni fanno comunella con la canaglia. Non pen­sano che a rovesciare il ministero e non capiscono che se vi riuscissero, dopo 6 mesi o al più. un anno, ricadremmo in giolittisxno e zanardellismo. In verità essi si servirebbero di Rudinì, Colombo e Prinetti, come di un utile paravento: scomparso Crispi per sempre, perché alla sua età non ritorna più. al potere, darebbero il gambetto al povero marchese e consorti e rimarrebbero padroni del campo; quod Deus avertat. Guardiamoci dal creare falsi grandi uomini! Il Saracco è di questi. Se è vero che ha voluto a qualunque costo la pronta riapertura della Camera, ha fatto un grosso sproposito. Ad ogni modo egli, che è un buon amministratore, ha però più qualità negative che positive e se fosse a capo del governo non farebbe buona prova. Sonnino, invece, malgrado i difetti che io non disconosco, ha almeno grande fermezza e chiara visione delle cose. Spero, anche a Camera aperta, che prevarrà la saggezza e ambiziosi, camorristi e radicali saranno costretti a starsene in disparte. Conosco i difetti di Crispi, ma sono con­vinto che non gli farebbero tanta guerra i sovversivi se non capissero che con lui non la possono spuntare .2*
È il pericolo a cui aveva accennato nella lettera al direttore del gen­naio 94 che si fa ora più minaccioso e incalzante in vista di una crisi ministeriale e spaventa il conservatore Grabinski facendogli vedere nel Crispi l'ancora di salvezza contro un'affermazione radicale. Perciò, per la solu­zione della crisi, il Grabinski è favorevole, nell'eventualità di una caduta de] gabinetto, solo a chi, come il Sonnino, dà affidamento di una conti­nuità ideale col ministero Crispino; ed è invece particolarmente severo col Saracco, il quale, per aver voluto la pronta riapertura della Camera, appare
per scontarle alla Banca?! Ma anche in questo si esagera. Ed io la assicuro [...1 che la Milano vera, ria, è tutt'altro di quella Milano antipatriottico, separatista, regio­nalista che viene definita . Lettera di A, Arnunni a Bonomeill, Milano, febbraio 96, in BIBL. AMBROS., Bonomelli, J896,
J) Lettera del Fea al Da Passano del 14 febbraio 96 s.l. in A. DA P.S.
2) Lettera del Grabinski al Da Passano, da Bologna, 14 febbraio 96, in A. DA PiSi