Rassegna storica del Risorgimento
BIBLIOTECA UNIVESRITARIA DI GENOVA FONDI ARCHIVISTICI
anno
<
1967
>
pagina
<
100
>
100
Libri e periodici
stesso segretario di Stato ad ammetterlo, il 6 agosto) * l'anarchia e la ribellione non sono che palliate, e il governo è a discrezione della canaglia de* sediziosi. Sari il conte Appony, Interpellato da Garibaldi, a rifiutare quella cooperazione di truppe straniere che allo smarrito estremismo di Bernetti appare unica e costante panacea a tanti tatui* R riconoscimento di don Miguel, altro colpo di testa, avventuroso del segretario di Stato, sconsigliato a suo tempo dallo stesso Lambruschini, non è che la controprova vistosa del panico che si sta impadronendo della Corte romana. Sebastiani se ne irrita, pur considerando ormai con occhio distaccato gli affari delle Lega* zioni ed essendo entrato in negoziati con Alessandro Torlonia per il prestito che deve precedere l'arruolamento dei reggimenti svizzeri (la recrudescenza dell'affare Lumen-nais ed i colloqui dell'abate col Quélen non sono che efflorescenze marginali, ancorché del massimo interesse, in uno stato di disagio essenzialmente politico). E del resto da Roma non vengono che notizie sempre più confermanti la desolata impotenza dell'amministrazione pontificia, una volta allontanatesi le truppe austriache : Non vi è atto governativo che vi sia ubbidito confessa l'8 dicembre Bernetti, che si era studiato a tutt'uomo di allontanare dalle Legazioni una siffatta calamità Gli affari di quelle sciagurate contrade divengono ogni di più tumultuosi. Ogni classe di abitanti è violentata a fare rimostranze ed a porsi in istato d'insubordinazione verso il legittimo Sovrano . Senza dubbio, a lunga scadenza, l'intesa sostanziale tra Parigi e Roma, che matura allo schiudersi del 1832, circa l'alta convenienza d'imporre assoluto silenzio all'inquietudine di Lamennais non mancherà di dare i suoi frutti cospicui, anche sullo specifico terreno politico: ma per il momento l'urgenza più assillante è quella che spinge a ricercare il consenso delle potenze perché si ottenga, per dirla col Bunsen, la sonmmission immediate et non conditionnelle de la part de toutes les classes des habitants des Légations e ciò, inutile dirlo, attraverso un rinnovato intervento delle armi austriache, che pur Garibaldi saviamente si studia di stornare. La spedizione francese ad Ancona ne è infatti l'immediata conseguenza, ed in forme inevitabilmente imperiose e brutali, quantunque Appony all'ultimo momento cerchi di farla passare formalmente con Garibaldi come un'offerta di soccorso analoga a quella austriaca, e che si può anche cortesemente rifiutare. L'essenziale per ora si è che non venga in Ancona una squadra francese si lusinga il Garibaldi ancora il 23 febbraio, quando l'evento è imminente e irreparabile. Verificatosi esso, e levatasi pronta la richiesta di Bernetti per la partenza immediata delle truppe francesi entrate ostilmente in Ancona (ma con Garibaldi il linguaggio è assai, quasi penosa' mente, sfumato, non si parla che di minorazioni di mali) lo spettro della guerra generale torna a levarsi all'orizzonte. Garibaldi non vi créde, confida nel pacifismo di Luigi Filippo e dei suoi ministri, nella disinvoltura di Périer, nella moderazione dello stesso Sebastiani. L'Austria, per parte sua, respinge alquanto seccamente l'azzardata offerta mediatrice d'intervento di truppe napoletane attesa la mancanza di sufficiente garanzia de' loro principi politici e della loro morale condotta . Le due maggiori potenze, insomma, restano a campeggiare l'ima dinanzi all'altra, sul filo di rasoio della guerra europea, nel bel mezzo del territorio ecclesiastico. 11 richiamo dell'Albani, le crucciose lamentazioni di Bernetti per gli orrori e gli scandali anconetani, non sono che rinnovati documenti dell'impotenza irrimediabile dell'amministrazione pontificio. È una situazione di fatto gravissima, organica, che non viene sostanzialmente alterata neppure da avvenimenti sensazionali quali l'assassinio del gonfaloniere Bosdori o, peggio ancora, la repressione dei moti repubblicani parigini nel giugno 1832. Senza dubbio il governo del generale Cubières comincia a soddisfare in Ancona anche alle suscettibilità ed alle apprensioni di Bernetti, senza dubbio la sconfitta sanguino* sissima degli anarchisti sottrae agli occhi di Garibaldi il fantasma repubblicano che continuava a turbarne i sonni, senza dubbio le relazioni tra Parigi e Roma s'intensificano, si amalgamano, si rendono sempre più intrinseche in senso conservatore cosi contro le novità rivoluzionarie del Lnraennais conte contro quello ben più inquie-