Rassegna storica del Risorgimento
CALDESI VINCENZO; MAZZINI GIUSEPPE
anno
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1967
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pagina
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597
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// ti insidio Caldesi-Mazzini 597
La risposta di Lamberti non tarda che pochi giorni. Tassin [ari] cosi nella lettera del 10 settembre mi disse che Cald[esi] gli parlò di ine: gli escii di Pippo e disse che come molti altri era nome vecchio ed impotente. È influente tra romagnoli: presentandogli fatti e potenza verrebbe. È intimo di Castel..., come sa dissidente .
Dunque risulta che Caldesi interrogato o no da Tassinari è sostanzialmente un dissidente, giacché ritiene invecchiata l'autorità mazziniana, in* vecchiaia la prassi per un'eventuale azione; e che sarebbe tuttavia presente qualora si facesse sul serio. Viene infine riconosciuto che Vincenzo Caldesi (che allora conta 25 anni) gode di influenza sui suoi conterranei a cominciare dallo stesso Tassinari suo concittadino.
Come di consueto. Lamberti non ha coperto di veli le cose spiacevoli che i dissidenti vanno dicendo, e sulle quali non può a meno di replicare Mazzini. Questi difatti risponde che il suo nome non conta: se Tassinari vuole, il suo nome può avere significato di impotente, vecchio, rancido infame ; quello che conta sono i principii contenuti nell'Istruzione Generale della Giovine Italia*. S'affratellino esclama Mazzini non senza commozione e rivolgendosi a tutti i patrioti e non pensino a me, nel nome di Dio!.2)
Lamberti che condivide le pene dell'Uomo al quale è tanto devoto, non rinuncia ad altre indagini per conoscere esattamente fino a qual punto e perché Caldesi si sia allontanato, ed il 30 settembre scrive in proposito a Pietro Sterbini che è a Marsiglia. La lettera è registrata nel Protocollo con questi termini; Chiedere a Tassin [ari] di CaldTJesi] e se non gli disse mai nulla per lui .8)
Non conosciamo risposta*
Ma qui è opportuno confermare ancora ima volta, che il dissidio riguarda i modi ed i tempi dell'azione, e che solo a tale riguardo i dissidenti non accettano le direttive mazziniane, pur considerando il valore della dottrina e la nobiltà del sentire. Ciò contribuisce ad evitare una netta separazione, una vera e propria ostilità reciproca fra uomini che seguono comuni ideali di patria e di libertà.
Mentre dura la polemica, variante da luogo a luogo e da persona a persona e più che altro negli accenti, dal focolare della rivoluzione e cioè dalla Romagna, sprizzano nuove scintille e si scatenano altri guizzi di fiamme.
Come è noto, i fratelli Muratori tentano nell'agosto del 1843 una insurrezione armata, e poco dopo, e cioè l'8 settembre, di rincalzo un'altra impresa è tentata, ancora in Romagna, dal nizzardo Ribolli.
Uno degli animatori, così farneticante da perdere la nozione del reale, è stato il eonte Livio Zambeccari, legato sia a Mazzini, sia a Fabrizi.
La cronaca dei due avvenimenti non interessa il nostro tema; basta riferire che la polizia si sveglio, cercò di catturare i colpevoli, e prese provvedimenti anche contro coloro che pur non avendo partecipato alla rivolta - - erano già fra gli indiziati. Non pochi di questi si misero in salvo oltre i confini delle Legazioni,
Di questi casi del '43 che precedono di poco i casi del Mi, viene data notizia a Lamberti da Giuseppe Bardi da Firenze; e Lamberti si affretta
i) Protocollo,; voi. 1, p. 28L
i-Mi,, voi. XXTII, pp. 275-276: Londra, 1 settembre 1842.
8) Protocollo* voi. I. p. 238.