Rassegna storica del Risorgimento
CALDESI VINCENZO; MAZZINI GIUSEPPE
anno
<
1967
>
pagina
<
596
>
596
Piero Zuma
dere indicando l'eventuale data. Di certo egli era spiritualmente e politicamente con Mazzini.
Precise notizie sull'esistenza di rapporti mazziniani le abbiamo solfante nel 1841, e le ricaviamo dalle pagine del Protocollo della Giovine Italia nel quale come tutti sanno il diligente ed ammirevole Giuseppe Lamberti registrava, nello stile telegrafico, tutte le lettere in arrivo ed in partenza della grande famiglia degli esuli, offrendo in tal modo ogni sorta di notizie sugli incontri avvenuti e su altri movimenti, sulle querele di questi o di quelli, sugli incarichi ricevuti dal Maestro e sulla organizzazione, e su altre innumerevoli circostanze che formano la cronaca di quegli anni in rapporto ai fatti ed alle persone.
Gli accenni registrati nel Protocollo sono - come abbiamo detto brevi; ma ciò non impedisce di conoscere per quel che riguarda Vincenzo, come egli ascolti il verbo mazziniano.
Circa la sua fedeltà pare anzi che sorga qualche dubbio nell'animo del fedelissimo Lamberti e nello stesso Mazzini. È da tener conto che motivi di dubitare su tutto e di tutti non mancano negli anni dal 1840 in poi in cui la Legione Italica ha guadagnato proseliti anche in Italia a cominciare dalla Sicilia e fino alla Toscana, mentre in quei luoghi medesimi non ha avuto corrispondente risveglio la Giovine Italia. Ma più ancora è da tener conto che a Parigi, centro di esuli fra cui è Caldesi, si è formata YVnione degli Operai Italiani la quale è in opposizione all'Unione di Londra che Mazzini direttamente controlla.
L'Unione di Parigi ha chiesto fra l'altro che al nome operaio sia sostituito il nome cittadino , che sia riconosciuta a tutti gli associati piena libertà di culto, che sia concesso ai medesimi di appartenere anche ad altra Società politica e via dicendo.J)
Proprio nel momento in cui nasce questo travaglio, e precisamente il 24 aprile 1842, Lamberti scrivendo da Parigi a Fed[erico] che è a Marsiglia lamenta la lontananza di Vincenzo, e chiede: se Cald[esi] sia qui, perché non scrive, e se sia mutato esso pure? .2)
La stessa preoccupazione è nell'animo di Mazzini che il 27 maggio chiede a Lamberti: È vero che CaidCesi] è a Parigi? e perché non scrive? è mutato anch'egli? .3)
Ma ecco un'informazione che potrebbe dare una certa tranquillità: di-fatti Lamberti comunica a Mazzini, il 5 giugno, che Cald[esi1 non è qui, ma anzi al BUO paese.4)
L'informazione non può appagare il vigilante Maestro, e quindi si rivolge ancora, il 1 settembre, a Lamberti con una nuova domanda: Chiedi a Tassìn [ari] di Cai diesi], e s'ei non gli abbia mai detto nulla per me."'
'>! Si veda a tale riguardo In lunga lettera di Mazzini diretta a nome della Congrega Centra In (28 maggio 1842) ai e Fratelli, ossia all'Unione degli Operai flamini in Parigi . (SMJ., voi. XXIII, pp. 165 e sgg.ì. La stessa lettera è pubblicata anche nel Protocollo, voi. I, pp. 200-206.
*) Protocollo, voi. ì, p. 196.
) SMJ., vot xxm, p. .159.
*> ProMioIlo, voi, I, p. 20.
0) SJE.1 voL XXffl, p. 21*9. Il Tassinari h faentino ; non sappiamo se si tratti di Girolamo o di Tommaso, ambedue esuli.