Rassegna storica del Risorgimento
BRACCIANTI ROMAGNOLI OSTIA 1884
anno
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1967
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pagina
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59
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La vitti dei braccianti romagnoli ad Ostia 59
lismo verbale, mai un'aggettivazione galeotta. Su tutto aleggia una rassegnazione bonaria e talvolta perfino gustosa, nonostante la materia irritante.
Mi preme ripetere che la documentazione riportata offre rudimentalmente uno spaccato della vita che si conduceva ad Ostia prima e dopo l'arrivo dei Romagnoli. Non tocca l'interpretazione cooperativistica o sindacale politica o collettivistica. Trascura perfino ogni forma d'organizzazione che non sia quella vista sul posto, con particolare attenzione pel servizio sanitario. Si occupa unicamente del modo di vivere dei braccianti e degli abitanti di Ostia, prima e dopo il 1884, colto nel realismo più prosaico.
Ciò premesso, chi e quanti erano gli abitanti di Ostia, donde provenivano, che tipo di vita sociale corni licevano, che mestiere facevano? A questo riguardo servono i libri dell'archivio parrocchiale della chiesa di sant'Aurea di Ostia. Situazione prima del 1884. Dal Liber bapthatorum civitatis Ostiensis1) la media dei nati e battezzati s'aggira sui cinque all'anno: i paesi d'origine dei genitori sono Centocclle, Ferentino e l'Aquilano in genere: v'è un solo caso di irregolarità matrimoniale. "' Dal Liber mortuorum concepiti* ab anno 1803:t> la mortalità risulta in media di tre all'anno con le seguenti percentuali: 80 neonati o bambini, 15 ragazzi o giovani, 5 uomini non oltre i 45 anni di età. Dall'uno e dall'altro libro si può ricavare che le famiglie principali si chiamavano Felici e Fabiani.
In conclusione, il gruppo umano costituitosi a Ostia e che sta divenendo indigeno, mostra una recente formazione essendo del tutto privo di vecchi; è frutto di emigrazione interna dall'alto e basso Lazio e dall'Abruzzo; iniziai* mente fluido si stabilizza su una compagine di non oltre venti famiglie con frange erratiche; la malaria e in generale le malattie infettive mietono vittime specie fra i neonati. Non c'è dubbio che il fatto dell'unità d'Italia e la conseguente caduta del potere temporale vanno posti olla base dell'iniziale sommo* vimento sociale e della rottura dei gruppi paesani stagnanti che si mettono in cerca di nuove forme di vita trasferendosi vicino alla Capitale e fermandosi in posti abbandonati e inospitali.
Dal diario di Sarrecchia '') si decifrano anche le occupazioni e i costumi dei primi emigrati approdati a Ostia, metà dediti alla pastorizia e metà campagnoli . Gli uni e gli altri fanno capo al centro urbano solo la domenica mattina, vivendo in capanne costruite da loro stessi o già trovate nelle tenute dei principi romani. Rappresentano la più bassa espressione dei miserabili. I pastori nell'estate portano il gregge nel Fucino; i campagnoli ritornano
1) Archivio parrocchiale di Ostia. Il volume è manoscritto, consta di 74 pagine più l'indice non numerato, è rilegato in cartone, formato in 16. Va dal 1811 al 1892.
2) Dal come il parroco trascrive i dati d'un battezzato nato da genitori non non sposati in chiesa apparo il carattere inconsueto e scandaloso.
Il neonato si chiama Luigi Palombi; dei genitori si dico essere e illiciti co-ni a noti > (pp. 50-51).
8) Archivio parrocchiale di Ostia. Il volume è manoscritto, in folio, rilegato con pergamena, consta di 110 pagine più 27 numerate di rubrica con indici, mancano i dati dal 1891 al 1901.
') Lo 6i desumo dai lavori ch'egli stesso fa, durante la fanciullezza, intruppandosi ora con questi ora con quelli, a secondo cito rapita va, a fianco di suo padre. Si tratta generalmente di lavori di campagna a Castel por/.iu no, a Trigona, ad Ardi a, a Campo del Fico, a Cisterna, a Bufa breccia, a Sassono, a Passo genovese, a Nettuno, ad Acciarpila.