Rassegna storica del Risorgimento

BRACCIANTI ROMAGNOLI OSTIA 1884
anno <1967>   pagina <65>
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La vita dei braccianti romagnoli ad Ostia 65
personale restandovi niente altro che insetti, zanzare, tafani e noi che vi eravamo già abituati.1)
Ma circa i rapporti dei braccianti ravennati con Umberto I si leggono altri particolari:
Umberto I voleva loro tanto bene. Gli fece costruire una bella casa, lontano da Ostia circa due chilometri, verso Roma; e poi altre casette sulla via del Dragon­cello.2) La prima casa costruita era formata da tre vani, più una cucina e pianter­reno e da una stanza ampia al primo piano di circa quindici metri. La stalla, nel retro, era lunga come tutta la casa. Sopra c'era il magazzeno. Le altre case, costruite dopo, avevano due vani sopra e due vani Botto, con nel retro la stalla per le bestie.
Ad Ostia si accedeva dalla via Ostiense; prima d'attivare al piccolo paese c'era un ponte lungo circa un chilometro e mezzo che attraversava tatto Io stagno. Delle arcate del ponte ce n'era qualcuna chiusa in muratura e qualche altra aperta in modo che l'acqua dello stagno vi potesse trascorrere sotto. Siccome il letto stradale sul ponte era largo poco più di 3 metri, erano state messe due tribune all'inizio e alla fine. Quando un veicolo proveniva da una parte, per impedire che nn altro prove­niente dal senso inverso s'imbottigliasse sul ponte, occorreva che uno del primo vei colo scendesse e, dentro la tribuna, attendesse che fosse transitato l'altro.
All'inìzio del ponte verso Roma stava una colonna, tolta forse da Ostia antica, alta 3 metri con sopra scritto, in belle lettere romane: Tribunale delle Strade.3)
avvenuta l'uccisione di Umberto I a Monza, i braccianti romagnoli di fede socialista si commuovono.
Pei funerali di Umberto I la Società [operaia dei braccianti romagnoli] fece una bella corona e mandò una rappresentanza al corteo funebre.*)
La falcidia della malaria, almeno nei primi quindici anni cioè fino al 1900, sembra sopportata come una fatalità insopprimibile e una condizione di vita. Nessuno pensa di provvedervi. Non se ne interessa né il governo, né la stessa Società braccianti se non per quel tanto di organizzare il trasporto dei malati in ospedale a Roma. Del problema profilattico si prende coscienza molto tardi, dopo la costituzione di una rudimentale Croce Verde per iniziativa dei Romagnoli
Nel 1898, specie in estate, si trovava sempre qualche malato in giro sotto i pa­gliai o nelle capanne. Ogni tanto si trovava anche qualche morto in giro. Allora il presidente Armuzzi si rivolse alla Croce Verde di Roma per vedere se potesse fare qualche cosa anche ad Ostia. Così venne una Commissione della Croce Verde, radunò un po' di giovanotteRi, ci disse di procurare qualche locale per radunarci. Adocchiato in piazza della Rocca nn locale chioso con dentro tavole da muratore, cavalietti e carriole, abbiamo espoBto il nostro desiderio al principe Aldobrandini perché ce lo
i) Diario, pp, 29-28.
2) Il Dragoncello era un cantile che percorreva al margine lo stagno, aitoelevato, nel quale le idrovore immettevano le acque pompate dalla zona bassa.
Dalla mappa disegnata risultava essere state quattro le case: due grandi (Casa­nova e Bovarone) e due piccole (Caselle),.
8) Diario, pp. 22-23.
*) Diario, p. 33.
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