Rassegna storica del Risorgimento
BIBLIOTECA UNIVESRITARIA DI GENOVA FONDI ARCHIVISTICI
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1967
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Libri e periodici
Storia degli Ebrei in I tulio, Torino, 19631. Prima di concluderà' doveroso fare menzione lei trentadue documenti, memorie, ricorsi, atti legislativi del XVIII secolo, pubblicati dal Caracciolo in appendice ai vari capitoli del suo saggio che presentano* per lo più, un estremo interèsse e facilitano notevolmente quanti si accingano ad approfondire ulteriormente la storia civile e commerciale dell'Adriatico.
LUNA MARTINI
FURIO DIAZ, Francesco Maria Gianni dalla burocrazia alla politica sotto Pietra Leopoldo di Toscana; Milano-Napoli, Ricciardi, I960, in 8, pp. 435. L. 3.500.
Su] Settecento italiano trn riforme e politiche dinastiche, tra circolazione delle idee illuministiche e trasformazioni economiche, sembra a volte che (piasi tutto sia da riscoprire o da verificare do capo. È in atto un grosso lavoro, da dieci o vent'anni, di allargamento nell'uso d elle fonti, ma vi sono anche, evidentemente, nuovi stimoli, nessi più sentiti con un quadro interpretativo europeo, che sollecitano tale allarga-mento. Abbiamo nuove'raccolte fondamentali di testi, come quelle che va pubblicando l'editore Ricciardi i Illuministi italiani) Dal Muratori al Cesarotti, Letterati, memorialisti e viuggiutorì), che rappresentano col loro apparato una chiara testimonianza di tali acquisizioni. E continuano a venir fuori monografie che contribuiscono in modo originale alle nostre conoscenze.
Per la Toscana lorcnese, dove fino a ieri non si poteva andar oltre agli studi di' Antonio Anzilotti, pur più validi e moderni della corrispondente letteratura d'altre parti d'Italia, abbiamo avuto ultimamente apporti d'insieme come quello di Adam Wundruszko, o più di dettaglio e di diverso peso, come quelli del Mirri, del Passerin, del Rosa, del Mori, del Cochrone, deU'Imberciadori. Viene ora un robusto studio di Furio Diaz a fornirci, attraverso la storia di Francesco Maria Gianni < dalla burocrazia alla politica, un ripensamento che investo per molti versi l'intera età leopoldina*
La lunga vita del personaggio, che si protrae fino entro la Restaurazione, l'abbondanza delle carte private prese analiticamente in considerazione, l'esperienza dell'Autore a proposito dei grandi movimenti politici e dottrinari d'Oltralpe in quella età, consentono al libro risultati cospicui. La biografia viene messa al servizio di-interessi assai ampi: lontana dallo psicologismoìdall'aneddoto, si presenta come un buon angolo visuale per Io studio dèlia classò dirigènte toscana. TI disegno dell'opera mette successivamente in evidenza la storia delle idee politiche ed economiche, quella dell'agricoltura, e della finanza, quella costituzionale, usando bene degli strumenti {specialistici anche se con interesse meno vìvo ci sembra nella parte giuspubbli-cistica rispetto alle altre. All'inizio, fin verso il 1760, la figura del protagonista riesce ad evidenziarsi solo in parte, data la scarsezza di documentazione ed anche per il grigiore culturale dei primi anni del suo impegno pubblico. Poi Pincrocio fra momenti della vita di Gianni e grandi nodi politici si fa più stretto, offrendo all'Autore l'occasione per le pagine migliori, che lasciano posto in ultimo a due capitoli sull'età della rivoluzione -e; ìs, quella dell'esilio: s - alquanto meno sentiti.
Una grossa divergènza dì giudizi era sitata lasciata in piedi dagli studiosi succedutisi in questo campo: quale fosse cioè il rapporto fra motivi autocloni e ispirazione dei philosoplws, fra esigenze pratiche di amministrazione e formazione del Principe e dei suoi consiglieri, nel movimento riformistico del Granducato? E al problema il Diaz non si è certo sottratto. Già nelle pagine introduttive, fatta rapidamente giustizia delle deformazioni: meno sostenibili, egli ha. 'messo: in dubbio che convenga parlare di eclettismo dei riformatori toscani. Piuttosto si tratta di realismo di sovrani e di governanti, alimentato da sollecitazioni culturali dampio respiro ma impossibile a fondersi con esse per la predilezione di un riformismo pratico e quasi tecnicistico, un cauto gradualismo di opere concrete, sotto certi aspetti utile e sotto certi aspetti esemplare, ma conformistico nei principi generali del pensiero e della credenza, alieno dalle rotture dei phìloHophes contro molti punti cardine
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