Rassegna storica del Risorgimento

BRACCIANTI ROMAGNOLI OSTIA 1884
anno <1967>   pagina <61>
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hrogio Combattetti *> che officia la chiesa di sa ni'Aurea un'antica catte­drale sotto le dipendenze del cardinale decano del Sacro Collegio;2) il me­dico dott. Giuseppe Proia, che dispone di una stazione sanitaria non meglio precisata; il postino di nome Ramadoro, che ogni giovedì e domenica va a piedi fino a Fiumicino per prendere la posta;8) il guardiano della proprietà del principe Aldobrandino Antonio Scarfagna con quattro figli
Ogni domenica mattina, davanti la chiesa, compare un venditore ambu­lante di cucirmi (Cristoforo, e morto lui il figlio Carlo), che fa anche il canta* storie narrando fatti patetici e popolari come la Pia de* Tólomei, Genoveffa, L'abate Vecchi, Il dialogo del povero e del ricco. Gli altri giorni, girando per le tenute, raccoglie pelli di bestie morte, come pecore, volpi e altre che gli capitavano . Dalle capanne disseminate nelle tenute del principe i guitti , intervenuti alla messa, comprano la merce.
Molto miserabile il livello di vita a giudicare da certi indizi. Sembra sai* varai dalla miseria squallida soltanto chi è al servizio in loco del principe Aldobrandino il quale abita a Roma. Case e terre figurano come sue. La tenuta passa da affittanza in affittanza : dai Mercanti ai Gentili, dai Torri ai fratelli Calabresi.
Dentro le mura cittadine le case sono adibite a stalle e fienili per le man­drie di proprietà del principe. Le persone abitano a fianco degli animali. L'acqua potabile è scarsissima.
Vicino alla chiesa di sant'Aurea era la fontana. Un bel monumentino con il cannello che versava l'acqua in un recipiente di marmo alto circa un metro e qua* ranta e largo una sessantina di centimetri. Dell'acqua raccolta in questo recipiente si servivano le persone e il resto andava in parte, attraverso una conduttura, nel palazzo del principe per alimentare un piccolo fontanile uso abbeveratoio e in parte passava di fianco in un antico trogolo per far bere le bestie. Dietro la fontana c'erano due vasche per lavare. Sopra il cannello donde sgorgava l'acqua stava la seguente iscrizione su una lastra di marmo: Quest'acqua donò il principe Camillo Aldobran­dino e il Comune la condusse l'anno 1878. *)
I morti si depongono in due tombe con il chiusino nel cimitero accanto a una piccola chiesetta antica con il nome di sant'Ercolano, formata da una cappella con tetto e due piccoli cortiletti davanti circondali dal muro .
-) Don Ambrogio Combattelli fa parroco fino al 1897, poi andò per vecchiaia nell'Istituto dei Cento Preti a Roma. Gli successe don Angelo Morelli che, presosi la malaria, ritornò al suo paese natale di Casalvieri verso Panno 1915. Infine il terzo parroco, durante quel periodo, fa don Stefano Pini.
2) La diocesi dì Ostia costituiva un principato civile fino al 1870. Titolare, anche dopo quella data, restò il card. Luigi Oreglia di Santo Stefano {1828-1914). Il terri­torio era stato preso in enfiteusi dal prìncipe Giuseppe Aldobrandino che pagava al cardinale quarantasei ni ila lire all'anno.
H card. Oreglia, al quale Pio DI aveva dato il cappello rosso nel 1873, era de­cano del Sacro Collegio e vescovo d'Ostia e Vclletri dal 1896.
8) Nella Memoria di Nullo Baldini, citata, si parla del postino Gramadoro . Forse è più attendibile la dizione di Sarrocchia essendo della zona e parlando lo stesso dialetto ciociaro.
Morto Ramadoro, gli succedo Pasquino (romagnolo) il quale va ogni mattina a prendere la posta oli'Ufficio di Fiumicino col carretto (Diario, p. 24).
*) Diario, pp. 26-?f.