Rassegna storica del Risorgimento

BIBLIOTECA UNIVESRITARIA DI GENOVA FONDI ARCHIVISTICI
anno <1967>   pagina <89>
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LIBRI E PERIODICI
AMIEHTO CARACCIOLO, Le pori frane d'Ancóne prois.vmre ci impasse d'un milieu mar-chand au XVIII' siede; Paris, S.VJ.E.N 1965* in 8", pp. 306. S.p.
Nel XVIII secolo, con l'attuazione della politica mercantilistica teorizzala dal Colbert, con la creazione, cioè, dei portifranclii. la coordinazione dei traffici ed il rinnovamento delle più importanti istituzioni politiche e giuridiche, si opera rono Quelle grosse trasformazioni economiche e quelle rilevanti modificazioni nelle gerarchie dei valori che condizionarono il sorgere delle moderne metropoli e por­tarono nuovi centri alla ribalta della storia.
Sulla vicenda di tali centri, nel quadro dello sviluppo della società dell'epoca* al è appuntato da tempo l'interesse della storiografia. Essa si è occupata, dell'argo mento sia con studi sui più generali problemi degli empori e dei porti del Medi* terraneo, come quelli di F. Brande! {iote sull'economia del Mediterraneo nel XVUI secolo, in Economia e Storia, 1955, n. 2) e di P. Masson IPorts Francs d'autre-fois et d'aujourd'hui, Paris, 1904), sia con opere sulle singole città interessate ai movimenti economici in atto nel Settecento.
Ai lavori di L. Bergasse-C. Rambert (Bistoire du commerce de Marseilte, Paris, 1954) e di R. Romano ( Commerce et- prie du bit a Marseille au XVIW siècle, Paris, 1956) sa Marsiglia, di I. Laneve (IZ porto di Trieste nel secolo XVUI, Pavia, 1930) e di E. Apib (La società triestina nel secolo XVUI, Torino, 1957) sa Trieste e di G. Kobler {Memorie della Liburnica città di Fiume, Fiume, 1896) su Fiume si è. ora aggiunto, sulla storia di Ancona, il saggio di Alberto Caracciolo.
In questo studio il Caracciolo traccia un quadro chiaro e preciso dei vari fat­tori che accompagnarono Io sviluppo di questo porto delle Marche e ne esamina analiticamente il movimento marittimo in base ai numerosi ed importanti dati sta­tistici desunti dalla lettura dei registri e degli atti dell'epoca. Merito dell'autore è quello di aver inquadrato la storia del portofranco nella più ampia cornice della vicenda mercantile adriatica e mediterranea, affrontando quella tematica comune alle maggiori località litoranee di allora e mettendo specialmente in evidenza quei motivi, prossimi e remoti, che avevano contribuito al ristagno dei traffici nel periodo precedente e che non furono del tatto superati neppure nel Settecento: l'economia a base prettamente rurale e la conseguente mancanza di lavoratori e di una tecnica perfezionata, l'insicurezza dei traffici e le mire imperialistiche di Venezia.
Per una conoscenza più ampia dei problemi deU'epoca sono di estremo inte­resse le tabelle, allegate dall'autore, relative alle imbarcazioni, nazionali e straniere, giunte ad Ancona nel Settecento e, specialmente, quel prospetto che opera un con* fronto tra Batiments do tonles dnnènsions arrivés respectivement à Ancóne et Trieste pendant quelques périodes de trois ans (p. 119).
Se completiamo, infatti, i quadri forniti dal Caracciolo con i rilievi statìstici che si trovano in alcune opere di studiosi triestini e particolarmente in quella di Vittorio Franchini, Aspetti e momenti della funzione del porto di Trieste attra­verso il tempo (Roma, 1932), possiamo vedere che le vicende di questi due im­portanti portìfrancbi adriatici, pur uniti dalla comune animosità contro Venezia e dall'ambizione di una ni retta collaborazione economica con l'Oriente, furono molto diverse. Trieste, dopo un iniziale periodo di carenza delle attività commerciali e di stasi dei traffici, crebbe progressivamente ed aumentò il volume degli scambi sino a diventare il più importante emporio asburgico del Mediterraneo ed il naturalo sbocco dei territori della Mitteleuropa. Ancona, invece, non seppe, sfruttare l'ampio retro*