Rassegna storica del Risorgimento

BIBLIOTECA UNIVESRITARIA DI GENOVA FONDI ARCHIVISTICI
anno <1967>   pagina <94>
immagine non disponibile

n
Libri a per-iafflci.
sino alle dolorose vicende dell'ultima guerra: la popolazione italiana occupa le città costiere da Trieste a Poln, nonché le retrostanti zone agricole dell'Istria occidenlale, in cui la presenza slava è scarsa ciacche interessa principalmente il Carso, l'Istria interna e orientale e la Dalmazia, ove sono italiani soltanto minori nuclei urbani.
Con onesto realismo Schiffrer inquadra cosi l'ambiente ove nasce e si sviluppa quella questiono nazionale, i cui problemi storiografici Io interessano in particolare. Ma a questo riguardo molto opportunamente egli mette in luce come i termini del dibattito trascendano il piano di una mera controversia etnica per investire le ragioni della stessa funzione economica di Trieste, le cui teorizzazioni, dalle tesi municipa­listiche a quelle imperialistiche, sono nel volume acutamente ed amorevolmente rie­vocate. Al lealismo austrofilo di Kandler e Rossetti, propensi a conciliare interessi economici e sentimenti nazionali della città nell'adozione di una larga autonomia comunale, si contrappone il nazionalismo di Fauro, il quale rifinta in Blocco tutto un passato che ritiene austriaco ed assegna ad una Trieste annessa all'Italia il compito di divenire strumento dell'espansione di questa nel Levante. Le simpatie dell'Autore, se simpatie si possono attribuire ad uno storico serio ed oggettivo quale egli è, vanno, però, ai protagonisti più tormentati di questa polemica, a Scipio Slataper e ad Angelo Vivanle anzitutto. Accuninnati inizialmente dall'accettazione del Nationalitatenstaat danubiano, nel cui quadro assegnavano alla civiltà italiana particolari funzioni di stimolo nei confronti dei popoli slavi, Slataper e Vivante giungono olla fine a conclu­sioni divergenti, pagando ambedue di persona, l'uno con la morte in combattimento l'adesione all'irredentismo e l'altro con il suicidio il crollo dei suoi ideali politici. Se, negli scritti di Slataper, Schiffrer sente vibrare la tensione di una coscienza morale impegnata nel tentativo di districare i nodi del travaglio fra l'anima commerciale e quella italiana della sua città, in Vivente egli ammira l'ampio respiro della docu­mentazione storica che sorregge il tentativo di dare nn contributo scevro (li pregiudizi alla discussione sui rapporti austro-italiani.
E ad un'impostazione metodologica che definiremo vi vanti an a peraltro at­tenta a quella componente irredentistica troppo frettolosamente liquidata da Vi­vante si ispirano gli altri scritti del volume. In taluni di essi l'Autore ripercorre le vie del contrasto fra Italiani e Slavi sullo sfondo delle controversie sociali fra i nuclei urbani in cui si attestavano precipuamente i primi, e le campagne che i secondi in larga parte occupavano. Però la contrapposizione non è mai schematica e meccanica giacché accanto ai problemi economici contano per Schiffrer i problemi di cultura e civiltà sicché lo sfruttamento delle campagne ad opera delle città, quando c'è stato, appare nella Venezia Giulia in larga parte compensalo dall'apporto civilizzatore e dall'assimilazione culturale. Fenomeni, questi, di massima facilitati dalla struttura etnica di quelle zone, in cui il confine fra le dne popolazioni è vivacemente frasta­gliato di modo che mai la città italiana appare affogata nel mare della campagna slava, ma sta per così dire ai margini di questa, e quindi in territori Umiliali ove le interferenze sono più ricche.
L'importanza che alle città della Venezia Giulio, ed a Trieste in particolare, Schiffrer assegna, risulta del resto dai capitoli finali del volume dedicati a fenomeni della vita sociale e culturale cittadina, quali il movimento per l'Università italiana, le origini e lo sviluppo dell'associazionismo operaio nonché le dinastie imprendi* tonali borghesi. Ed anche qui si tratta di puntualizzazioni storiografiche di prima importanza cui solo la tirannia dello spazio ci impedisce di accennare.
Nelle ultime pagine il discorso ritorna alle questioni nazionali con la relazione destinata al Congreho di Trieste della Società nazionale * Dante Alighieri del 1955 sai tema Presente e passalo della cultura italiana in Istria>. Sì tratta di un documento importantissimo per comprendere come Schiffrer muova costantemente nelle sue ricerche da problemi vivi ed attuali ed abbia sempre guardato con ottimismo alla presenza ed alla funzione della civiltà il ali una in Istria, anche quando tempi bui si profilavano all'orizzonte. E la ripresa attuale della lingua e della cultura italiane in quelle zone ha finito per dargli ragione,
SERGIO BAIITOLE