Rassegna storica del Risorgimento
BRACCIANTI ROMAGNOLI OSTIA 1884
anno
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1967
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pagina
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63
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La vita dei braccianti romagnoli ad Ostia 63
(Giuvulón); dispensiere delle derrate un certo Minardi; carriere Giovanni Zampica; birocciaio per il trasporto dei viveri da Roma a Ostia e dei frutti agricoli da Ostia a Roma Quinto Strocchi, con la moglie Pellegrina e due figli, Roman ino e Romolo. A quest'ultimo capila un dramma che il diarista definisce una specie di sangue romagnolo dcamicisiano, intitolandolo sublime atto di sacrificio di una madre.
Eccolo nella narrazione commovente:
Una mattina mentre il marito [Quinto Strocchi 1, era intento ad un altro lavoro, la moglie ha attaccato il BUO carrettuccio per Ostia per portare un po' di generi alimentari. La sera, quando è ritornata al Palazzo ccio, tutte le donno che ivi abitavano le sono andate incontro e, giunte a contatto con lei, qualcuna piangeva, qualche altra cercava di farle coraggio. La signora Pellegrina, allora, visto cosi s'è immaginata qualche disgrazia; ha chiamato a voce alta Roinanina che ha risposto piangendo, poi Romolo. A questo punto tutte le donne si sono messe a piangere e le hanno detto che il figlio s'era annegato. E non l'avete potuto prendere? No, no hanno risposto mentre gli amici staccavano il carrettuccio.
La madre s'è fatto subito insegnare il punto dell'annegamento nel Tevere, vicino al Palazzaccio. Dopo, il marito e le altre donne l'hanno condotta in casa e tutti le hanno fatto le condoglianze. Rimasti soli, il marito ha preparato la cena, ma Pellegrina non ha voluto mangiare. Pregata di andare a riposarsi nel letto, dopo varie insistenze c'è andata. Ma non dormiva, pur fingendo d'essersi assopita. A notte alta si è assicurata che il marito dormisse, si è alzata piano piano, ha fatto toletta, si è vestita bene e poi è fuggita. Ma nel rinchiudere la porta il marito s'è svegliato. È corso, ma la moglie era già da qualche minuto uscita. Egli allora ha dato subito l'allarme. Inutilmente, perché Pellegrina, di corsa, arrivata sul punto dove s'era annegato il figlio, ha chiamato a squarciagola: Romolooo e si è buttata a fiume. Quando gli accorsi sono giunti non hanno trovato nessuno. Il giorno dopo è accorsa tanta gente, ma non si è trovato niente. Barcaiuoli, avanti e indietro, hanno perlustrato il corso del Tevere. Dopo tre giorni, prima d'arrivare al ponte della Magliana, hanno visto affiorare sull'acqua il cadavere di Romolo e dopo circa 300 metri quello della madre. Li hanno portati alla morgue (che allora stava all'estremità inferiore dell'isola Tiberina). Tutti ì giornali di Roma riportavano in grandi titoli questo eroismo di madre e il giorno dei funerali c'era, dietro ai due carri (avanti il figlio e dietro la madre), una folla immensa tanto che i pizzardoni dovevano affaticarsi per aprire la strada al passaggio.1)
Ho riportato questo brano, che parrebbe marginale all'argomento, perché, oltre a testimoniare una tipica componente di romagnolità , dimostra come già la presenza dei Ravennati negli ultimi anni del secolo non sia più guardata dai Romani con diffidenza. Si direbbe, anzi, che gli abitanti della Capitale siano stati conquistati simpaticamente dagli strani immigrati impegnati nel prosciugamento degli stagni di Ostia. La stessa simpatia dimostrano anche le autorità civili, che pure un decennio prima avevano impedito ai Romagnoli di fermarsi alla stazione Termini, considerandoli sovversivi .s)
i) Diario, pp. 34-37.
2) cLe autorità non consentirono che gli operai pernottassero a Roma, come era loro desiderio, e lì fecero proseguire per Fiumicino dove arrivarono a notte inoltrata (V.A. UTILI, op. eh., p. 24).
I ravennati, allora, avevano fama di accoltellatori avendo ucciso nell'osteria della Grotta (c'era stato anche il processo pubblici tato con toni scandalizzati dalla stampa liberale) due carabinieri a Villa Filetto.